Sulla polemica scoppiata in Rai a causa del (mancato) monologo dello scrittore Antonio Scurati sul 25 aprile, l’Italia si divide. C’è chi è convinto che si tratti di una censura e chi, invece, parla di questioni economiche o strumentali e nega che ci sia alcun tipo di clima di repressione. Abbiamo chiesto cosa ne pensi al riguardo a Paolo Guzzanti, giornalista e politico di lunghissimo corso: lui non vuol più sentir parlare di fascismo o di deriva fascista, perché “io ho fatto davvero a botte con i fascisti. Oggi il fascismo non esiste”. E su chi chiede al Premier di dichiararsi antifascista risponde: “Perché la Meloni che deve dire di esserlo? Lei non lo è”. Poi ci ha parlato della rottura con Silvio Berlusconi, del suo (vero e doppio) siluramento dalla Rai, dell’invio delle armi in Ucraina e del futuro di Forza Italia.
Guzzanti, cosa ne pensa delle discussioni scaturite dalla presunta censura del monologo di Antonio Scurati dalla Bortone su Rai 3?
Sono vissuto in un'Italia del dopo guerra piena zeppa di veri fascisti, erano ovunque. Gli amici dei miei genitori erano fascisti, i compagni di scuola perché erano figli di fascisti, erano fascisti quelli che avevano fatto la guerra. Poi c'erano gli antifascisti, i miei amici, i partigiani... Però il fascismo era una realtà. Ma lui è stato scelto da Rai 3 per quale motivo? Perché ha scritto una biografia su Mussolini? Mi va bene eh, ma non capisco se sia stato scelto per fare delle considerazioni storiche o per dire “attenti il fascismo è tra noi”. Sono due cose diverse, perché tutto dipende da come si tratta il tema. Me che cazzo c'entra con la celebrazione di una data che è festa nazionale, andare nel servizio pubblico e attaccare il Presidente del Consiglio. Qual è la ratio? Perché la Meloni che deve dire di essere antifascista? Lei non lo è. Io sono assolutamente per il free speech e per la libertà. Sono nato nel 1940, quindi ho vissuto tutta la mia giovinezza e anche larga parte dell'età adulta, facendo a botte con i fascisti all'università.
Sta dicendo che il fascismo di cui si parla oggi non è il vero fascismo?
Il fascismo prima era una cosa reale, ma sono morti tutti. Non so di che si parla oggi, se qualcuno me lo dice, lo ascolto con rispetto e attenzione e imparo. Io non lo capisco, evidentemente sono stupido, perché non so di che parliamo. Ci soffermiamo su quattro stronzi che fanno il saluto romano? Abbiamo delle ottime leggi, la legge Scelba del 1952, quando i fascisti c'erano, erano veri, menavano, mettevano le bombe e il ministro degli interni democristiano Mario Scelba chiese una legge che è ancora vigente, dove c'è scritto tutto quello che non si può fare Le leggi vanno rispettate. Se ci sono dei neofascisti puramente ridicoli e teatrali a chi si riferiscono? Non c’è più nessuno. Prima c'era la Spagna di Franco, il Portogallo di Salazar, c'era il Cile dei Pinochet, c'era un mondo di estrema destra fuori dall'Italia a cui tutti i neofascisti e fascistelli si ispiravano. Tutti questi regimi sono cadaveri. Ma a una persona (la Meloni ndr) che è stata sempre una militante di un partito a cui piaceva il fascismo, cosa naturalmente detestabile, in nome di quale principio democratico vuoi costringerla a dire di essere antifascista se non lo è?
Per carità, siamo nella libertà di opinione, però parliamo di una realtà storica opinabile per molti aspetti che le si chiede di rinnegare.
Nessuno è autorizzato a fare questo, non sta scritto da nessuna parte e direi che è puro male. Lei ha anche detto cose del tipo “non rompete i coglioni il fascismo è finito”. Questa è una cosa che io condivido, perché io ho fatto a botte con i fascisti, mio nonno è stato ucciso nel 1921, l'altro mio nonno Vincenzo Guzzanti ha fatto gli attentati ed è stato portato e torturato a Via Tasso. Io a 24 anni con mia figlia Sabina sulle spalle, che allora aveva due anni, ero all'università La Sapienza, ho fatto a botte e c'erano i fascisti, questi che cosa vogliono? In che consiste l'antifascismo di oggi se non c'è nessun fascismo?
Corrado e Sabina che rapporti hanno e hanno avuto con la Rai?
Sabina se ne andò quando fece il Raiot perché le sospesero la trasmissione. Lei ebbe una rottura violenta quando le chiusero il programma e poi fece poi un film, proprio su questa sua cacciata dalle Rai. Oggi non penso che abbiano rapporti con l'azienda.
Ma questa censura di cui oggi si parla molto c'è sempre stata a prescindere dal governo in carica? Oppure ora c'è più aria di censura?
Ti rispondo con una nota autobiografica: io nell'89-90 facevo una rubrica molto bella, si chiamava Rosso di Sera. Facevamo fra il 14 e il 17% di share, poi con la caduta del muro di Berlino abbiamo fatto il 25%. Un giorno vado in Rai per fare la mia trasmissione e mi viene incontro Paolo Sodano, che era il capo di Rai3, socialista, che mi disse: “A Guzzà, mi dispiace, ti devo dare una brutta notizia, ha telefonato Bettino Craxi e mi ha detto di chiudere la tua rubrica. Parla con lui, io non so niente”.
Proprio così?
Così testuale come te l'ho detto e nessuno disse una sola sillaba in mio favore, mai, perché faceva molto comodo a tutti che io mi levassi avessi dai coglioni. Io ti parlo come vedi di vita vissuta, ma non è stata neanche una censura. Bisogna considerare che la Rai è nata democristiana, erano tollerati i socialisti e i bravi comunisti che, come Camilleri, facevano un sacco di sceneggiature e lavoravano moltissimo. Poi fecero Rai2 per i socialisti, ma lavoravano pure i comunisti, lavoravano tutti. Poi nell'89, l'anno della caduta del muro di Berlino e di Piazza Tienanmen, fecero appositamente Rai3 per il Partito Comunista. Quindi c’erano Rai 1 democristiana, Rai 2 socialista, Rai 3 comunista. Dicevano tra di loro cose che facevano a pugni, e per me era una cosa disgustosa, ma ti rispondevano che erano le linee editoriali, che ovviamente erano le linee del partito. Comunque, tornando alla tua domanda, è stato sempre così, non è diverso oggi.
Quando abbiamo intervistato Michele Santoro ci ha detto che l'aria di repressione che c'è adesso non c'era trent’anni fa.
Queste sono opinioni. Io a Michele Santoro voglio molto bene, ci conosciamo da quarant’anni e abbiamo fatto un percorso di vita insieme. Ma devo dire che lui è una persona curiosa.
In che senso?
Beh, un feroce nemico di Berlusconi che adesso dice che Berlusconi è la persona più bella del mondo... E lo dice perché sono tutti e due della parte dei russi contro l'Ucraina. Però Santoro mi ha anche detto che il suo periodo più bello è stato con Berlusconi a Canale 5. Lui dice che Berlusconi, quando c’era un intervallo pubblicitario gli diceva “Michele, Michele, ma lo vedi quanto ci stiamo divertendo. È un casino, ci divertiamo un sacco”. Questo lo dice adesso eh, ma all'epoca Santoro parlava di repressione berlusconiana.
Però è curioso il fatto che prima di morire sembra che Berlusconi rivolesse Santoro a Mediaset.
È possibile, perché no? Tra i due c'era stato negli ultimi due anni un avvicinamento. La guerra in Ucraina ha diviso tutto e tutti, tra chi era contro e chi a favore dei russi. Santoro e Berlusconi erano, perché Silvio è morto, a favore di Putin. Un anno fa, a marzo, sono andato a trovare Silvio Berlusconi a casa sua per salutarlo. Abbiamo sempre mantenuto un rapporto abbastanza amichevole e lui era furioso perché diceva che stavano facendo irritare Putin. Mi disse: “Se lui tira la bomba atomica, che faccio? Mi faccio un rifugio qui nel giardino della villa”. Era un anno fa, era pro-Putin e contro l’invio delle armi in Ucraina, ed è una posizione assolutamente legittima che ha un sacco di gente.
E come faceva con la Meloni che era ed è favorevole all’invio delle armi?
Non lo so, ma lui era contrario. La Meloni ha scelto una linea atlantica, lei fa quello che dice la Nato, perché lo condivide, anche perché la differenza generazionale influisce. Abbiamo assistito a tutte le guerre scatenate, repressioni con i carri armati a Budapest, a Praga, a Berlino, in Afghanistan. Poi è arrivato Putin che ha fatto la prima e la seconda guerra cecena. Per cui quando vediamo i russi che si muovono ed entrano in un altro paese è una cosa che a quelli della mia generazione dà il volto a stomaco. Noi siamo incazzatissimi con la Russia, vogliamo dare le armi all'Ucraina.
Quindi era in disaccordo con Berlusconi e si trova più d'accordo con la Meloni?
Io ho rotto con Berlusconi nel 2008, quando Putin invase la Georgia. Il presidente della Georgia venne da me a Roma per ringraziarmi e io mandai a fanculo Berlusconi, Forza Italia, il mio posto alla Camera, e allora sono stato cacciato da tutto, anche dai giornali. Io vedo i russi come il fumo negli occhi, perché ne ho piene le palle di chi non vede nettamente le cose come stanno.
Adesso lei in che rapporti è con la famiglia Berlusconi? E con la destra attuale?
La Meloni, l'ho conosciuta quando io fui eletto nel 2001, perché l'ho vista a Brescia mentre faceva campagna elettorale, ma poi non l'ho mai più vista, ma mi interesserebbe pure parlarci. Io avevo un rapporto personale solo con Silvio Berlusconi, per cui ci telefonavamo, a volte lui mi chiamava perché aveva voglia di chiacchierare, soprattutto quando stava già male. Poi ho scritto un libro su di lui, in cui c'è tutta la storia di come io ho rotto con Berlusconi e di cosa è successo allora. Quando lui praticamente si fidanzò con Putin, mi mollò.
Come vede la candidatura di Tajani alle elezioni europee? Berlusconi sarebbe felice?
Penso che Berlusconi sia morto troppo presto, ma immagino che approverebbe, non vedo perché non dovrebbe. Comunque quello di Berlusconi è un mondo che non conosco e che non ho mai frequentato, se non da un punto di vista politico e in particolare mi riferisco ai suoi figli con i quali non ho rapporti. A Silvio ho voluto molto bene ma l'ho anche molto criticato, proprio per il suo putinismo e questo fino all'ultimo giorno in cui ci siamo visti. Detto ciò, il mio non è un giudizio positivo o meno, è un giudizio logico: mi sembra che la moda sia che i leader italiani si candidano al Parlamento europeo. Poi forse si dimetteranno, perché dovrebbero anche frequentarlo quel Parlamento, ma mi sembra una scelta di linea politica su cui non ho nulla da eccepire.Tutti davano Forza Italia per morta con Tajani, invece sta avendo degli ottimi risultati.
Freccero a MOW ha detto che le cose in Rai sono cambiate dal 2015 con l'intervento di Matteo Renzi.
I partiti hanno sempre fatto quello che volevano all'interno della Rai. Le cose cambiano quando ci sono le elezioni, cambiano i direttori dei TGEI conduttori dei programmi, ma è sempre stato così, non c'è nulla di nuovo. Nel 1996 avevo una trasmissione in Rai che si chiamava Bar condicio, ma quando Prodi vinse le elezioni cambiò tutto da un giorno all'altro. Io avevo un contratto per un successivo programma, ma il giorno stesso in cui ci fu la vittoria delle elezioni mi chiamarono per dirmi che il mio programma era sospeso. La differenza è che io lo trovai naturale: la prima cosa che fa un nuovo governo quando si insedia è cacciare determinate persone e mettere i propri uomini. Io non ho capitalizzato questa cacciata, non mi sono messo a strillare e a fare la vittima.