'Non lo faccio x moda', il podcast. Ma rompere la vulva, invece, sì. Giulia Salemi, al termine della seconda stagione del suo imprescindibile accrocchio di interviste, conquista la copertina del magazine 'Grazia', forse anche complice il fatto che stiamo a fine luglio, e regala una appassionante chiacchiera intorno al proprio ombelico, notoriamente il centro del mondo (social e tv). Tra le righe, troviamo un missile già sparato in bold in da varie testate con titoloni polemici riguardo alla sempre più incalzante e non necessaria faida maschi contro femmine: "Uomini rifiutano l'invito al mio podcast perché sono donna. Dobbiamo lavorare il doppio per essere prese sul serio". Addentrandosi oltre allo strillo riportato in superficie, scopriamo come la ex gieffina si sia sentita addirittura "mortificata" per aver ricevuto dei no, motivati dalla più classica frase di rito: "Grazie ma il programma non è in linea con il nostro talent". E quindi? E quindi l'oggi sodale di Amadeus al quiz 'The Cage' (sullo sciagurato Canale Nove), si ritiene certa che i niet in questione dipendano da ciò che tiene in mezzo alle gambe, non sussistono alternative. Per smussare la panzana, aggiunge una frase condivisibile (i maggiori sforzi che il gentil sesso deve ancor fare per essere considerato sul piano professionale). Et voilà, la narrazione piangin-femministarda è servita. Ma a chi, di grazia? A costei, ovviamente.
Con "100 milioni di total audience" dichiarati "tra streaming, YouTube, Instagram, TikTok" - e caffettiere, 'Non lo faccio x Moda' sarebbe pure andato bene assai, lato ascolti (quella cosa che il poro Amadeus, sul canale Nove, oramai si sogna). E allora come mai lamentarsi per chi non ha voluto parteciparvi? Ricordiamo, non troppo tempo orsono anche se oramai paiono esser passate due vite, Victoria Cabello che nel suo talk 'Victor Victoria', su La7, mandava in onda una rubrica dedicata ai rifiuti vip, "Quelli che ci hanno detto no". Un'occasione per riderci sopra, non certo per vittimizzarsi. E, con l'occasione, vittimizzare l'intero genere femminile, why not?
Lo storytelling invalso è questo: pure quando una donna, in quanto donna, ha un certo successo, deve comunque lamentarsi, in particolare degli uomini. Perché? Perché altrimenti non fa titolo - e perde una chance in più di visibilità. Tutto si riconduce, sempre e comunque, al self branding, alla necessità di vedere il proprio nome girare. Non importa se con messaggi sfalsati e surreali, conta soltanto che siano trend. Questo, ovvio, non lo fa soltanto Giulia Salemi, niente di personale contro la showgirl, ma troviamo importante sottolineare la distinzione tra dichiarazioni 'spontanee' e frasette volpine, fatte proprio per 'moda'.

A proposito di 'moda', poi, il podcast di Salemi non nasce per quello, è vero. Ma perché la nostra si è ritrovata, un paio di anni orsono, fuori dallo studio del 'Grande Fratello', in cui aveva avuto fino a quel momento l'onere e l'onore di leggere qualche tweet durante le puntate. D'improvviso a spasso dalla tv, ma con un seguito social grosso assai, ha voluto quindi, con la compiacenza di qualche autore dotato di fiuto verso ciò che crea engagement a prescindere dai contenuti, buttarsi in questa avventura. Giusto per non dare l'impression d'esser disoccupata. Ottima mossa, pare le sia andata anche bene. Del resto, era inevitabile.
Era inevitabile perché Salemi, fin dal 2018 quando partecipò come concorrente al 'Grande Fratello', è riuscita a guadagnarsi l'affetto incondizionato dei 'Prelemi', il fandom della coppia che forma insieme a Pierpaolo Pretelli. C'è da riconoscerle il merito di essersi saputa, nel tempo, coltivare questo esercito. Anche perché oggi tale 'esercito' resta tra i più numerosi e agguerriti su qualunque social. Mai nominare il nome di Giulia Salemi invano, arrivano sciami di 'Prelemi' a vendicare l'onore della propria beneamata, non ti mollano più. Questo è il principale motivo per cui sussistono online così tanti post riguardo a costei, spessissimo con titoli pretestuosi e mortalmente banali: testate e pagine Instagram sanno benissimo l'engagement che i suoi crociati virtuali porteranno tramite centinaia di commenti estatici, ricondivisioni, cuoricioni affettuosi e views. Il 'fenomeno' Giulia Salemi, come tanti altri, si spiega così: piace a un vasto gruppo di persone totalmente ossessionate. Per questo la nostra sembra essere (ed è) ovunque sul web che ne parla continuamente bene se non benissimo per evitare rivendicazioni e dover affrontare miriadi di commenti horror che, sicuro, infesterebbero i post di chiunque si permette una qualsiasi critica. Per via della percezione del grande successo di Salemi, la reginetta di Instagram che 'tutti amano', costei viene quindi chiamata a lavorare in tv: purtroppo o per fortuna vige ancora la illusoria leggenda metropolitana per cui il seguito social possa trasformarsi in punti di share. Spoiler: non accade mai, prima o poi ci arriveranno anche gli addetti ai lavori. Dai, dai, dai!
In ogni caso, i motivi per cui declinare l'invito a un podcast possono essere infiniti. Per esempio, ne esistono 8 miliardi (figura retorica dell'iperbole, ndr) e tutti uguali soltanto nel nostro bel Paese. Se un vip qualsiasi dovesse dire di sì a ognuno di questi, non avrebbe più il tempo di lavorare. Oppure, il podcast in questione potrebbe davvero 'non essere in linea' con l'immagine che il tanto agognato ospite si è costruito di sé: tanti, per spocchia o perché non je va, non gradiscono d'esser associati in alcun modo al 'Grande Fratello'. Nemmeno Luca Argentero che, addirittura, proprio al papà di tutti i reality deve (l'inizio del)la propria carriera. Poi ci sono i contenuti: sembrerà incredibile, però addirittura oggi esiste la possibilità che non tutti bramino di diventar meme più o meno virale, che non tutti siano, insomma, morti di engagement. Ma arriviamo alla pura eresia: può darsi che perfino Giulia Salemi, semplicemente, non piaccia. E la questione, nel caso, potrà mai riguardare tutte le donne? Infatti, no. La vulva è colma.