Perché è sparita da MOW l'intervista al fotografo di Liliane Murekatete? È una domanda che si sono posti in tanti nostri lettori e alla quale è giusto rispondere, chiarendo il perché abbiamo deciso di farla e ora siamo stati costretti a oscurarla. Tutto parte dall’indiscrezione di Dagospia, che ieri ha pubblicato alcune foto di quella che ha ipotizzato essere la moglie di Aboubakar Soumahoro, deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra finito nella bufera dopo che sono emerse presunte irregolarità nella gestione dei centri di accoglienza gestiti dalla suocera, Marie Therese Mukamitsindo. Questa è un’altra vicenda complessa e sulla quale è in corso una indagine della Procura e potete rinfrescarvi la memoria qui e qui. Ma torniamo al sexy gate che ha scatenato il putiferio.
L’indiscrezione di Dagospia ci ha incuriosito, visto che aveva come protagonista una delle donne al centro delle cronache di queste settimane per la paventata commistione di interessi con la titolare delle cooperative sotto inchiesta (è la figlia e ci ha lavorato fino a qualche anno fa) e per la relazione con il deputato Soumahoro (è la moglie) e abbiamo quindi cercato di capire, da chi aveva realizzato quelle foto, come fosse nato lo shooting e se si trattasse davvero della chiacchieratissima Liliane Murekatete. Così, visitando il sito del fotografo Elio Carchidi, è bastato un attimo per trovare la schermata intitolata: “Le fotografie glamour di Liliane Murekatete”. L’immagine di copertina già lasciava pochi dubbi sulla protagonista, ma cliccando era possibile ricevere via mail la brochure con gli 11 scatti senza veli in free download e senza nessuna richiesta di pagamento (soltanto dell'iscrizione al portale). Già dalla foto in copertina la somiglianza con la moglie di Soumahoro ci è apparsa lampante, ma a scanso di equivoci ci siamo rivolti direttamente al professionista che le aveva realizzate. Prima con un messaggio whatsapp - dove ci siamo qualificati come giornalisti e specificando il perché lo stavamo contattando (“volevo chiederle per le sue foto appena uscite su Dagospia della moglie del deputato Soumahoro”) - al quale Carchidi ha risposto con un vocale, dove diceva di essere impegnato nella mattinata e che ci saremmo sentiti verso le 15.
Poi è arrivato l’orario concordato, ci siamo presentati di nuovo telefonicamente, sempre specificando che eravamo giornalisti (e registrando la conversazione a tutela nostra e dell’interlocutore) e ponendogli alcune domande sugli scatti in questione. Carchidi, rivedendo quelle foto lei è sicuro che si tratti della moglie di Aboubakar Soumahoro? “So che si chiama così, come avevo riportato sul nome del portfolio sul sito, e ho saputo di loro quando ne hanno parlato le cronache in questi giorni. Prima non sapevo chi fossero questi signori. Ho visto le loro foto sui giornali e mi è sembrata lei”. Proseguendo, ci siamo limitati a cercare di contestualizzare quella serie di foto, senza avanzare nessuna ipotesi denigratoria o degradante per la protagonista. Quando è stato realizzato questo servizio fotografico? “Erano sul mio sito dal 2012, per cui sicuramente quell’anno”. Per cui non ha deciso lei di farle uscire dopo lo scoppio del caso che ha messo in imbarazzo il deputato? “Assolutamente no”. Ricorda perché il soggetto ritratto, che sembrerebbe l’attuale moglie di Soumahoro, le ha chiesto questo shooting? “Guardi, in genere ho clienti di ogni tipo, dal professionista per la foto istituzionale all’agenzia per la foto pubblicitaria. Tra tutti i clienti capitano anche signore e signori che vogliono fare le modelle o i modelli o oppure le attrici e gli attori e quindi avere un portfolio fotografico di un certo tipo”.
Questa la natura delle domande e delle risposte, che poi sono proseguite sempre con lo stesso tenore. Come mai non ha pensato di venderle lei direttamente a qualche testata giornalistica? “Non è il mio mestiere e non rientra nella mia etica professionale. Speravo che anche queste rimanessero lì per gli amanti della fotografia e non a uso e consumo della cronaca. Lo scopo era di presentare belle foto di una bella signora”. Ora però stanno circolando ovunque. “Sono praticamente sommerso dai download del sito, dalle persone che mi chiamano e mi scrivono per vederle e dai giornalisti. Sono spiazzato perché non era il mio obiettivo”. Quindi non ha fatto lei la soffiata a Dagospia? “Avrei potuto farlo in questi anni o nei giorni precedenti, ma non è questo il mio modo di lavorare. Per me era quella una cliente come le altre e le foto sono online da oltre dieci anni”. Quanto è costato questo servizio fotografico? “In questo caso nulla, perché si trovano accordi tra modella e fotografo e si spera di poter poi vendere a giornali e riviste queste foto. All’epoca non andò così e rimasero invendute. Comunque non le ha pagate la signora ritratta, che si è invece occupata dell’ambientazione del suo suo look, mentre io soltanto di scattare”.
Insomma, tutte domande legittime per capire se in quegli scatti fosse ritratta la Liliane Murekatete coinvolta nel caso dei centri per l’accoglienza gestiti dalla madre e sposata con il deputato Soumahoro. Una volta pubblicata l'intervista, però, ci arriva questa nota da parte del fotografo: "La presente per segnalare l'utilizzo non consentito delle foto da me realizzate e pubblicate senza autorizzazione sulla vostra testata e aventi come soggetto la Signora Liliane Murekatete. Per le suddette foto non vi sono stati infatti mai concessi i diritti alla pubblicazione da parte mia, vi diffido dunque dall'utilizzo invitandovi alla immediata cancellazione. Vi diffido inoltre dal pubblicare l'intervista carpita e registrato a mia insaputa starvolgendo il vero senso delle mie parole". In pratica l'inversione totale della realtà. Ne prendiamo atto.
Ma perché avevamo pubblicato l'intervista al fotografo chiedendogli conto di quelle foto? Prima di tutto gli scatti erano a disposizione liberamente di chiunque fosse andato sul sito di Elio Carchidi, come ha ammesso lo stesso professionista (“Sono praticamente sommerso dai download del sito”) e poi avevano come presunta protagonista una donna che, suo malgrado, nelle ultime settimane era diventata un personaggio pubblico a tutti gli effetti. Ricordate quanto si è dibattuto delle foto che Murekatete condivideva su Instagram e che avrebbero ostentato uno stile di vita lussuoso in contrasto ai lavoratori delle cooperative senza stipendio da tempo? E la giustificazione del deputato Soumahoro nella trasmissione Piazza Pulita su La7, che parlò di “diritto all’eleganza” della moglie? Senza contare che Murekatete, se fosse vero che gli scatti hot sono stati realizzati nel 2012 (e da allora liberamente accessibili sul sito del fotografo) in quel periodo aveva appena finito di ricoprire incarichi istituzionali, come riportato anche dal quotidiano La Verità di oggi: “A Palazzo Chigi con Berlusconi tra il 2003 e il 2006, cooptata da Alberto Michelini all’epoca nominato rappresentante personale di Berlusconi per il «Piano di azione per l’Africa». Poi ci era rimasta con Romano Prodi e, di nuovo, con il Cavaliere dopo il suo trionfo elettorale del 2008”. E ancora: “Sul suo profilo Linkedin la compagna di Soumahoro, riguardo alla sua esperienza a Palazzo Chigi, sostiene di essere stata per un anno, a partire dal 2008 «vice rappresentante personale a interim per l’Africa del Primo ministro» e poi, dal 2009 al 2011, «rappresentante personale a interim per l’Africa del Primo ministro». Sempre su La Verità, apprendiamo anche che Elio Carchidi, sentito dai colleghi del quotidiano, ha aggiunto: “«Sì, era molto soddisfatta delle immagini». Non le ha mai chiesto di toglierle dal sito? (chiede il giornalista) «No, altrimenti l’avrei fatto»”. Come se non bastasse, scrive Pietro Senaldi su Libero, Murekatete si sarebbe definita “sedicente nipote del premier ruandese, così si era presentata quando lavorava a Palazzo Chigi ai tempi di Berlusconi”.
Ora però abbiamo dovuto togliere quell'intervista e c'è un altro perché. L’avvocato di Murekatete, Lorenzo Borrè, che abbiamo intervistato, ha detto: “Da parte nostra stiamo pensando a una azione sia penale che civile, ma prima con richiesta di mediazione, perché non c'era autorizzazione da parte della Soumahoro a renderle pubbliche e a metterle sul sito del fotografo”. E così è lui stesso a darci conferma che era proprio la moglie del deputato nelle foto incriminate, per cui ci domandiamo: ma la signora Murekatete, in dieci anni, non si era mai accorta che le sue immagini erano pubblicate in bella mostra sul sito di uno dei più noti fotografi italiani? Strano ancora una volta, come tutte le vicende che ruotano intorno ai Soumahoro negli ultimi tempi. Infine, ci teniamo a precisare che era lontana da noi l'idea di giudicare moralisticamente la signora Murekatete, che era ed è liberissima di farsi scattare tutte le foto che desidera e di utilizzare il proprio corpo come meglio crede. Ma è anche dovere del giornalismo permettere ai lettori (che sono anche elettori) di conoscere in quale contesto vive un parlamentare della Repubblica come Aboubakar Soumahoro, e se tutto ciò è coerente con l'immagine pubblica che si è costruito, le battaglie che ha intrapreso e i progetti presentati in campagna elettorale.