La vittoria nella serata cover di Geolier è stata accolta, dalla platea, con fischi e parte del pubblico che ha scelto di alzarsi e andarsene. Nonostante i pronostici dessero per vincente Angelina, poi arrivata seconda, Geolier è riuscito a ottenere il primo posto insieme a Gué, Lucché e Gigi D’Alessio, con un medley all’insegna della napoletanità. A proposito di questo, c’è chi sostiene che i risultati del cantante siano in qualche modo condizionati da una sorta di tifoseria che guarda alla provenienza dell’artista più che alla qualità delle sue performance e in molti hanno interpretato le critiche al cantante come una forma di razzismo. Tra questi anche Selvaggia Lucarelli, che sui suoi social critica chi è elogia Ghali per aver cantato L’italiano per poi “schifare” un cantante napoletano. Abbiamo intervistato il senatore Alessandro Morelli della Lega, anche in occasione del Giorno del Ricordo, che definisce l’impegno politico a Sanremo “una cosa da concertone del Primo Maggio” e analizza il fenomeno Lucarelli (e quello Ferragni) alla luce dell’engagement social.
Oggi è il Giorno del Ricordo e il presidente della Repubblica Mattarella ha detto che negare le foibe è un affronto alle vittime. Sta cambiando qualcosa a livello istituzionale?
Il governo ha inteso realizzare il museo ed è chiaro ed evidente che c’è una rinata sensibilità rispetto a un tema su cui per tanti anni la storia ci dice che, dopo la tragedia successa, purtroppo si è cercato di cancellare quella pagina di storia. Con difficoltà negli anni scorsi abbiamo mantenuto vivo il ricordo e oggi, evidentemente, la sensibilità è sempre più ampia. Questo è un bene.
Però “il Giorno del Ricordo è revisionismo di Stato”. Lo scrive in una nota inviata alla stampa la federazione provinciale del partito della Rifondazione Comunista.
Questa dichiarazione è incommentabile, cerca di cancellare la storia, senza darne un giudizio. Il giudizio è la conseguenza di quando si conoscono realmente i fatti accaduti. Ci sono riusciti nei Paesi comunisti, per tanti anni, a cancellare la storia, noi per fortuna non siamo un Paese comunista, per cui la verità alla lunga vince. Anche se c’è voluto un bel po’.
Un tema molto importante per la Lega è quello degli agricoltori. Qual è la vostra posizione?
Il nostro auspicio è che quella degli agricoltori sia la punta dell’iceberg. Per fortuna c’è ancora una categoria che riesce a tutelare non solo i propri interessi ma, indirettamente, gli interessi di tutti, perché siamo tutti interessati al fatto che l’agricoltura e che la qualità dei prodotti agricoli rimanga altissima. Meno male che c’è questa lobby, e uso il termine lobby nella sua accezione positiva, che sta difendendo tutti. La Lega da tanti anni è chiara rispetto alle conseguenze che il Green deal e l’ideologia avranno sul fronte economico-industriale, come l’imposizione del blocco della vendita del motore endotermico entro il 2025, come penso all'euro follie riguardanti la casa e tutto il resto.
Mi auguro che le rivendicazioni degli agricoltori possano essere il granello di sabbia che riesce a scardinare tutto il grande ingranaggio.
Che ingranaggio è?
È un ingranaggio che si basa su posizioni fortemente ideologiche. Per fortuna oggi non abbiamo più il problema Frans Timmermans, l’ex vicepresidente della commissione, che è stato uno dei capifila ideologici di queste euro-follie. Noi possiamo assicurare che non ci metteremo mai in nessuna maggioranza in cui siano presenti coloro che hanno rappresentato gli ultimi euro-deliri di questi anni.
Amadeus aveva promesso spazio agli agricoltori, ma alla fine ha solo letto un comunicato.
È chiaro ed evidente che il palco dell’Ariston sarebbe stato un ulteriore importante momento di popolarità vera e propria. Avrebbe potuto rendere popolare il tema, nel senso letterale del termine, ovvero vicino al popolo. Non dobbiamo però limitare la protesta estremamente legittima degli agricoltori al settore dell'agricoltura, perché a seguire speriamo che in tanti riescano a percepire quello che noi abbiamo detto in tutti questi anni.
A che cosa si riferisce?
Il fatto dei limiti a 30 all’ora nelle città, le idiozie con le quali alcuni sindaci propongono, perseguendo un finto modello green, delle limitazioni al diritto della mobilità dei nostri cittadini. Penso a Milano, a Bologna. Sono tutte iniziative che in realtà non hanno alcun valore. Milano da una settimana è fuori da ogni limite possibile e immaginabile, eppure il sindaco Sala ha imposto persino alle auto Euro 5 di rimanere fuori dalla città. Tornando a Sanremo, la presenza fisica degli agricoltori sul palco sarebbe stata ottima, ma, non essendoci stata, forse è persino meglio perché adesso io e te ne stiamo parlando.
Trova Amadeus polarizzato da un punto di vista politico?
Amadeus sta facendo spettacolo e sta cercando di attrarre ed attirare il massimo del dibattito su di sé. Cantare Bella ciao, soprattutto in seguito a una domanda sull’antifascismo, è la cosa più sbagliata che si possa fare.
Perché?
Qualifica una canzone e chi la canta con una bandiera. Una persona disinteressata alla polemica politica, avrebbe dovuto rispondere che il fascismo e l’antifascismo sono retaggi del secolo scorso. Non l’ha fatto perché evidentemente avrà le sue idee. Ma sento dire che non ci sarà un sesto Festival di Sanremo condotto da Amadeus.
Trova normale il fatto che ci siano stati testi come quello di Ghali, che ha suscitato la reazione del presidente della comunità ebraica di Milano che ha accusato il cantante di propaganda antisraeliana?
Penso che il Festival della canzone italiana dovrebbe tornare ad essere il Festival della canzone. I messaggi politici, che comunque fanno parte della cultura e che certamente possono essere veicolati tramite le canzoni, dovrebbero stare fuori dal Festival di Sanremo. Esiste il famoso palco del Primo Maggio che dovrebbe essere il luogo deputato a esprimere delle posizioni politiche così forti e così divisive. Forse c’entrano anche i social, che stanno dando una certa direzione a questi Sanremo, perché non stiamo parlando solo di quest’anno, e sta squalificando il valore della pura musica. Prendendo spunto dal modello social, si usa il palco di Sanremo non per creare il dibattito sulla bellezza o meno della canzone, ma solo su come ci si veste, su quello che si dice e su chi si bacia. Questo è diventato il Festival di Sanremo.
A proposito del Festival Selvaggia Lucarelli ha detto, in merito a quanto accaduto a Geolier, che c’è del razzismo nei confronti di una parte del Paese. Che ne pensa?
Forse sarebbe meglio che per un periodo, come fanno anche altre sue colleghe, sia un po’ più parca nelle dichiarazioni. Detto questo, come direbbe qualcuno, “sono i social bellezza”, funzionano così. Per cui, o ci abituiamo ad avere continuamente personaggi, talvolta delle vere e proprie meteore, ma non è questo il caso della Lucarelli, che dicono la qualunque pur di raccattare la polemica del giorno o qualche like per accrescere il loro engagement. Oppure glielo si vieta. È chiaro che fare una norma di questo genere sarebbe totalmente illiberale e non saremo sicuramente noi a proporla, per cui purtroppo il modello comunicativo attuale resta questo qua. Dobbiamo sopportare fin quando l'opinione pubblica non si accorga che questa gente cerca solo la polemica pura e sterile.
Come inquadra la Lucarelli in questo momento?
No, intendevo che lei non è una meteora, perché oramai è un personaggio arcinoto e non è diventata famosa l’altro ieri. Come la Ferragni è stata vittima di sé stessa e dello strumento che ha utilizzato. Prima è andata alla grandissima per tanti anni, poi il suo stesso sistema l’ha fatta fuori. La stessa cosa vale per la Lucarelli. Utilizzano questi strumenti molto bene, ma questa è una modalità che non qualifica assolutamente chi utilizza questo metodo.
In che modo?
Non li qualifica da un punto di vista professionale, del dibattito e del valore. Ci sarà sempre il dubbio che qualunque tipo di posizione prenda sia falsata da un interesse di engagement. Che sia un’influencer che lo fa per avere un conto in banca più alto, o per avere più visibilità e quindi ottenere più contratti. Da questo punto di vista bisogna riconoscere che è un personaggio, molto brava a utilizzare lo strumento, ma non si lamenti, lei come nessun altro che li utilizza con queste modalità, se poi ci sono delle reazioni che non sono a loro gradite.
Alla Lucarelli non sembra piacere molto la Lega.
Questo però è un problema suo. Fortunatamente ci sono tanti milioni di italiani a cui piace la Lega e il buon governo è rappresentato dagli esponenti della Lega a tutti i livelli, dai sindaci ai nostri ministri. Sicuramente me ne faccio una ragione e dormo sereno senza guardare i social della Lucarelli.