"A 18 anni pesavo 111 chili. Il mio peso era un problema molto grande per poter iniziare a lavorare nel mondo della musica. Sono dimagrito per realizzare il mio sogno". Così Tiziano Ferro in un'intervista di 15 anni fa, rilasciata ai microfoni di un'emittante spagnola. L'occasione era il lancio del secondo disco, 111, la cui intera campagna promozionale, nonché i contenuti dei brani a partire dalla titletrack, era incentrata su quei 44 kg persi dal cantante per iniziare la propria carriera. 44 kg persi in un anno, dopo mesi e mesi passati a vedersi rifiutato dalle varie case discografiche "perché tutti pensavano che i miei pezzi fossero forti, ma il grande non detto, l'ostacolo vero era il mio peso", come dichiara l'artista nel documentario Prime Video 'Ferro', uscito nel 2020. Ora, non siamo qui a farci spettinare dalla scoperta dell'acqua bagnata: nel 2001 era impensabile per il mercato sfornare una maschia giovane promessa che non rispondesse a determinati standard: quelli del teen idol in grado di far innamorare schiere di ragazzine in tutta Italia. Quindi, ai tempi, il 'prodotto' per essere vendibile doveva apparire magro ed etero. Punto e basta. A 20 di distanza, la situazione si è ribaltata: il 21enne Blanco in ogni brano fa espliciti riferimenti ad allegre sgambettate con la donzella di turno. Eppure, la sua immagine è, spesso e volentieri, tutta pizzi e volant. Come abbiamo visto, per esempio, sul palco del Festivàl, dove trionfò al fianco di Mahmood con Brividi nel 2022. Per non parlare poi di Achille Lauro, Damiano dei Maneskin e maschia compagnia cantante. Paiono tutti in drag perché l'aura queer hic et nunc 'tira', dura lex sed lex. In una intervista a MOW, Alberto Salerno, marito di Mara Maionchi, sottolinea ciò che è ovvio: "Nei primi Duemila, BigMama non avrebbe trovato spazio nel mercato discografico". E il motivo sarebbe stato, chiaro, il suo peso. Oggi, invece, la cantante, fresca di disco d'Oro sanremese, fa la mattatrice chez Fabio Fazio sul canale Nove, domina il Concertone del Primo Maggio, parla perfino all'ONU (sì, è successo davvero). Tiziano Ferro, insomma, è nato con 20 anni d'anticipo rispetto al periodo in cui avrebbe potuto e anzi dovuto esprimere se stesso al 100 %, senza limitazioni 'commerciali'. E questo è un fatto. Abbiamo visto, come tutti, le risposte all'affaire 'Ferro ingrato' scoperchiato da MOW post Belve e ci siamo messi a riguardare interviste d'antan, a leggere il libro autobiografico '30 anni e una chiacchierata con papà' con cui il cantante ha fatto coming out nel 2010. Torniamo qui a riportarvi tutto ciò che non torna nella versione Maionchi-Salerno riguardo alla querelle che sta infiammando l'Italia e che ha portato la discografica alla 'vittoria' del terzo Tapiro d'Oro in carriera.
"Ho passato tanti anni in una gabbia d'oro. Sì, forse bellissimo ma sempre in gabbia ero". Così Tiziano Ferro canta in 'E Fuori è Buio' (2006), una ballad sentimentale in cui questo verso non c'entra assolutamente nulla col resto del testo. L'impressione è che il cantante di Latina abbia provato a lasciar trapelare il proprio disagio in questa come in tante altre occasioni durante la propria sfavillante carriera. Senza trovare, però, il coraggio di aprirsi completamente. Nemmeno nel 2010 con il coming out, manco nel 2020 col doc Prime Video 'Ferro'. Mara Maionchi, nel corso della conferenza per il prossimo Eurovision di cui sarà voce-conduttrice per l'Italia, dice di aver consigliato all'allora giovane artista di dimagrire "per motivi di salute". Se è vero che superare il quintale non sia, da un punto di vista strettamente medico, il massimo della vita per un ventenne, allo stesso tempo troviamo interessanti le modalità in cui questo dimagrimento è avvenuto. In un anno, è lo stesso Tiziano ad ammetterlo per esempio durante la campagna promozionale del secondo disco, 111, ha perso 44 chili. Senza, dice lui, andare da un nutrizionista ma con una dieta 'fai da te' auto-imposta. In poche parole, la deprivazione del cibo. E questo emerge chiaramente nel doc 'Ferro' in cui, già a cinque minuti dall'inizio, Tiziano dichiara: "Non mi sono goduto per niente il successo di 'Rosso Relativo', ogni volta che mi esibivo non vedevo l'ora di tornarmene a casa. Non mangiavo praticamente niente e non avevo energie. Ma a 21 anni, le energie in qualche modo te le inventi e così ho fatto". Mentre scorrono le immagini dell'epoca, vediamo un ragazzo con ogni evidenza sofferente, col viso scavatissimo.
"Gli ho consigliato di dimagrire per la sua salute", dice oggi Maionchi. Intanto, all'epoca, il ragazzo in questione ha perso 44 chili in un anno autonomamente, a quanto dichiara. Senza contare che veniva da anni difficili, quelli del liceo a Latina in cui racconta di essere stato bullizzato e vessato perché "ciccione" e "femminuccia". Allenato a essere considerato un outsider, finalmente incontra la musica e la musica ha da dirgli che, se vuole che questo diventi il suo mestiere, deve cambiare totalmente perché così come è, non può essere accettato. "Ho mangiato solo due toast e un'insalata durante tutto il giorno. Devo dimagrire. Mi vergogno di me, di come mi vedo e di come mi vedono gli altri. [...] Se il buongiorno si vede dal mattino, questo 1997 sarà uno schifo. Obeso come me". Scriveva un diciassettenne Tiziano Ferro nei suoi diari, riportati nel libro '30 anni e una chiacchierata con papà'. E questo è solo un estratto dell'accanito disprezzo che il nostro provava per se stesso. E che, forse, avrebbe meritato di incontrare un percorso di terapia, più che una industria discografica lì per confermarlo, per validarlo in toto. Riguardo all'omosessualità, invece...
Alberto Salerno, nell'intervista a MOW, sostiene che Tiziano Ferro avesse negato a lui e alla consorte di essere gay. Loro, i suoi produttori degli inizi, sostanzialmente non ne avevano idea. A smentire la dichiarazione ecco arrivare la viva voce del cantante nel doc Prime Video. Riguardo agli esordi, dichiara:
"Come se il rapporto col cibo e il corpo non fossero bastati, arrivò il grande problema: i miei produttori mi guardano in faccia e mi dicono che le persone della casa discografica parlavano di me come gay e che questo era un problema. Che anche i discografici esteri la pensavano così e volevano tagliare di netto questa idea, questo problema: farlo sparire".
Da qui, il suggerimento (che Ferro lascia anonimo sia nel doc che nel libro): "Non ce l’hai un’amica con cui possiamo farti fare una foto da un paparazzo?". Il nostro rifiuta. Intanto, possiamo ben immaginare che il nostro, a cavallo tra il primo e il secondo disco, si sentisse un reietto di successo. Un personaggio amatissimo, sì, ma sempre all'erta: non poteva permettere di lasciar trapelare nulla della propria vera natura, al prezzo di perdere fama e successo. Di perdere, insomma, l'unica rivincita che la vita gli stava dando. Sempre nell'autobiografia, si legge che, ancora prima dell'uscita di 'Rosso Relativo', dopo i vari rifiuti da parte delle discografiche per via del peso del pur talentuoso Ferro, "Alberto (Salerno, ndr) ha avanzato l'ipotesi di vendere le mie canzoni ad altri interpreti, visto il disinteresse dell'industria musicale a causa della mia immagine". In pratica, siamo stati a tanto così dall'ascoltare hit del calibro di 'Rosso Relativo', 'Xdono', 'Imbranato' e compagnia messe in bocca a uno o più fantocci di bell'aspetto. Immaginiamo, di nuovo, che una simile ipotesi non abbia messo alcuna pressione al giovane Tiziano che quelle stesse, validissime canzoni le aveva pur scritte dragando i propri abissi personali. Ma sì, regaliamole pure a qualcun altro che, essendo più belloccio di me, se le merita. Che problema c'è?
C'è un altro dettaglio che emerge sempre sfogliando le pagine del libro '30 anni e una chiacchierata con papà'. Nel 2003 i rapporti con Maionchi e Salerno si chiudono e il cantante se ne dice addolorato, senza però addurre motivazioni. In compenso, qualche riga più tardi scrive: "Ho scoperto che Mara e Alberto hanno venduto alla Curci tutta la società e i master degli album che ho realizzato con loro. Averlo scoperto da altri mi lascia senza parole". Da lì in poi, la coppia di talent scount/produttori non viene più citata. Nemmeno, va detto, nei ringraziamenti finali. La comunicazione del 'fenomeno Tiziano Ferro', anche dopo la gestione Maionchi-Salerno, sarà sempre all'insegna del silenzio riguardo all'orientamento sessuale dell'artista che continuerà a cementare il proprio successo a suon di (belle) canzoni e bugie forzate. Fino al 2010 quando, oramai celeberrimo, si deciderà a fare il famoso coming out.
Ora, torniamo alla domanda che ha fatto partire l'intera bagarre: Mara Maionchi chez Belve ha definito Tiziano Ferro 'ingrato'. Era proprio necessario? Considerato che la nostra ha lavorato per decenni con qualunque grande o piccolo nome della musica italiana, era il caso di sputar fuori proprio quello del cantante di Latina sapendo i trascorsi e la sofferenza che queste imposizioni figlie dell'epoca hanno inflitto all'allora ragazzo con un sogno che si sarebbe poi ritrovato a vivere per dieci anni con la compagnia di fama, successo e segreti 'inconfessabili'? E sarà stato opportuno fare il suo nome proprio oggi, in un periodo di crisi nera sia personale che artistica del nostro? Mara Maionchi si è trovata poi a dover spiegare il suo concetto di 'riconoscenza', minimizzando: avrebbe preferito ricevere 'una telefonata ogni tanto' da parte di Ferro, dice. E non ne dubitiamo. Come non dubitiamo che Ferro, magari, avrebbe preferito 'nascere' libero. Di certo sarà riconoscente a Maionchi e Salerno per aver creduto in lui agli inizi, insistendo con le discografiche che si ostinavano a rimbalzarlo. Ma, a livello umano, non stupirebbe se si trattasse di una riconoscenza a cui fa corredo qualche inevitabile "nonostante". Augurandoci, naturalmente, per entrambi una già presente o comunque futuribile riconciliazione. Sarà Xdono? Speriamo di sì.