Durante l'ultima puntata de Lo Stato delle Cose condotto da Massimo Giletti su Rai Tre, si è parlato di un documento riservato in cui, a quanto pare, c'erano delle pagine sulla famiglia di Emanuela Orlandi e sullo zio Mario, figura tirata in ballo nel 2023 e accostata a presunte molestie avvenute in famiglia che Natalina Orlandi, sorella maggiore di Emanuela, ha chiarito anni fa: “Mio zio ha fatto delle semplici avances verbali e un regalo, ma quando ha capito che non c’era nessun tipo di possibilità è finito tutto lì. Indubbiamente in un primo momento sono rimasta scossa e la prima cosa che ho fatto è stato parlarne con il mio fidanzato Andrea, che oggi è mio marito. Di questa cosa non sarei mai andata a parlare con mio padre, l’unica persona con cui mi sono confidata è stata il nostro padre spirituale. Ed è finito lì, questo è stato il grande rapporto che c’è stato con mio zio. Non c’è stato assolutamente altro". All’interno di questo documento, che attualmente si trova in Procura a Roma, mancherebbero quattro pagine. Chi le avrebbe fatte sparire? Ma soprattutto: cosa contenevano? Il focus della puntata è stato incentrato sulla scomparsa della cittadina vaticana Emanuela Orlandi, di cui si sono perse le tracce il 22 giugno del 1983. Il collegamento con la figura dello zio partirebbe dalle telefonate fatte dall’Americano a casa Orlandi, il presunto rapitore. Telefonate a cui rispondeva proprio lo zio Mario, fingendosi Ercole Orlandi, padre di Emanuela, troppo provato dalla misteriosa scomparsa della figlia. Una circostanza di cui mai si è fatto mistero.
Nel corso della trasmissione è stato fatto ascoltare un audio in cui si sente una voce femminile che potrebbe appartenere proprio ad Emanuela: “Convitto Vittorio Emanuele II, st'altranno dovrei fare il terzo anno liceo scientifico. Saranno sedici a gennaio (l’età che avrebbe compiuto nel 1984)". Una voce che, il fratello Pietro, ha dichiarato più volte appartenere proprio alla quindicenne scomparsa: “Sicuramente quella è la voce di mia sorella”. Poi un’altra frase: "Mi verranno ad accompagna st'altr'anno in un paesino sperduto, per Santa Marinella". Pietro Orlandi al tempo precisò cosa potesse significare: “Quando sentimmo questa frase mio zio disse che Emanuela andava spesso a Santa Marinella dove lui aveva una casa". Partendo da questo presupposto, Giletti ha inviato i suoi collaboratori a Santa Marinella, nella strada di campagna dove Mario Meneguzzi fu pedinato nel periodo immediatamente successivo a quello della scomparsa della nipote. Al civico numero 15 c'è ancora la targa "Meneguzzi-Orlandi". Poi, il conduttore, è tornato al documento dei Servizi Segreti: "Da cui si capisce che non solo i familiari erano seguiti ma soprattutto lo zio. C'era qualcosa di strano che riguardava persone che stavano nel Vaticano e anche lo zio Mario". Pietro Orlandi non ha mancato di commentare il servizio mandato in onda a Lo Stato delle Cose, in cui si riporta l’attenzione su “la pista familiare”: “Ha fatto un servizio vergognoso per infangare esclusivamente la famiglia con cose false. Erano cose dette tre anni fa già risolte. Io come fratello spero sempre che sia viva e che non ci siano le prove della sua morte".