Non solo le dimissioni del Ceo di Stellantis Carlos Tavares, il dibattito attorno al gruppo italo-francese sta aumentando, ma anche il quello sul futuro della Ferrari in Formula 1. Dopo aver sentito le voci autorevoli di Valerio Berruri e Cesare Fiorio, colui che tentò di portare Ayrton Senna nella scuderia, abbiamo parlato di corse e non solo con il grandissimo giornalista Giorgio Terruzzi, che ci ha ha detto che Schumacher è stato capito forse troppo tardi. Quali le differenze tra Senna e Schumacher? Max Verstappen è davvero l'erede di uno di loro? O paragoni simili non si possono fare? Poi l'arrivo di Hamilton a Maranello e le potenzialità della coppia formata da lui e Charles Leclerc: sono davvero imbattibili o Red Bull e McLaren possono dare ancora molto fastidio? E che previsioni si possono fare per il 2025? Poi ci ha parlato di Kimi Antonelli, Norris e Piastri: che cosa ci dobbiamo aspettare?
Terruzzi, Hamilton è arrivato finalmente in Ferrari, come vede il suo futuro?
Bene se la macchina funziona, ma se la macchina non sarà competitiva neanche la Madonna di Lourdes vince. Dipende da cosa porterà in pista la Ferrari l'anno prossimo e soprattutto nel 2026 perché cambia tutto. Per cui è un progetto a medio termine che dipende dalla macchina, come ha dimostrato la McLaren quest'anno.
Valerio Berruti si è chiesto come mai la Ferrari, al posto di Hamilton, non abbia puntato su un giovane.
Ci sono diversi motivi. Il peso specifico di Hamilton è molto rilevante, è un colpo mediatico enorme, ci sono molte ragioni che hanno portato l'ingaggio di Hamilton alla Ferrari, non soltanto agonistiche. Hanno preso un pilota che ha vinto sette mondiali, hanno fatto un colpo epocale perché portare Hamilton alla Ferrari significa mettere insieme due simboli tra i più rilevanti: uno della storia della Formula 1 con uno della Formula 1 contemporanea. Questo è un motivo sufficiente che giustifica l'ingaggio e anche tutta una serie di costi connessi a questo ingaggio. Poi, volendo guardare, questo smentisce un po' l'ipotesi di tirare su un giovane, ma difronte all'ingaggio di Hamilton non puoi fare paragoni, sono due scelte molto diverse che hanno implicazioni diverse dal punto di vista dell'immagine, del potere mediatico, del marketing, è una cosa molto più rilevante in questo senso.
Sia Berruti che Fiorio ritengono che di Senna non ne nascono più, ma un degno erede può essere Max Verstappen. Lei concorda?
Questo lo dicono loro. Io non faccio paragoni tra piloti di epoche diverse. Senna per un verso, Verstappen per un altro, sono due fenomeni. Ci sono altri piloti di primissima fascia che non hanno mai avuto le stesse opportunità tecniche per dimostrare quanto valgono. Certamente parliamo di eccellenze, Senna per un verso, Verstappen per un altro, Schumacher per un altro ancora. Sono piloti che hanno messo insieme tutto: un grande talento con una macchina corrispondente al talento che potevano dimostrare. È difficile però dire chi è l'unico, perché Alonso per esempio è un pilota che, per il talento che lo contraddistingue, ha avuto molto meno opportunità di altri. Anche di Vettel che ha vinto quattro mondiali contro Alonso in una condizione di maggior favore: non è che Vettel perché ha vinto quattro mondiali è più forte di Alonso. C'è sempre un elemento tecnico che discrimina.
Oggi è effettivamente Verstappen il più forte?
Non lo sappiamo, è certamente un grande campione, poi se la macchina non funziona fa più fatica. Ha vinto questo mondiale forse più per meriti propri dimostrando ulteriormente quanto vale, però fare una graduatoria in questo senso in Formula 1 è impossibile. Ci sono piloti che magari fanno una gara dal punto di vista della prestazione strepitosa e arrivano quinti e non li vedi, non lo sai perché hanno una macchina da quinto posto.
La Ferrari non ha vinto il Mondiale Costruttori. Secondo lei è più un merito altrui o un demerito della Ferrari?
È più un merito della McLaren, che ha fatto un percorso straordinario partendo dalle retrovie e ha meritato di vincere. Alla fine, era anche un po' fuori portata perché è arrivata all'ultima gara con 21 punti di vantaggio vincendo e facendo la pole, quindi merito della McLaren, certamente. La Ferrari ha fatto dei progressi non sufficienti per vincere contro una macchina come la McLaren quest'anno. Ha fatto una macchina che è stata molto efficiente su alcune piste, molto meno in altri. Se guardate l'andamento della stagione, pure la McLaren ha fatto sbagli di gestione, dei piloti, con Norris e Piastri che hanno fatto degli errori, però lo standard di rendimento è stato più alto durante l'anno, la seconda parte dell'anno soprattutto.
Che cosa ci dobbiamo aspettare da Kimi Antonelli? È effettivamente una promessa?
È uno che ha vinto tutto nelle gare giovanili, nelle gare minori. Quando succede così è molto probabile che un giovane pilota mostri il proprio talento anche passando in Formula 1. Poi dipende da che cosa succede nella testa, perché è fondamentale. Trovarsi in una squadra di vertice con la pressione che hai addosso in Formula 1, se ci sono delle difficoltà, pesano molto, devi essere forte mentalmente. Mi pare e mi dicono quelli che hanno lavorato con lui che lui questa forza ce l'ha e quindi ci sono tutti i presupposti perché possa far bene. Cosa farà? Difficile dirlo. Mi sembra un ragazzo solido, anche mentalmente, e proverà a fare il suo percorso.
Nell'ultimo libro che ha scritto con Riccardo Patrese, “F1 Backstage. Storie di uomini in corsa”, avete analizzato anche il rapporto conflittuale che lui ha avuto con Flavio Briatore.
Sì. Il libro è di Patrese e io l'ho aiutato a scriverlo. Lui ha avuto un'esperienza deludente nel suo ultimo anno di Formula 1 con la Benetton, era il ‘93 con Schumacher compagno di squadra. Ha avuto un rapporto deludente con Briatore e di questo parla. Trovare in squadra un ragazzo come Schumacher, avrebbe creato qualche difficoltà a chiunque, poi l'abbiamo capito tutti un po' dopo chi fosse davvero. Lui era un pilota più esperto, più anziano, avrebbe potuto, dal suo punto di vista, far crescere tecnicamente la macchina. Non è stato compreso, dice Patrese, da Flavio e questo ha determinato un rapporto che è finito subito, dopo un anno, deludente, per ritardo.
Parla anche delle discussioni avute con Niki Lauda.
In seguito alla responsabilità che gli è stata data erroneamente sull'incidente del ‘78 a Mose, che provocò la morte di Ronnie Peterson. Lauda era uno dei senatori della Formula 1, insieme ad Andretti, Fittipaldi, James Hunt, e ci fu una sorta di atto d'accusa molto violento e peraltro ingiusto nei confronti di Riccardo, che era un giovane al secondo anno di Formula 1, ma poi venne fuori che la macchina che aveva generato la collisione era proprio quella di Hunt, e non la sua.
Lei ha detto che Schumacher è stato capito forse troppo tardi.
Rispetto a quello che vide Patrese nel 93, sì, perché lui lo vide subito, essendo in squadra con lui, e capì di avere a che fare con un fenomeno. Noi l'abbiamo capito un po' più tardi perché ci abbiamo messo un po' di più, e ci ha messo un po' di più lui a mostrarsi per quello che era. È servita anche a Schumacher una macchina di primo ordine, che era quella Benetton lì, con un passaggio di consegna clamoroso, perché quell'anno è morto Senna, e quindi c'è stato un cambio. Ricordo che il 94, primo titolo di Schumacher, l'ha vinto all'ultima gara, con una manovra scorretta nei confronti di Damon Hill, che era il secondo pilota della Williams. Sono gli snodi del destino. Quando Senna ha avuto l’incidente, ha raccolto il testimone. Sono cose che succedono raramente nello sport. Di solito quando scompare un primo attore così rilevante non ne arriva subito un altro. È stato veramente un cambio straordinario, perché è arrivato un altro grandissimo campione che aveva una modalità di comportamento, un carattere, una storia personale completamente diversa da quella di Senna.
Come erano loro due fuori dalla pista?
Senna era un ragazzo ricco con sensi di colpa, con il bisogno di dimostrare di meritarsi ogni briciola di pane. Schumacher era un povero con una fame atavica, con un desiderio di affermazione formidabile. Due storie diverse per estrazione sociale, carattere, temperamento, destino, ma anche due figure simili nel momento in cui le vedevi lavorare. Entrambi molto attenti, molto occupati da migliorare ciò che consideravano non perfetto della propria attitudine, del proprio fare. Due esempi. Quando vedi loro, così attenti e dedicati a migliorare quello che possono, pur avendo tante cose che funzionano, pur essendo dei vincenti, capisci che puoi farlo anche tu, tutti i giorni. Questi qui sono i veri campioni, sono dei veri buoni esempi per un ragazzo, per un meccanico, un giornalista. Capisci che è meglio che la pianti lì di fare il figo e ti metti a migliorare quello che puoi migliorare.
Lei che lo ha conosciuto, che ricordo ha dell'Avvocato Gianni Agnelli?
Era un carismatico nato, una personalità molto forte, con un'attitudine anche all'incontro, allo scambio, alla conversazione, molto brillante. Era una persona molto abile. Ci sono persone che sono così dotate, che possono fare e stare dovunque. Poi rappresentava un mondo in un'epoca molto diversa da questa, quando il rapporto con il lusso, con un certo tipo di vita, era molto più distante dalla quotidianità di tutti noi. Lui aveva una sorta di capacità di avvicinarsi alle persone con un tocco molto particolare. Una personalità molto rilevante. Tanto è vero che ne parliamo ancora oggi.
John Elkann ha un po' della caratura dell'Avvocato?
Sono due persone diversissime. Elkann è molto più riservato, è molto meno votato alla vetrina del nonno. Hanno una storia molto diversa, come anche la loro attitudine alla mondanità.
Previsioni sulla prossima stagione di Formula 1?
Le previsioni in Formula 1 non funzionano, quest'anno sono saltate non so quante volte. Ogni settimana il pronostico cambiava, ma mi sembra che la situazione per il futuro sia un po’ incerta, che non ci sia più una squadra dominante perché penso che la Red Bull abbia chiuso un ciclo. Questo lascia aperte delle buone opzioni per la McLaren che le ha già sfruttate quest'anno, per la Ferrari che in parte le ha già colte e anche per la stessa Red Bull.
Perché anche per Red Bull?
Credo che quel gruppo di tecnici orfani di Newey farà di tutto per dimostrare che anche senza di lui sono in grado di fare le cose come si deve. Queste tre sono le scuderie che hanno la possibilità di raccogliere risultati. Penso che Norris sia migliorato quest'anno pur nelle difficoltà, che Piastri non vedo l'ora di assestarsi, perché stiamo parlando di un ragazzo reduce dal suo secondo anno in Formula 1.
Che coppia di piloti è quella che avrà la Ferrari a disposizione?
Forse la più forte pensabile. Poi c'è la Mercedes che ha un ragazzo che può stupire, Russel e la Red Bull ha Verstappen, ma quello che loro potrebbero fare e mettergli un secondo pilota accanto che faccia più punti di Perez, perché questo ha pesato sulla classifica costruttori di quest'anno. Perché la Red Bull ha corso praticamente con un secondo pilota in grave difficoltà.
Leclerc ha salutato il 2024 dicendo “il nostro momento arriverà”.
Beh, povero ragazzo, lui è da un bel po’ che aspetta e spero che abbia l'opportunità di poter vincere un mondiale. Ha tutte le capacità e le caratteristiche velocistiche per farlo. Non avrà vita facile perché con una Ferrari competitiva, avendo in squadra Hamilton, non è uno scherzo. Era un talento evidente fin dall'età di vent'anni, ora è destinato a diventare un campione, ma questo dipende anche dalle opportunità che riescono ad avere.