Clamoroso cortocircuito mediatico sul caso di Lady Soumahoro. Sono parecchie le notizie, sui giornali e i media, che hanno investito da alcune settimane il neo-deputato dei Verdi-Sinistra, circa presunte irregolarità nella gestione dei centri di accoglienza per migranti da parte della cooperativa della suocera e presso la quale ha lavorato in precedenza anche la moglie Liliane Murekatete, di cui negli scorsi giorni è spuntato, grazie a un attento lettore di Dagospia, un servizio fotografico sexy e scattato dieci anni prima, nel 2012. Al nascere della notizia MOW si è subito tuffato a intervistare il fotografo che ha eseguito le fotografie, Elio Carchidi, che erano accessibili gratuitamente e sono state scaricate dal maremagnum del Web e dei Social Network.
E ora spunta anche la proposta choc, dopo che abbiamo domandato alla leggenda mondiale dell'intrattenimento per adulti, il mitologico Rocco Siffredi, se è informato circa il caso mediatico nazionale che ha investito Aboubakar Soumahoro e cosa ne pensa circa la diffusione della notizia del servizio fotografico "osé" con protagonista, Liliane Murakatete, moglie del deputato del parlamento italiano che è al centro della polemica mediatica. "La storia l'ho sentita dalle cronache, queste settimane. Ma i giornali fanno il loro lavoro, altrimenti voi che fate tutto il giorno, man?", sottolinea con scherno e ironia. Rocco Siffredi in esclusiva a MOW ha poi aggiunto: "Personalmente ritengo che ognuno è libero di mostrarsi come vuole e trovo assurdo che ancora oggi ci si può scandalizzare per questo tipo di fotografie. Ma dai, basta aprire i social network per vedere milioni di persone che si mostrarno liberamente felici, in mutande e non. Non vedo dove è lo scandalo: sono belle le fotografie e lei è una bella donna, che voleva farsi un bel servizio fotografico e l'ha fatto. E allora? Anzi a me viene in mente... ti ricordi di Rocco ti presento mia moglie? Sarebbe bello rifarlo con loro".
Parentesi cinefila: nell'ampissima e trentennale filmografia dell'attore, regista e produttore di cinema per adulti originario di Ortona (CH), il titolo è un trittico di film di circa vent'anni fa. Tre lungometraggi per adulti, rigorosamente su supporto Dvd all'inzio del millennio, in cui Rocco Siffredi conosce e frequenta alcune coppie scambiste italiane, per una italianissima gita di esperienze sessuali, ma insieme alle mogli altrui e ai relativi mariti consenzienti. "Secondo me sarebbe un bel ritorno all'amatoriale serio, quello vero, made in Italy - racconta nella telefonata con MOW il pornodivo - e mi piace soprattutto l'idea del film con persone vere, di oggi. Poi la storia del deputato è forte: lui, lei, il casino mediatico. Davvero: Rocco ti presento mia moglie, ma in versione attuale, con le seconde generazioni e i nuovi italiani: con tanti neri, tanti mediorientali - sottolinea ancora Siffredi - così diventa fichissimo: un film... pazzesco".
Un tuo lungometraggio sull'Italia contemporanea: melting-pot di volti, storie, culture, che si fondono con le tradizioni del nostro Belpaese, ma vorresti dirigere un film così, con il proverbiale "cacio sui maccheroni" che è quindi "il caso Soumahoro": è corretta come sintesi? “Esatto, esatto. Come a Brindisi, quando ho girato con la ragazza black, la brasiliana: c'eri (MOW era l'unica testata italiana ammessa, ndr) e hai visto che sul set sono partito. Sono andato in 'Arzilli's Mode" e sono proprio partito. Perché a me, quella roba lì: vera e con gente reale, mi fa partire, mi manda proprio al manicomio..." (ride). MOW infatti c'era: Rocco Siffredi si riferisce alle scene dove ha "performato" per il lungometraggio "Rocco e Marika su e giù per l'Italia scambista", lo scorso primo maggio 2022. Le scene girate, secondo l'intervista successivamente concessa alla "Belva" Francesca Fagnani su Rai 2 lo scorso novembre, corrispondono ad alcune delle ultime riprese dove Rocco Siffredi svolge il proprio ruolo di attore hard, in un set cinematografico a luci rosse e di fronte alle telecamere. La scena hard a cui fa riferimento Siffredi non è stata ancora pubblicata, però MOW è in grado di mostrare in esclusiva alcune fotografie (gli unici scatti pubblicabili), scattate dal femminile occhio della fotografa Francesca Ricciardi durante le riprese nei pressi di Ostuni, in Puglia.
Nel proprio cinema, Rocco Siffredi ha sempre scelto e amato di girare con attori e attrici di colore, che sono infatti una costante nei suoi canoni stilistici e sono diventati anche uno standard nei film internazionali a luci rosse e nell'intrattenimento per adulti digitale. Ultimo esempio è: "Introspection" (Evil Angel, 2022), titolo che corrisponde al progetto più artistico nell'intera carriera del noto regista hard abruzzese, in cui sono presenti diversi attori black del cinema per adulti. Il film è candidato agli AVN 2023, gli "oscar del Porno" che premiano le eccellenze mondiali del Cinema a luci rosse, a Las Vegas in California durante il prossimo mese di gennaio 2023. Ma Siffredi è stato anche premiato a Berlino nel 2020, durante la terza edizione dei premi "adult" in terra di Germania: ha ritirato la statuetta per il "Movie of the Year" con “My Name is Zaawaadi” (Evil Angel, 2020). Nel lungometraggio sono presenti anche due attrici hard italiane, Malena e Martina Smeraldi, ma l'assoluta protagonista del lungometraggio vincitore in Europa è la debuttante attrice hard: Zaawaadi. La giovane keniota interpreta se stessa, che dall'Africa si reca in vari paesi del Vecchio Continente e vive numerose avventure. Ovviamente tutte rigorosamente vietate ai minori.
L'iperbolica lente della Pornografia è un gioco di specchi che enfatizza e ingrandisce. Ma è anche in grado di sbugiardare: "Ieri ho ripostato un video, in cui un ragazzo ha fatto una canzoncina: ha montato il pezzo in cui io dichiaro, era in una intervista o non ricordo dove, ma comunque dico una cosa molto vera. Che non capisco perché ci sono certe attrici, che chiedono più soldi per girare con un attore nero... ti mando il link, dacci un'occhiata", invita Rocco Siffredi a chiusura della cordiale telefonata con MOW. Concludiamo quindi con l'aneddoto che ci ha evidenziato il leggendario attore, regista e produttore del cinema per adulti, all'interno del mash-up musicale pubblicato su Instagram: "Lo sapevate che nel Porno ci sono alcune attrici che hanno un prezzo maggiorato... se l'attore non è bianco, ma è nero. Cioè con i neri, chiedono di più. Per me, questo è assurdo. Lo trovo terribile, ma esiste. Semplicemente perché: è nero. Ragazzi: ditemi un po'... ma è razzismo questo, oppure si fanno pagare... a centimetri? A me loro dicono che sono il "fratello bianco", quindi, capite un po'...".
Ma apriamo anche una parentesi puramente giornalistica: evidentemente si copia solo dai migliori. Dopo "Le Iene" che hanno fatto gli "sciacalli" col lavoro di MOW, pare che a Cologno Monzese ci hanno preso gusto: la trasmissione satirica Striscia La Notizia ha dedicato un servizio alla notizia durante la puntata del 6 dicembre: ha mostrato in diretta TV su Canale 5, uno schermo di Computer con la ripresa di Dagospia dell'intervista di MOW al fotografo autore degli scatti oggetto di notizia. La trasmissione di Mediaset si è però premurata in fase di montaggio di tagliare l'inquadratura per nascondere, agli occhi dei propri telespettatori, l'autore e fonte della notizia: il sito MOW, come è correttamente indicato invece su Dagospia fino al taglio dell'ìnquadratura. Così come ha fatto anche il quotidiano Libero e per ben due giorni consecutivi: non ha citato volontariamente la fonte giornalistica della notizia, ovvero il nostro magazine, ma comunque ha documentato che è in grado di copincollare e vendere il lavoro delle tastiere altrui. La storia e le pagine di cronaca ricordano infatti a qualsiasi italiano e per sempre, che: il quotidiano ha copiato e rivenduto interi paragrafi con le dichiarazioni rese dal fotografo Carchidi a MOW: il giorno 6 dicembre a pagina 2 e il 7 dicembre, giorno del meneghino San Ambrogio, a pagina 12. Non si finisce mai di imparare. A fare CTRL-C+CTRL-V sono buoni tutti, ma gli ignari lettori di Libero, nonché i telespettatori delle più acclamate trasmissioni di infotainment a marchio Mediaset, vengono informati che il mestiere di giornalista è fare copincolla di notizie lanciate da altri e lette al computer. Boh, c'è molta confusione: serve fare "Ordine".
Comunque la notizia e le fotografie sono state pubblicate anche sulle pagine del quotidiano La Verità del giorno 7 dicembre, ma soprattutto hanno tappezzato tutto il Web che parla la lingua di Dante. L'opinione pubblica italiana si è quindi scissa, a seconda della propria morale, in due opposte fazioni: i benpensanti che gridano allo scandalo o le benpensanti che urlano al sessisimo. Due facce della medesima medaglia: delle due, l'una. Dopo i tanti esempi della prima tipologia di bigottismo, sono arrivati quelli delle "scandalizzate da sesso": che è forse il bigottismo più infido, poiché è nascosto dall'allure radical-chic al femminile e tinta di femminismo. O, per dirla con un anglismo caro ai salotti delle migliori Ztl: è "femwashing". Ad esempio si può leggere il commento pubblicato il 7 dicembre dal quotidiano La Stampa a pagina 29, che riconosce in parte il proprio personale pregiudizio e quello della propria area di pensiero, oppure ancora l'8 dicembre sul sito Fanpage, che stila addirittura una "lista di proscrizione" (leggere per credere) in ordine cronologico, dove elenca i giornali che hanno osato raccontare all'opinione pubblica italiana la notizia del servizio fotografico di Liliane Murekatete, moglie del neodeputato Soumahoro, finito al centro dell'eclatante caso mediatico e di diverse inchieste giornalistiche. L'Ofelé fa el so mesté.
Al contrario dei bigotti, sia dell'uno che dell'altro partito, MOW si ricorda sempre molto bene che essere umani non è una banale questione di colore bianco o colore nero, ma è invece un festival di cromie che si fondono nell'arcobaleno. Da cui la famosa, però oggi commercialmnete svilita di significato, bandiera che è simbolo di inclusione. La tendenza alla mescolanza, alla varietà e all'inclusione degli esseri umani è ben rappresentata da quella potente figura retorica che è l'iperbole della Pornografia: l'unica forma di intrattenimento che è in grado di esprimere e ingigantire questa caratteristica naturale e propria degli esseri umani: uomo, donna e chiunque abbia il piacere a stare nel mezzo. Nel senso letterale, ma anche concreto e materiale, del termine. Il mondo è bello perchè è vario, come il sesso.