Adesso ha pure un look un po’ da fighetto che quasi fa stacco rispetto alla divisa che ha indossato per una vita, però essere “diventati civili da salotto televisivo” va bene fino a quando - nel circo intorno alla cronaca nera, che ormai è lo spettacolo di ogni spettacolo - non si finisce per parlare della propria persona. Sì, il generale Luciano Garofano, un tempo militare tutto d’un pezzo e oggi consulente e opinionista “tutto d’un puzzle” (quello della spettacolarizzazione della cronaca nera, appunto) s’è arrabbiato. Arrivando persino a minacciare querele ora che nel fiume incontrollato e incontrollabile delle indagini e dei processi che si fanno fuori dalle Procure e dei Tribunali c’è finito in mezzo pure lui. E non come consulente. O uomo di scienza. La storia è nota: c’è chi ha buttato là che l’ex generale potesse aver intascato dei soldi ai tempi di una delle precedenti indagini sull’omicidio di Chiara Poggi (quella del 2017 per la precisione). E apriti cielo.

I soldi, in verità, gli sono arrivati davvero e lui stesso lo ha ammesso, però – come sembra e come sempre lui stesso ha pure specificato – non ci sarebbe niente di male o di illegale. “Con riferimento agli sconsiderati e gravi attacchi mediatici subiti negli ultimi giorni e relativi all’avvenuta ricezione di una somma di denaro, nell’aprile 2017, da parte del Sig. Andrea Sempio – si legge in un comunicato stampa diffuso proprio dai legali del generale - il Gen. Garofano ribadisce trattarsi del pagamento di prestazioni professionali rese su incarico dei Difensori che all’epoca assistevano Sempio nell’ambito del procedimento penale n. 8283/2016 RGNR. In particolare, Luciano Garofano ebbe a redigere una ‘consulenza genetico forense negli interessi della famiglia di Andrea Sempio’, sulla scorta di documenti e atti che gli vennero forniti dagli stessi Difensori committenti. La relazione tecnica, datata 27 gennaio 2017, venne inviata a mezzo e-mail in pari data ai Difensori di Andrea Sempio, che ne apprezzarono il contenuto, e ad essa fece seguito l’emissione della fattura n. 15/2017 per gli onorari maturati, dell’importo di euro 5.000,00 oltre accessori di Legge”.
E’ quello che scrive – e circoscrive – e, al momento, c’è niente di niente su cui dubitare. Semmai, però, c’è qualcosa su cui riflettere, ossia le barricate alzate attraverso quello stizzitissimo comunicato stampa non appena Garofano è finito nel girone infernale del chiacchiericcio giudiziario, tipico ormai della TV, in un ruolo diverso – sicuramente più scomodo – di quello che invece ci ha sempre tenuto a ritagliarsi sin dal giorno successivo a quello in cui ha chiuso per sempre in un armadio la sua divisa da Carabiniere. E, non ce ne voglia il buon generale - che ci sta doppiamente simpatico adesso che ha quel look lì da “dandy dentro il tempo” - fa pure un po’ ridere. Perché passa serate e serate in ospitate e ospitate a prestarsi alla spettacolarizzazione della nera, con tutte le assurdità che ogni volta vengono fuori tra ospiti e personaggi che con gli inquirenti c’entrano meno di niente e con cui lui stesso commenta e dibatte, e poi, quando tocca a lui essere sfiorato dal chiacchiericcio, punta la baionetta contro le narrazioni fatte alla caz*o di cane o i sospetti buttati là? Non è bello e suona pure un po’ di gioco a nascondersi: “generale dietro la querelina”.

“Il Generale Garofano – chiude infatti quel comunicato stampa - comunica di avere conferito mandato ai propri legali affinché procedano nelle competenti sedi giudiziarie nei confronti di coloro che lo hanno diffamato, ipotizzando il suo coinvolgimento in vicende di rilevanza penale, vicende alle quali egli era ed è del tutto estraneo”. Sì, quasi certamente – a meno di clamorosi colpi di scena – è estraneo e ha già documentato ogni cosa, però perché gli fa così schifo che se ne parli, tanto da minacciare querele a destra e manca? E’ quel gioco lì, lo stesso a cui partecipa ormai da anni, ma adesso s’accorge che è brutto perché l’ha toccato in una posizione differente da quella che invece s’è scelto, sia perdonata la malizia. Tra l’altro pure il momento è quello che è, visto che la barricata alzata e la corsa del “generale dietro la querelina” arrivano proprio nel momento in cui lo stesso Garofano ha fatto sapere di aver rotto i rapporti con Andrea Sempio e, soprattutto, con il suo legale, l’istrionico e un po’ stralunato Massimo Lovati. Ok, sono faccende distinte e separate, però il nervosismo si nota lo stesso e non aiuta a capire fino in fondo il personaggio.
In verità pure il comunicato stampa è lo stesso. “Il Generale Luciano Garofano – si legge infatti in apertura della stessa nota diffusa dai suoi legali - ha rinunciato all’incarico di consulente tecnico di parte conferitogli dal Sig. Andrea Sempio sin dal gennaio 2017 e confermato anche nel procedimento penale per il quale è in corso di svolgimento incidente probatorio davanti al GIP del Tribunale di Pavia. La decisione di rinunciare all’incarico è maturata in conseguenza della mancata condivisione da parte della Difesa del Signor Sempio dei suggerimenti tecnico scientifici forniti dal Generale Garofano in merito allo svolgimento dell’incidente probatorio e alla possibile estensione dei temi oggetto di perizia. Nel rispetto della autonomia decisionale dei Difensori nella scelta delle strategie difensive, Garofano ritiene che siano venuti meno i presupposti per il mantenimento del proprio incarico. Il Generale sottolinea che quella indicata è l’unica ragione alla base della rinuncia all’incarico di consulente in favore di una persona che, alla scorta di tutte le evidenze scientifiche acquisite, meriterebbe di essere scagionata dall’ipotesi di reato per la quale risulta indagata”. Non è la mera comunicazione di un rapporto interrotto, c’è pure qualcosa di molto simile a una sentenza dentro: Andrea Sempio è palesemente innocente. E sembra decisamente strano pensare che anche il legale di Sempio, per quanto stravagante, non la pensi alla stessa maniera o non voglia arrivare alle medesime conclusioni. Non sarà, piuttosto, che dentro questa storiaccia maledetta e infinita di Garlasco, adesso che ci si è resi conto di fin dove può arrivare il circo mediatico a cui lo stesso Garofano ha partecipato, non conviene più starci? Almeno fino alla prossima ospitata in tv, come se a nessuno interessasse davvero sapere chi ha ucciso Chiara Poggi, se Alberto Stasi è innocente, se Andrea Sempio c’entra qualcosa e se qualcuno, in anni e anni di lavoro degli inquirenti, ha giocato in maniera non pulitissima.
