L’ha detta male, ammettiamolo. Una shitstorm si è abbattuta sul popolare presentatore Ezio Greggio, 69 anni, due figli e latin lover incallito, da anni al servizio di Antonio Ricci nella conduzione di "Striscia la Notizia". Nel giorno di Pasquetta l’uscita infelice sulla triste vicenda del piccolo Enea, neonato lasciato nella “Culla per la vita” della clinica milanese Mangiagalli, uno spazio pensato apposta per madri in difficoltà, ha destato non poca indignazione e svariate richieste di scuse arrivate oggi tramite social. Greggio, dopo aver appreso dell'abbandono con tanto di lettera struggente di una madre consapevole e disperata, ha fatto un appello video: “C’è tutto il reparto che ti sta aspettando nell’anonimato, nessuno dirà nulla… nomi, cognomi. Avere un bambino è una grande fortuna. Ci metteremo in tanti a darti una mano. Prendi il tuo bambino che merita una mamma vera, non una mamma che poi dovrà occuparsene, ma non è la mamma vera”.
Un appello che divide. E può indignare, soprattutto l'esercito di genitori addottivi che si sono sentiti tirati in causa. Il genitore biologico genera, ma forse non cresce, caro Ezino.
Indignazione espressa anche dalle parole di Luca Trapanese, assessore al Welfare di Napoli e padre single di una bambina con la sindrome di Down adottata nel 2018.
Secondo Trapanese "lasciare un bambino in ospedale non è abbandonare, è fare una scelta d'amore" ringraziando poi la madre del piccolo per il gesto coraggioso che ha forse salvato il figlio e chiedendo delle scuse pubbliche da parte del conduttore.
Imbarazzato, il Greggio nazionale, si è sentito in dovere di dare delle spiegazioni.
“L’appello non era volto a far ripensare alla scelta di una madre che non voleva il proprio figlio – ha scritto – ma a una madre che probabilmente con l’aiuto di qualcuno che la aiutasse a superare le difficoltà economiche, o personali o familiari, non sentendosi più sola, potrebbe ripensare alla sua scelta e tenere il proprio bambino”.
Sarà stato interpretato male o qualche sintomo di senilità inizia a bussare alla porta?
Ai posteri, possibilmente non boomer, l’ardua sentenza.