Stop alla presenza del noto scrittore e vincitore del Premio Strega Antonio Scurati, che questa sera su Rai3, nella trasmissione CheSarà, avrebbe dovuto esibirsi con un monologo sul 25 aprile. Lo ha annunciato la conduttrice del programma Serena Bortone con un post su Instagram, in cui dice di aver appreso “con sgomento, e per puro caso, che il contratto di Scurati era stato annullato senza spiegazioni plausibili”. È davvero una censura da parte della Rai? Lo abbiamo chiesto al comico Luca Bizzarri: “Se è successo quello che dicono vuol dire che la Rai non sa nemmeno censurare”. Poi dice la sua su TeleMeloni e ci spiega cosa ne pensa di Bruno Vespa e della puntata di Porta a Porta sull'aborto.
Luca Bizzarri, ha letto della presunta censura avvenuta ai danni del programma di Serena Bortone?
Sì, ma prima di tutto bisogna vedere come sono andate le cose: se sono andate come sembra vuol dire che non sono capaci neanche a censurare.
Perché?
Se una cosa la censuri non si dovrebbe sapere. Se, invece, come in questo caso, ne parlano tutti, vuol dire che non sanno neanche fare la censura come si deve. Ma credo sia molto prematuro parlarne: non sappiamo ancora bene che cosa sia successo.
E se fossero andate effettivamente così?
Sarebbero dei matti incapaci, e questo non mi stupirebbe. Ma credo che il problema in Italia non siano i censori ma i Calboni. Non so se vi ricordate il personaggio di Fantozzi. Sono quelle mezze tacche che per fare un favore ai potenti alle volte fanno anche delle cose controproducenti, come in questo caso, qualora venissero accertati i fatti.
Avverte aria di censura?
Ripeto: la censura c'è quando non si parla di censura. Visto che non si fa altro che parlarne vuol dire che non c'è alcuna censura. Il fatto che una cosa del genere, di cui nessuno conosce i dettagli, è in apertura su ogni giornale ci fa capire molto.
La Bortone non avrebbe dovuto mettere subito il post su Instagram?
Io non sono nessuno per giudicare se abbia fatto bene o meno. Sono dinamiche complesse. È una notizia di un'ora fa e ne stanno già parlando tutti, anche se nessuno sa veramente che cazzo è successo. Siete voi giornalisti che non dovreste prendere una cosa da Instagram e farla diventare una notizia senza sapere come si siano svolti i fatti. Quindi ce l'ho con voi. Non con la Bortone. Ce l'ho con il fatto che, qualsiasi cosa succeda, dopo trenta secondi ci siano schieramenti e fazioni, oramai si è ridotto tutto a questo.
Secondo lei TeleMeloni esiste o no?
Non esiste. C'è sempre stato questo problema sotto tutti i governi, solo che prima si chiamava in un altro modo. Chi sta al governo governa e chi sta all'opposizione frigna per una presunta censura. Prima non era diverso: uno comanda e l'altro frigna.
Da artista si sente censurato?
Magari mi censurassero, sarei molto più famoso. Ora se non ti censurano non sei nessuno. Come il politicamente corretto non mi è mai stato imposto da nessuno, non esiste perché ognuno dice il cazzo che gli pare. E per fortuna è così.
C'è stata polemica anche per la puntata di Porta a Porta sul tema dell’aborto: solo uomini in studio a parlarne.
Mi ha fatto molto ridere la scena di quei sette che parlavano e che sotto avevano la scritta aborto, ma sono fatti loro. Può essere, come ha detto lui, che avesse invitato delle signore che però non sono potute andare. Ma sappiamo che devi fare la puntata, devi portarla a casa, mandarla in onda. E quindi ti aggrappi a qualsiasi cosa.