Ci mancavano anche i narcotrafficanti dell'America Latina. In Ucraina, ha spiegato il controspionaggio di Kiev, diversi membri dei cartelli della droga messicani e colombiani si sarebbero infiltrati tra le forze di Kiev. Questi signori, spacciandosi per volontari, sulla carta stanno combattendo contro la Russia di Vladimir Putin ma di fatto sono qui per ben altri obiettivi. Agli amici di Pablo Escobar e del Chapo Guzman non fotte un caz*o se i valori democratici sono a rischio o se i tank di Mosca dovessero mai un giorno mangiarsi un altro pezzo d'Europa. Agli emissari delle gang latinos interessa ben altro: addestrarsi con i droni nel bel mezzo di una guerra vera dove i velivoli senza pilota (Uav) sono gli assoluti protagonisti, così da acquisire esperienza sul campo per poter poi riproporre le competenze acquisite nelle strade di Bogotà, Cali, Veracruz o Juarez. Il Servizio di Sicurezza dell'Ucraina (Sbu) ha avviato un'indagine congiunta con l'intelligence militare di Kiev dopo che il Centro Nazionale di Intelligence messicano aveva segnalato, all'inizio dell'estate, un fatto preoccupante: volontari messicani si erano uniti alle unità di combattenti stranieri ucraine specificamente per acquisire capacità di pilotaggio di droni con visuale in prima persona (Fpv). Da quel momento in poi l'indagine si è estesa ai cittadini colombiani, sollevando preoccupazioni sul ruolo involontario dell'Ucraina come campo di addestramento per organizzazioni criminali transnazionali.

L'indagine si concentra su diverse unità di lingua spagnola presenti all'interno della Legione Internazionale. Nello specifico, i riflettori sono puntati sul gruppo tattico "Ethos", operativo nelle regioni di Donetsk e Kharkiv. Ebbene, gli investigatori di Kiev sospettano che alcuni volontari messicani e colombiani abbiano intenzionalmente cercato di essere inseriti in unità di operatori di droni per poi utilizzare questa formazione al servizio di organizzazioni criminali straniere. Un caso degno di nota è quello di un cittadino messicano che operava con lo pseudonimo "Águila-7", registratosi nel marzo 2024 utilizzando documenti salvadoregni falsi. Fingendosi volontario umanitario, questo tizio ha completato un addestramento completo sui droni a Leopoli dimostrando un'eccezionale competenza tecnica che ha insospettito gli istruttori. La sorpresa non è tardata ad arrivare. Pare infatti che l'eccellente volontario avesse probabili legami con le forze speciali d'élite messicane Gafe, alcuni dei cui ex membri sono storicamente passati a lavorare per i cartelli, in particolare attraverso l'organizzazione (ultraviolenta) degli Zetas. Insomma, l'infiltrazione dimostra una notevole intraprendenza per un gruppo non statale. Gli inviati utilizzano false identità, documenti altrettanto fake e società di facciata per facilitare il loro ingresso nel territorio ucraino e nelle strutture militari. Gli analisti dell'intelligence hanno identificato una rete di società di sicurezza private in tutta l'America Latina che sembrerebbeaver coordinato questi posizionamenti.

E quindi? Quindi sono caz*i amarissimi non tanto per Putin o i suoi uomini, quanto per quello che succederà in America Latina una volta che questi narcos rientreranno a casa tutti allenati a usare droni temibilissimi. Sono emersi altri casi, accanto agli emissari messicani, che hanno coinvolto ex guerriglieri delle Farc che si sono infiltrati nel sistema militare ucraino utilizzando documenti d'identità panamensi e venezuelani. Almeno tre ex combattenti delle Farc sono passati attraverso la Legione Internazionale utilizzando, e il loro trasferimento sarebbe stato organizzato da entità legate al cartello. L'Ucraina si sta dunque trasformando come campo di addestramento di prim'ordine per le moderne tecniche di guerra asimmetrica nel contesto del conflitto con la Russia. Le autorità ucraine hanno sviluppato programmi di studio completi che coprono la produzione di droni, lo schieramento tattico, la resistenza alla guerra elettronica e il coordinamento in tempo reale sul campo di battaglia degli Uav. Per coincidenza, queste capacità rappresentano esattamente le skills che ricercano anche le organizzazioni criminali... Morale della favola: sotto i nostri occhi i narcotrafficanti sono entrati nel cuore dell'Europa per addestrarsi gratis, per poi rientrare in patria ancora più pericolosi.
