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Sci, Sofia Goggia e il ritorno a Beaver Creek dopo l'infortunio: “I dubbi della gente? Fastidiosi”. Poi l’allevamento di galline, le lauree e gli obiettivi in Coppa del mondo: “È una giungla”. E su Mikaela Shiffrin e la prossima discesa…

  • di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

13 dicembre 2024

Sci, Sofia Goggia e il ritorno a Beaver Creek dopo l'infortunio: “I dubbi della gente? Fastidiosi”. Poi l’allevamento di galline, le lauree e gli obiettivi in Coppa del mondo: “È una giungla”. E su Mikaela Shiffrin e la prossima discesa…
Sofia Goggia è tornata in Coppa del Mondo a Beaver Creek, undici mesi dopo l’infortunio e la rimozione di una placca. Ma l’atleta azzurra è convinta: “Sofia Goggia non può più essere un outsider”, nemmeno al mondiale di Saalbach 2025. Ci sono poi l’allevamento di 2.800 galline e la laurea in Scienze politiche sempre più vicina. “Amori da dichiarare? Nessuno”. Di certo non ha amato i dubbi di chi credeva che non sarebbe tornata: “L’ho vissuta come compatimento. Mi ha dato fastidio”. E le prospettive di vittoria? Vincere non dipende solo da te: c’è una concorrenza agguerrita, ne spuntano di nuove, tante crescono, tutte vogliamo quella cosa lì. È una giungla”. E su Mikaela Shiffrin…

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Sofia Goggia è tornata. Lo ha fatto a Beaver Creek in occasione della Coppa del mondo di sci. Sono passati undici mesi dall’infortunio della campionessa azzurra, avvenuto il 5 febbraio in allenamento. “Lo stop di un anno? Era una possibilità. Magari remota, ma messa in conto. Aggiungo: ho odiato il comunicato della Fisi, quando ero in ospedale. Scrissero che sarei tornata più forte. Non sapevo se fosse una prospettiva realistica. Ho avuto venti giorni di blackout. Quando parlo di questo infortunio mi viene da piangere”, ha detto Goggia. Era comunque necessario riprendersi, perché “le cose belle non sono facili” e vale la pena combattere. Una seconda operazione per rimuovere la placca però è stata necessaria: “Se non l’avessi fatto avrei affrontato un calvario negli allenamenti in Argentina: sarebbe stato impossibile coesistere con la protezione”, e ha chiarito che “Togliere la piastra mi ha legittimato ad essere di nuovo quella di prima”. In questa situazione porsi obiettivi realistici è complicato, serve tener conto della condizione, del miglioramento costante della forma post infortunio. Ma certamente “Sofia Goggia non può più essere un outsider”, e non lo sarà al mondiale di Saalbach 2025. Di sicuro poi ci sono le atlete più giovani e competitive, ma Goggia non si sente da meno: “Purtroppo ho un fisico logorato dagli infortuni. Ma se penso a quanto poco ho sciato nella mia vita, mi ritengo una ragazza del 2002 (le gare in Coppa del mondo sono solo 180, ndr)”. Mikaela Shiffrin, aggiunge, nonostante l’incidente di Killington rimane “l’atleta più completa, forte e stabile sugli sci”. “Ha studiato me? Sicuramente: Mikaela è una che studia”.

Sofia Goggia
Sofia Goggia
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“La Coppa del mondo ha ancora una formula attuale? Dividerei la stagione in due parti: la prima, estiva, nell’emisfero Sud, la seconda, autunnale-invernale, in quello Nord. Imitiamo il tennis, insomma”. Ma oltre allo sci c’è una vita. E un allevamento di galline: “Ora ne abbiamo 2.800. Sulla pagina Facebook dell’azienda abbiamo pubblicato una frase poetica dello scrittore Erri De Luca: ‘Nessuna geometria ha ricavato la formula dell’uovo. Per il cerchio e la sfera c’è il pi-greco, ma per la figura perfetta della vita non c’è quadratura’”. Nel frattempo, procedono gli studi in Scienze politiche, con solo sei esami mancanti alla laurea e il sogno di “finire entro settembre 2025”, anche se “l’importante è fare bene, con la media del 28,19”. E nel 2026, quando ci saranno le Olimpiadi di Milano-Cortina la laurea potrebbe, chissà, accompagnarsi a un oro. “Amori da dichiarare? Nessuno”, a Goggia basta “l’amore di una Nazione ed è bellissimo”. Dopo l’infortunio molti si sono chiesti se la sciatrice sarebbe tornata quello di un tempo: “L’ho vissuta come compatimento. Mi ha dato fastidio”. Nello sport però l’importante è dare tutto. “Vincere non dipende solo da te: c’è una concorrenza agguerrita, ne spuntano di nuove, tante crescono, tutte vogliamo quella cosa lì. È una giungla”.

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