La ricerca Google non funziona ai giornalisti italiani quando si parla della Trattoria Meloni, non c'è altra spiegazione. Dopo il Telegiornale di Rete 4 è il turno di La7. In altre parole, il programma di Massimo Gramellini, lancia il grande ritorno di Giovanna Botteri sugli schermi televisivi. Un servizio sul centro di accoglienza in Albania che non è ancora pronto poi, immaginiamo che Gramellini gli abbia detto qualcosa del genere, già che sei lì vai a fare un giro alla Trattoria Meloni, no? E riecco le solite carrellate sui quadri del primo ministro appesi alle pareti, stavolta condite dal sarcasmo smozzato in stile posta del cuore di Gramellini: chissà che foto ci sono in bagno, altroché Stalin e finita lì. Pietro Sermonti, presente in studio, prova a chiedere chi sia il proprietario, ma Gramellini gli passa sopra lasciando cadere la domanda. Sembra fatto apposta. Sarà poi Giovanna Botteri a fare un veloce riferimento a Gjergj Luca: è un carissimo amico di Edi Rama, ed è il maggior imprenditore ittico del Paese. Fine, si torna a scherzare. Ci sta che Gramellini e la Botteri non leggano Mow né la stampa albanese, ma i nostri articoli che abbiamo dedicato al caso su Google ci sono, e fa strano che due professionisti come loro non li abbiano visti né siano documentati a riguardo. Meglio tacere? Chissà, intanto ci pensiamo noi a riportare le ultime novità dall'Albania.
Gjergj Luca, proprietario della Trattoria Meloni sbarcata in Italia grazie al Tg4, sembrerebbe sempre più coinvolto nella questione dell'hotspot. I media indipendenti albanesi, oltre ad aver svelato alcune ombre decisamente pesanti sul suo passato, dal traffico di stupefacenti alla corruzione, avevano scritto che le navi ottenute da Luca direttamente dal ministero dell'agricoltura potrebbero essere utilizzate per il trasporto dei migranti. Ora, stando a quanto riporta il giornale Pamfleti in un articolo (qui il link), la società di Luca avrebbe ottenuto un appalto per consegnare il cibo ai migranti nel centro di detenzione, così lo ha chiamato Riccardo Magi, che sta per entrare in funzione a Shengjin. Accuse pesanti, come sempre date per certe al 100% dai giornalisti albanesi. Secondo Pamfleti “si dice che il Primo Ministro Edi Rama, attraverso il Primo Ministro italiano Giorgia Meloni, ha assicurato a Gjergj Luca il diritto di fornire il cibo ai rifugiati e ai militari nel centro di accoglienza di Shengjin e nel campo profughi di Gjadër”. Luca ha costruito un vero e proprio impero della ristorazione e distribuzione di pesce, in Albania, e data la sua ostentata vicinanza alla politica, secondo i media delle aquile il cerchio si chiuderebbe abbastanza in fretta. Se per avere una verifica delle informazioni fornite da Pamfleti basterà aspettare poco tempo, ovvero il via delle operazioni tra Italia e Albania, quello che stupisce di più nel nostro Paese è l'ostinazione al silenzio da parte di tutti. Il Governo tace, l'opposizione anche. In Albania intanto si fa specifico riferimento a Giorgia Meloni negli articoli su Gjergj Luca. Secondo loro la Trattoria avrebbe aperto un varco più che simbolico, per cui l'ostentata ammirazione per la Presidente nasconderebbe una sorta di ringraziamento per i vantaggi che il protocollo Italia-Albania per il trasferimento dei migranti starebbe portando alle sue attività.
Pamfleti afferma che “L'azienda Rozafa di Gjergj Luca è stata dotata martedì (27 agosto) della certificazione del Ministero dell'Agricoltura-Alimentazione e dell'AKU per la Sicurezza Alimentare, secondo il certificato ISO 22000, quando la sua azienda non dispone di questa certificazione internazionale per la sicurezza e la qualità alimentare”. Aiuti, aiutini e favori: anche in Italia ne sappiamo qualcosa. Luca stesso ha raccontato di essere stato amico d’infanzia e compagno di università di Edi Rama, quindi non c'è molto di cui stupirsi. Se non che l'Italia, con Giorgia Meloni, si trova immischiata in queste dinamiche. Se risulterà esser vero quello che ha riportato Pamfleti, qualcosa di positivo ci sarà: i migranti avranno una mensa ottima. Intanto in Italia continuiamo a ingollare il silenzio dei media e a guardare i quadri fluo di Giorgia appesi alle pareti. Per digerire, un paio di battutine leggere, di quelle che non fanno male a nessuno.