A me stupisce lo stupore. Che Davide Lacerenza fosse un cicainomane che spacciava e gestiva escort e che Stefania Nobile fosse la sua socia lo sapeva tutta Milano. E non lo sapeva solo tutta Milano lo dicevano chiaramente loro. A La Zanzara. Nelle interviste. Solo che apparivano un fenomeno folclkloristico. E lo sapete perché? Perché tutta Milano è così. Non solo alla Gintoneria di Lacerenza ci sono i proprietari che spacciano cocaina, tanta cocaina, solo cocaina, perché a Milano, in questi posti, alla cocaina siamo rimasti. Non solo alla Gintoneria di Lacerenza ci sono le escort procacciate ai clienti. Sono tanti i locali dove succede questo. Il locale del famoso pierre già emerso in altre inchieste. Il locale di tendenza in zona più periferica. Il locale del figlio d'arte in zona stazione Centrale. Putta*e. Coca. Milano. Funziona così.

Sembra un romanzo di Ellroy ma è tutto vero, con escort soprannominate puzzola, per l'odore delle ascelle, oppure ragazze catalogate per anno: Lacerenza parlava della 2005... cioè una minorenne. Finanzieri, forze dell'ordine complici in cambio di scopa*e. Il giornalista di gossip cliente agente dei vip e amico delle influencer e delle influgiornaliste che ogni giorno ci fanno la morale. E tutto questo è solo l'inizio. Quello che c'è sotto è molto più profondo e racconta di una Milano che tutti fanno finta di non vedere come nel caso ultras. Come nel caso dossieraggio. E che però allo stesso tempo era già evidente, sotto agli occhi di tutti, perché i protagonisti andavano in giro, tra trasmissioni radiofoniche, libri e interviste a raccontare e a sfoggiare la loro riccanza volgare e mediocre. Solo che ripeto, passavano come un fenomeno di costume. La grande ipocrisia di Milano e di un'Italia fatta così, dove facciamo i moralisti sui social e poi...
