Io questa cosa non la volevo fare. Ho aspettato tre giorni. Tre giorni in cui ho continuato a lavorare, distribuendo nel frattempo "heart reaction" a chiunque mi scrivesse insulti e minacce, anche di morte. Perché mi veniva (e mi viene) da ridere. Perché prima o poi si stuferanno. Perché pure io sono stata adolescente o su di lì e guai a chi si permetteva di toccarmi Tiziano Ferro che esordiva con Xdono. All'epoca, purtroppo o per fortuna, non c'erano i social. Se ci fossero stati, non ho dubbi sul fatto che sarei andata a cercare chi lo definiva "Latina Turner" o anche solo "Il re del mugolio". Per dirgliene quattro. Premesso ciò, veniamo a oggi. Al momento, ho la fortuna di fare il lavoro che sognavo a quell'età: scrivere. Lo faccio per diverse testate, anche per il sito del Corriere. Lì, in particolare, ho il compito di seguire talent e reality show per poi dar voti ai protagonisti di ogni puntata. Ho seguito così tutto il Grande Fratello Vip, ora tocca a Pechino Express, all'Isola e al Serale di Amici, in onda ogni sabato sera su Canale 5. In un paio di occasioni, ho scritto anche di Matteo Lucido, in arte Wax, criticandone intonazione, modo di fare, riuscita delle perfomance. Nel corso del daily della trasmissione, al ragazzo è stata fatta leggere una mia "pagella", decisamente negativa. Prima si è arrabbiato, poi è scoppiato in lacrime. Vederlo piangere ha sensibilizzato parecchio i suoi tantissimi fan, è il "teen idol" di questa edizione. Il risultato è che da tre giorni ricevo messaggi velenosi, quando non vere e proprie minacce. "Ai giornalisti come te dovrebbero ammazzarli", leggo. E rispondo con un cuore. Posso davvero trovarmi nella situazione di sentirmi "coraggiosa" per aver criticato un aspirante rapper di 20 anni? Altro che intercettazioni Stato-Mafia, signora mia, questa è roba che scotta.
"Sei una cagna", "Dillo che te lo vorresti scopare!", "Hai 57 anni, non ti vergogni?", "Sei il cesso", "Curati la cattiveria", "Stai zitta", "Muori". Ancora adesso non posso aprire i social senza essere inondata da orde di notifiche e richieste di messaggi di questo tenore. "Perché non rispondi? Hai paura?", mi domandano a decine. Paura no, onestamente mi viene da ridere. Neanche il tempo di replicare (a tutti, comunque, sarebbe impossibile) che arrivano subito altri eroi: "Vogliamo vedere la prossima volta se ancora ti permetterai di parlare di Wax". Sì, se dovesse comparire tra i protagonisti della prossima puntata del Serale, mi concederò il lusso di scriverne. Bene o male, a seconda di quel che vedrò. Nonostante il fatto che i miei profili social siano stati scandagliati e le mie foto prese di mira da commenti secondo cui sarei una tr0ia. Oppure una troppo brutta e, proprio per questo, malevola. "Chissà da quant'è che non ti si chiava nessuno, fallita". Posto che sì, dovrei aggiornare la profile pic su Twitter (è tremenda!), per il resto, personalmente non mi lamento. Grazie.
Di recente, una giornalista "rea" come me di aver criticato Wax, ha poi avuto la chance di sentire il giovane al telefono "per chiarirsi". Si è scusata tanto (ne avevo scritto qui). Gli ha detto: "Non vedo l'ora di venire al tuo primo concerto". Lui le ha risposto "Non si preoccupi, tanto ci saranno altri dieci milioni di persone". Piccolo, tenero e fragile Wax, come è possibile anche solo pensare, figuriamoci mettere nero su bianco, che alle volte possa avere dei modi "da bulletto di periferia". Delicatissimo anche quando, di fronte alle critiche della stampa, risponde: "Ma vatti a mangià un gelato, vai". Come si può essere tanto bruti da spezzargli il cuore (d'artista)? Ecco, non ho idea. Però tengo a ribadire che non sarò tra quei "dieci milioni di persone" che si accalcheranno al suo primo live. Avrò judo, just call me Roberto Saviano.
Oggi sono la strega del Nord perché ho trovato "banale" le "barre" del virgulto su Ti regalerò una rosa di Simone Cristicchi. Sabato scorso, ne ha proposto una versione contro la violenza sulle donne. Sì, per quanto ironico possa suonare, adesso, tutto ciò. L'ho definito "stonatello" e a mia volta mi sono definita "raggelata" dalle parole che ha scelto di usare, per altro improvvisando sul momento nonostante avesse avuto una settimana di tempo, per affrontare l'argomento. E lo ribadisco. Erano banali. E tali rimangono. Anche se poi, leggendo il mio giudizio, ha pianto perché ha vissuto una situazione difficile a casa e, allora, "la giornalista non si doveva permettere". Perché no? Ogni cantautore scrive di qualcosa che sa, che conosce, di cui ha fatto esperienza. Però a volte il testo funziona ed entra nel cuore di milioni di persone, altre meno. Come si è innamorato Samuele Bersani, si è innamorato pure Povia.
Non sono qui a chiedere scusa, a fare la piangina, ad attaccare adolescenti (di tutte le età) che fanno la voce grossa sui social. Nel contempo, non sono neanche qui a rimangiarmi una virgola di quanto ho sostenuto. E resto piuttosto convinta, fin da ora, che non mi pentirò di ciò che porterà la mia firma da adesso in poi. Perché starò pur sempre parlando di tv, di ragazzi di 20 anni, di spettacolo, di intrattenimento, di paillettes. Pensa in quale mondo incredibile vivremmo ora se le persone si scaldassero così per questioni appena un filo più dirimenti delle sorti di Wax nel talent Amici di Maria De Filippi 2023. Dove, mentre lui piange e si dispera, scorrono già in sovraimpressione gli inviti ai casting per l'anno prossimo venturo.