Il governo Meloni ha alzato la voce contro John Elkann, presidente di Stellantis, dopo la crescente preoccupazione per i disinvestimenti del gruppo sugli impianti italiani. Le recenti dimissioni di Carlos Tavares da amministratore delegato e il rifiuto di Elkann di comparire in Parlamento per spiegare la strategia aziendale hanno sollevato aspre critiche. Il presidente di Stellantis ha dichiarato di essere disponibile a un confronto solo dopo la conclusione del tavolo di dialogo con il Ministero delle Imprese, alimentando il malcontento politico. A intensificare la polemica è stato Matteo Salvini, vicepremier e leader della Lega, che ha accusato Elkann di essere più interessato alla Juventus che ai lavoratori italiani. Salvini, parlando a 4 di sera, ha sottolineato come Elkann abbia trovato il tempo di visitare la Continassa prima della partita Juventus-Manchester City, ma non quello di rispondere in Parlamento sui disinvestimenti che rischiano di mettere a repentaglio migliaia di posti di lavoro negli impianti italiani di Stellantis.
Le preoccupazioni per il futuro degli stabilimenti italiani sono condivise: Stellantis è uno dei principali produttori di automobili in Italia, ma la sua strategia di riduzione dei costi ha portato alla chiusura di alcuni impianti e a licenziamenti, minacciando l'occupazione. Stellantis ha annunciato infatti un altro ricorso alla cassa integrazione presso lo stabilimento di Mirafiori a Torino, con una decisione che segna il 18esimo anno consecutivo di utilizzo degli ammortizzatori sociali. Il governo Meloni si trova ora a fronteggiare una situazione delicata, dove la difesa dei lavoratori e degli investimenti industriali è diventata una priorità. Il rifiuto di Elkann di rispondere alle richieste del Parlamento e la sua assenza dal dialogo istituzionale hanno alimentato il risentimento verso il gruppo, facendo crescere la pressione sulla politica italiana. Salvini ha ribadito che, se Elkann ha tempo per seguire la Juventus, dovrebbe trovare il tempo per discutere dei problemi occupazionali in Italia. Il governo è chiamato ora a difendere gli interessi del Paese e a garantire che il gruppo continui a investire in Italia senza compromettere l'occupazione, in un settore che sta attraversando una fase di grande trasformazione. Intanto, per quanto riguarda il fronte dell'eredità, che vede Margherita Agnelli contri i suoi tre figli Lapo, John e Ginevra, non si ferma e si apre il fronte della Fondazione Specchio dei Tempi, attiva dal 1955, è progetto storico della famiglia Elkann il cui presidente era Lapo Elkann. Ora però Lapo è stato costretto a rassegnare le sue dimissioni dalla presidenza dalla Fondazione, come riportato da Dagospia, a cui giunge la precisazione del’ufficio stampa di Lapo: “Lavinia ha assunto la presidenza, ma Lapo rimane nel consiglio di ‘specchio’”. Non sono proprio dei momenti semplici per la famiglia più chhiacchierata d'Italia...