Mancano poche settimane all'assemblea che deciderà il futuro di Generali, e il clima è quello di una guerra di posizione. I grandi azionisti si muovono con cautela, ma senza sosta, tra acquisizioni strategiche e alleanze sottili. UniCredit, guidata da Andrea Orcel, si sta rafforzando silenziosamente nel capitale del Leone di Trieste, mentre Caltagirone e Delfin consolidano le loro posizioni. E a Piazza Affari cresce l'attesa per una battaglia finanziaria che potrebbe ridisegnare gli equilibri del settore.
UniCredit avanza su Generali: semplice investimento o strategia più ambiziosa?
Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, UniCredit ha già in mano il 5,188% di Generali, ma indiscrezioni indicano che l’istituto potrebbe arrivare a sfiorare il 10% prima dell'assemblea. Orcel, in un'intervista, ha definito la partecipazione come "finanziaria, senza risvolti industriali", ma l'incremento della quota fa sorgere dubbi sulle reali intenzioni della banca.
L’interesse di UniCredit su Generali si intreccia con altre partite strategiche: l’Ops su Banco Bpm, che è stata posticipata a giugno, e il possibile intreccio con la scalata di Mps su Mediobanca, azionista chiave della compagnia assicurativa. Il rischio è che un’ondata di operazioni possa alterare profondamente gli equilibri di potere, con un effetto domino che toccherebbe non solo Trieste, ma l’intero sistema finanziario italiano.

Caltagirone e Delfin: alleati o rivali?
Mentre UniCredit si rafforza, i movimenti di Francesco Gaetano Caltagirone e di Delfin (famiglia Del Vecchio) non passano inosservati. Il costruttore romano, già tra i principali azionisti, potrebbe arrotondare la sua quota oltre il 10%, così come Delfin, che attende solo gli ultimi via libera regolamentari per consolidare la propria posizione.
Entrambi hanno un interesse strategico su Generali, ma con obiettivi potenzialmente divergenti: Caltagirone ha già tentato in passato di ribaltare il board senza successo, mentre Delfin potrebbe puntare a un’influenza più graduale. A rendere ancora più imprevedibile la situazione c’è Mediobanca, storica regista degli equilibri interni di Generali, che potrebbe trovarsi costretta a difendere la propria posizione con nuove mosse strategiche.
Il dilemma di Mediobanca: si muoverà per difendere Generali?
Nel 2022, per blindare la lista del Cda di Generali, Mediobanca si era spinta fino al 17,249% del capitale, attraverso un prestito titoli che aveva sollevato non poche polemiche. Ma quest'anno le cose potrebbero essere più complicate.
La banca d’affari, infatti, è sotto la lente delle autorità per l’Ops di Mps, che potrebbe limitare la sua libertà di manovra. Secondo alcune interpretazioni legali, Mediobanca non potrebbe compiere operazioni straordinarie senza l’approvazione dell’assemblea, il che complicherebbe un eventuale rafforzamento su Generali. La decisione del Cda del 12 marzo sarà quindi cruciale: anticipare l’assemblea a fine aprile potrebbe favorire alcune manovre, mentre mantenerla all’8 maggio lascerebbe più tempo agli azionisti per riorganizzarsi.

Il risiko di Orcel: Banco Bpm, Mediobanca e l’incognita Generali
Se il focus di Orcel su Generali sembra essere quello di un "investimento finanziario", l’amministratore delegato di UniCredit ha comunque deciso di rallentare l’Ops su Banco Bpm, posticipandola tra metà e fine giugno. Il motivo? Troppe incognite sul tavolo, sia interne che esterne.
Secondo Il Messaggero, UniCredit vuole prima valutare alcuni fattori critici:
- L’opa su Anima Holding da parte di Banco Bpm e il livello di adesione degli azionisti.
- L’impatto della Bce sul Danish Compromise, che potrebbe modificare i requisiti di capitale.
- I risultati trimestrali di Bpm, che verranno pubblicati a maggio e potrebbero rivelare nuove criticità.
Nel frattempo, il golden power da parte del governo italiano rappresenta un ulteriore ostacolo. Il comitato di coordinamento ha già avviato le discussioni e UniCredit sta cercando di negoziare alcuni "remedies" per garantire il via libera all’operazione, con impegni su filiali, dipendenti e investimenti locali.
Ma c’è un dettaglio che non è passato inosservato: la tempistica dell’Ops su Banco Bpm coincide con quella dell’Ops di Mps su Mediobanca. Due operazioni che, combinate, potrebbero ridisegnare l’intero assetto della finanza italiana.

Chi vincerà la partita?
L’assemblea di Generali si preannuncia come l’evento chiave di questo risiko finanziario, con UniCredit, Caltagirone, Delfin e Mediobanca pronte a muovere le proprie pedine.
Orcel continua a giocare su più tavoli, tra Generali, Banco Bpm e Mediobanca, in una strategia che potrebbe rafforzare il peso di UniCredit nel sistema finanziario italiano. Ma con Caltagirone e Delfin in agguato, e il governo pronto a usare il golden power per proteggere gli asset strategici, nulla è ancora scritto.
Chi riuscirà a imporsi nella partita per il controllo di Generali? Le mosse delle prossime settimane saranno decisive, e potrebbero cambiare per sempre l’assetto del potere nella finanza italiana.
