“Chi vive di velocità fa di tutto per nascondere il pensiero della morte, ma lo porta sempre con sé. Lo disse Paolo Simoncelli, dopo avere perso il figlio Marco in pista a Sepang”. Comincia così il toccante editoriale del giornalista Franco Vanni su Repubblica dedicato alla morte di Matilde Lorenzi, la giovane promessa dello sci azzurro morta a soli 19 anni dopo l’incidente di lunedì 28 ottobre sulla pista Grawand G1. A parlare dell’atleta è anche la sorella Lucrezia, 26 anni, che alle amiche e al ragazzo dice: “Mati mi sosterrà. È il mio gigante buono. Eravamo legate come gemelle, nonostante gli anni di differenza. Tutti hanno bisogno di me, ma io ho bisogno di tutti. Mi serve la forza di Mati per tornare a sciare. E so di dover diventare un pilastro per la mia famiglia”. Una famiglia, come racconta Vanni, che avevano già subito un dolore tremendo: Adolfo ed Elena Lorenzi, ancora ragazzi, avevano perso un figlio dopo 38 giorni dalla nascita e Matilde sarà sepolta al suo fianco, nel cimitero di Valgioie, cittadina di mille abitanti, a quaranta chilometri da Torino.
Matilde, deceduta all'ospedale San Maurizio di Bolzano dopo che i sanitari del reparto di rianimazione hanno fatto di tutto per strapparla alla morte, aveva riportato lesioni troppo gravi nella caduta in allenamento di slalom gigante. A soli diciannove anni era stata arruolata nel Centro sportivo esercito, era considerata una promessa dello sci alpino italiano, soprattutto nelle discipline veloci tanto che a marzo aveva conquistato il titolo assoluto di supergigante. Ma sembra che sulle responsabilità del decesso la Procura della Repubblica di Bolzano abbia già deciso, precisando che “il pubblico ministero competente ha già rilasciato il nulla osta alla sepoltura, atteso che non si ravvisano responsabilità penali”. Ma Paolo De Chiesa, campione dello sci alpino azzurro del passato e da tanti anni commentatore televisivo, sentito dall’Agi, non concorda con quanto deciso dal pm: “No responsabilità penali un cavolo, qui è tutto da verificare, c'è un'indagine in corso. Bisogna capire se in quel punto c'era o non c'era la rete, se sotto la neve c'erano delle pietre”. Sono in molti a volerci vedere chiaro su quanto accaduto a Matilde e mettere così velocemente la parola fine a una storia così drammatica, che ha infranto i sogni di una ragazza così giovane, no, non sta bene a nessuno.