Massimo Sestini, fondatore dell’agenzia che porta il suo nome, è uno dei nomi più illustri del fotogiornalismo italiano. Il fotoreporter attualmente ricoverato in rianimazione all'ospedale di Trento (al momento in gravi condizioni ma non in pericolo di vita), ha una carriera straordinaria alle spalle. Partiamo dalle copertine, senza seguire un ordine cronologico. Massimo Sestini ne ha fatte a valanghe, di fotografie da copertina come quella diventata ironicamente virale poco tempo fa, con i due piedi sinistri di Sofia Goggia. La sua cifra stilistica è riconoscibile, perché utilizza il punto di vista aereo. Lo zenit, la vertigine. L'occhio del piccione, per farla facile. Ecco, le fotografie di Sestini ci danno la visuale di un volatile. Chiunque avrà visto, senza saperlo, una fotografia di Sestini. Chi, Oggi, Sorrisi e Canzoni, Gente, Panorama, L'Espresso, Vanity Fair, Diva e Donna, l'elenco potrebbe andare avanti all'infinito, così come è infinito l'elenco dei personaggi e degli eventi che Sestini ha fotografato. Alcuni suoi scatti sono così celebri che basta soltanto accennarne una descrizione, per averceli impressi nella mente. Lele Mora spalmato sui cuscini che si fa massaggiare i piedi da Francesco Arca e Costantino Vitagliano? È sua. Lady Diana in costume con Carlo d'Inghilterra, sullo yacht in Sardegna? È sua. Salvini mezzo nudo in versione boudoir? La strage di Capaci vista dall'alto? Sempre sua. Così come è sua la foto aerea della Costa Concordia rovesciata, quella di Berlusconi, Confalonieri, Emilio Fede e combriccola a Villa Certosa, tutti vestiti di bianco, mentre fanno jogging. Sua la foto del relitto della Moby Prince dopo l'incendio. Carolina di Monaco disperata che depone i fiori al funerale di Stefano Casiraghi. Poi, Mediterranean. La foto zenitale, dall'alto, scattata al barcone pieno zeppo di migranti. Negli ultimi anni, questa immagine è comparsa un po' ovunque, non senza polemiche da parte dello stesso Sestini, che ha espresso il proprio disappunto dopo che la sua fotografia è stata usata nei manifesti elettorali della Lega.
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Massimo Sestini ha fatto la storia del fotoreportage in Italia, insomma, e ha realizzato il proprio stile aereo senza la comodità dei droni, sporgendosi dai portelloni degli elicotteri. Ancora adesso collabora con le forze armate, con il reparto Volo della Polizia di Stato, e si arrampica imbragato sugli alberi dell'Amerigo Vespucci con la sua reflex per offrire un punto di vista unico. Un fotografo d'azione, poco ma sicuro. Il nostro direttore, Moreno Pisto, ci ha lavorato insieme un po' di anni fa, e ricorda che per fare certi reportage insieme hanno anche rischiato di vedersela brutta, tra piazze di spaccio e fotocamere imboscate in pacchi di sigarette, bordelli e curve di ultras. Massimo Sestini è un personaggio complesso, una rockstar della fotografia, con tutto quello che ne consegue: è in virtù di questo che lo si stima, ed è ancora la sua personalità a spiegare il modo in cui abbia potuto realizzare certi scatti. Certo, l'errore dei due sinistri è qualcosa che si può placidamente derubricare al livello di cagata, che ai livelli di Sestini non dovrebbe succedere; e anche la successiva giustificazione lascia un gusto un po' amaro. Il responsabile, chi ci mette il nome, è comunque lui, così che nulla dovrebbe poter uscire dalla sua agenzia, per usare le parole di Sestini stesso, a sua insaputa. D'altro canto, dispiace che oggi il suo nome venga accostato soltanto ai due sinistri, ma siamo nell'epoca del foot fetish e quel dettaglio non avrebbe mai potuto passare inosservato. Inoltre, non è nemmeno il caso di mettersi a fare retorica sulle IA generative o sui fotoritocchi: Photoshop esiste dal 1990, ma le fotografie vengono ritoccate almeno dalla seconda metà dell'ottocento, quando Calvert Richard Jones, collega di William Henry Fox Talbot, riuscì a eliminare un monaco da una fotografia, scurendo il negativo. Tutte le fotografie che vediamo, e che ci sembrano perfette, sono in qualche modo ritoccate. Lo facciamo tutti, anche se la perfezione del risultato dipende dalla perfezione dell'intervento, e se Kate Middleton era perdonabile, magari l'agenzia di Sestini lo è un po' meno. La domanda è: il piede originale sarebbe stato criticato lo stesso? Difficile dirlo, anche se ormai la critica è il passatempo più diffuso. Quello che rimane, chiacchiere a parte, sono le fotografie realizzate da Sestini, che è e rimane un grande fotografo popolare, ma per capirne davvero la bellezza bisognerebbe andare a una sua mostra.
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
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