Andrea Orcel è a Roma. L’amministratore delegato di UniCredit, secondo Milano Finanza, si muove tra i palazzi della politica per cercare un supporto decisivo su due fronti caldi: la scalata a Commerzbank in Germania e soprattutto l’ops su Banco Bpm, un’operazione che ha già creato tensioni con il governo italiano. Secondo gli insider ’esecutivo guidato da Giorgia Meloni avrebbe accolto con freddezza il blitz di UniCredit su Banco Bpm, vedendolo come un ostacolo al progetto del cosiddetto terzo polo del credito, con Mps al centro di un’operazione di consolidamento nazionale.
Ora, però, la partita è entrata in una fase ancora più delicata: il governo ha aperto un’istruttoria con il Golden Power, lo strumento che tutela gli asset strategici italiani da acquisizioni considerate rischiose. Il rischio per Orcel? Che il governo imponga condizioni stringenti o addirittura rallenti l’operazione, rendendola meno appetibile. Ma il banchiere non è nuovo a questo tipo di giochi di potere e, come riporta Milano Finanza, è pronto a giocarsi ogni carta disponibile per arrivare al suo obiettivo.
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Banco Bpm e il nodo Golden Power: il governo osserva
Il rischio di una bocciatura del governo italiano sulla scalata di UniCredit a Banco Bpm, secondo Milano Finanza, appare improbabile, dato che UniCredit è una banca italiana, anche se con una significativa partecipazione di investitori internazionali. Tuttavia, il governo potrebbe porre “paletti precisi” per assicurarsi che l’operazione non vada a discapito della stabilità del sistema bancario nazionale.
L’istruttoria sul Golden Power è entrata nel vivo dopo la pre-notifica di dicembre e la notifica ufficiale del 4 febbraio. Ora il comitato di vigilanza del governo sta analizzando il dossier e potrebbe convocare i rappresentanti di UniCredit e Banco Bpm per un’audizione. Secondo le tempistiche previste, la decisione dovrebbe arrivare entro aprile, salvo richieste di approfondimenti che potrebbero allungare i tempi di altri 30 giorni.
A mettere ulteriore pressione sul dossier è stato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che ha dichiarato di voler valutare attentamente l’operazione, pur escludendo un decreto ad hoc per rafforzare il Golden Power. L’obiettivo del governo, secondo le indiscrezioni raccolte da Milano Finanza, sarebbe quello di garantire che l’operazione non porti a un eccessivo sbilanciamento del settore bancario italiano verso investitori stranieri.
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Generali e il timore del governo sul controllo del risparmio italiano
Ma Banco Bpm non è l’unico dossier sotto i riflettori. Il governo Meloni ha espresso preoccupazione anche per i movimenti su Generali, il colosso assicurativo italiano. Secondo Milano Finanza, UniCredit ha acquisito il 5,2% di Generali, con una parte consistente in azioni proprie.
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari, intervenendo al Forum Masseria, ha dichiarato che il governo è "preoccupato per il risiko bancario in corso, in particolare per i movimenti su Generali”. Fazzolari ha evidenziato un problema strutturale: l’Italia è un paese di risparmiatori, ma il capitale accumulato dai cittadini spesso finisce nelle mani di investitori stranieri che non lo reinvestono sul territorio nazionale.
Generali ha subito replicato alle critiche. Il portavoce del gruppo, Simone Bemporad, ha dichiarato che "l’ancoraggio di Generali in Italia è solido e fuori discussione”, sottolineando che l’accordo con Natixis non modifica la gestione degli investimenti dei risparmiatori italiani, che rimane in mano alla compagnia triestina.
Tuttavia, la partita su Generali è ancora aperta, e l’attenzione politica su questo fronte resta altissima. Secondo Milano Finanza, l’operazione potrebbe avere ripercussioni rilevanti sulla governance della compagnia, in vista della prossima assemblea dei soci.
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Commerzbank: la resistenza tedesca e lo spettro della scalata ostile
Se in Italia Orcel deve vedersela con la politica, in Germania la sfida è ancora più accesa. UniCredit ha messo nel mirino Commerzbank, ma l’operazione si sta trasformando in una battaglia su più livelli.
Dopo aver acquisito il 4,5% della banca tedesca dal governo federale e un altro 4,5% attraverso operazioni di mercato, UniCredit è arrivata a una posizione potenziale del 28%, in attesa del via libera della Bce per arrivare al 29,9%, soglia oltre la quale scatterebbe l’opa obbligatoria.
Ma la reazione in Germania è stata immediata e ostile. Sascha Uebel, presidente del comitato aziendale di Commerzbank, ha dichiarato alla Dpa che la banca farà di tutto per complicare l’operazione, avvertendo che renderanno il percorso di Orcel "il più fangoso e profondo possibile”.
Anche il governo tedesco ha preso posizione, definendo la mossa di UniCredit una "scalata ostile". Secondo fonti raccolte da Milano Finanza, il cancelliere Olaf Scholz sta valutando possibili contromisure per evitare che una delle principali banche tedesche finisca sotto il controllo di un istituto italiano.
Orcel tra politica e finanza: la partita si complica
Andrea Orcel, abituato a navigare nelle acque turbolente della finanza internazionale, si trova ora davanti a una delle sfide più complesse della sua carriera. Da un lato, in Italia, il governo sta valutando con attenzione l’ops su Banco Bpm, con il Golden Power come possibile strumento di controllo. Dall’altro, in Germania, la scalata a Commerzbank si è trasformata in un braccio di ferro politico.
L’esito di queste operazioni potrebbe ridefinire gli equilibri del settore bancario europeo. Se riuscirà a portarle a termine, UniCredit diventerà un colosso paneuropeo con una posizione dominante sia in Italia che in Germania. Se invece dovrà fare marcia indietro, il rischio è che le sue ambizioni di espansione vengano ridimensionate.
Per ora, il rischio più grande per Orcel è quello di restare intrappolato tra le resistenze politiche di Roma e Berlino. Ma una cosa è certa: la partita è ancora aperta e il finale, per ora, è tutto da scrivere.
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