Sul Corriere della Sera Fabrizio Roncone si dice certo di una notizia: “Ci ho lavorato un po’… È vera”. Di che si tratta? Nicola Porro, noto giornalista e conduttore televisivo, potrebbe essere il candidato ideale del centrodestra per le elezioni regionali in Puglia nel 2025. L’idea, che inizialmente sembrava poco più di una provocazione, per Roncone sta invece guadagnando terreno tra gli alleati di governo. La ragione? Porro rappresenta, a detta di molti, il profilo capace di rompere l’egemonia ventennale del centrosinistra nella regione, ora incarnata dal governatore Michele Emiliano e, probabilmente, da Antonio Decaro, ex sindaco di Bari e figura di punta per la successione. E i motivi sono molti.
Perché Porro piace al centrodestra
Nicola Porro è un volto noto e, soprattutto, riconoscibile al grande pubblico, grazie alla sua lunga carriera televisiva e giornalistica. La sua conduzione del programma Quarta Repubblica su Rete4 è apprezzata a destra e anche da molti liberali che non hanno direttamente votato per Meloni. In effetti a favore di Porro giocherebbe per Roncone anche la capacità di mostrarsi un intellettuale liberale di destra, libertario e liberista, uno che non ha mai nascosto le sue posizioni politiche. In un contesto in cui il centrodestra non dispone di un candidato radicato e immediatamente spendibile in Puglia, Porro potrebbe essere un nome spendibile, capace di attrarre un elettorato stanco dei soliti noti. Ma perché proprio in Puglia?
L’azienda di famiglia ad Andria
Pur essendo romano di nascita e con una formazione radicata in ambienti milanesi, Nicola Porro ha solidi legami con la Puglia. Ad Andria, infatti, gestisce insieme al fratello l’azienda di famiglia, una realtà aristocratica che produce olio e vino, simbolo di una tradizione imprenditoriale che si intreccia con il territorio. Questa dimensione “bipolare”, che lo vede muoversi con naturalezza tra l’élite urbana e il pragmatismo delle campagne pugliesi, potrebbe rivelarsi un’arma vincente.
Il ruolo della zuppa di Porro (che piace a tutti)
Porro gode inoltre di una piattaforma mediatica personale consolidata. La sua Zuppa di Porro, un appuntamento quotidiano tra il giornalistico e il commento d’attualità, non solo rafforza la sua immagine di opinion leader, ma gli garantisce uno strumento di comunicazione diretta con gli elettori. È un’abilità che potrebbe fare la differenza in una campagna elettorale moderna, sempre più fondata sulla comunicazione immediata e virale. La sua capacità di auto-promozione, inoltre, ha fatto sì che Porro sia già ben posizionato sui temi portanti della campagna politica della destra, dall’ambientalismo (La grande bugia verde, Liberilibri 2024) al politicamente corretto (passando in modo eccentrico anche per la religione con Il padreterno è liberale, Piemme 2022).
L’unico problema? I guadagni a Mediaset
C’è, però, un ostacolo non indifferente: la dimensione economica. Nicola Porro, nella sua attuale posizione a Mediaset, gode di un invidiabile trattamento economico che difficilmente potrebbe essere pareggiato da un ruolo politico, per quanto prestigioso. L’eventuale candidatura implicherebbe dunque non solo una scelta politica, ma anche una vera e propria scommessa rispetto all’attuale condizione economica, secondo Roncone, di indubbio prestigio.