Le accuse rivolte a Rocco Siffredi — emerse in un'inchiesta de Le Iene — hanno scatenato un’ondata di reazioni, polemiche e domande. Diverse donne, alcune ex attrici del settore, parlano di violenze subite sul set e al di fuori, di situazioni in cui il consenso sarebbe stato violato, di esperienze che vanno ben oltre i confini del lavoro. È un colpo durissimo per un’icona del porno mondiale, ma anche un’occasione per fermarsi a riflettere su cosa accade davvero in quell’industria. Quanto c’è di recitazione e quanto di realtà? Cosa significa dire “sì” in un contesto dove tutto sembra già deciso? E cosa succede quando quel “no” non viene ascoltato? E chi può raccontarlo meglio di chi quei set li ha vissuti davvero? Per rispondere a queste domande, abbiamo deciso di confrontarci con chi questo mondo lo ha vissuto sulla propria pelle: Benny Green, nome d’arte di Benedetta D’Anna. Dopo anni in banca, ha scelto di cambiare radicalmente vita ed è entrata nell’industria del cinema per adulti nel periodo successivo al lockdown del 2020. Una scelta forte, fatta con consapevolezza, che l’ha portata a conoscere dall'interno quella realtà. Oggi ne è uscita, ma sulle accuse al re dell'hard leggete cosa ci ha raccontato.

Che idea ti sei fatta delle accuse a Rocco Siffredi?
Sai che io ho lasciato le scene ufficiali da giugno, più o meno, no? Quindi è quasi un anno. E ti dico che Rocco è l’unico con cui tornerei sul set. Perché so tante cose. So delle persone che spesso in passato avevano contattato anche me per cercare di fare un po’ di notizia, un po’ di scalpore, attorno a una figura che comunque, come dico sempre, a livello nazionale, che si apprezzi o meno il genere, è comunque conosciuta. Cioè, è entrata a casa delle famiglie italiane, no? E quindi qual è la maniera migliore di scardinarlo? Attaccandolo con accuse, ovviamente, di violenza, che in questo momento sono purtroppo tanto sotto i riflettori. Anche perché, per chi minimamente conosce i fatti, sono le uniche accuse che praticamente quasi non hanno bisogno di prove.
E perché farle allora?
Perché ovviamente, con tutto quello che succede, si cerca di tutelare a tal punto la donna che basta quasi solo un’accusa verbale per mettere sotto indagine. E questo è assolutamente giusto. Però, in questo caso, si è andati ad attaccare una persona che ovviamente susciterebbe tanto hype. Visto che io ho lavorato con alcune di quelle che parlano, e mi ricordo tutto quello che si diceva sui set, e mi ricordo anche quando mi veniva detto “facciamo l’intervista, facciamo la notizia per attaccarlo”, e quant’altro… trovo tutto questo molto ipocrita. Anche perché ti assicuro, e lì ci ho avuto a che fare anch’io, ci sono set di altre produzioni di cui non si parla e che veramente vanno sul serio a ledere non solo la moralità, ma la fisicità della donna. Ci sono set, produzioni a Praga, che speculano davvero, che arrivano a fare della donna un oggetto ma in una maniera schifosa. Ti faccio un esempio per farti capire: usandola come contenitore di escrementi o come mocio per raccogliere l'urina.
E di questo non se ne parla, perché non riguarda personaggi con un hype come Rocco Siffredi?
Esatto! Ma riguarda comunque un nome di una produzione famosa. Non è affatto una produzione creata a caso, voglio dire. Ed è una produzione che sta continuando a lucrare sulle scene di quella ragazza, Carol Maltesi, che venne assassinata un paio d’anni fa e fu trovata a pezzi al nord Italia. Questa produzione continua a vendere le scene dell’attrice morta. Di questo non si parla. Però è più facile per queste ragazze andare ad attaccare un’unica figura, che è quella più in auge a livello nazionale e internazionale. Per cui, quando io ho sentito la signora, anche Marika Milani, con cui ho iniziato e con cui ho lavorato insieme, in tutte le 5-6 scene che abbiamo fatto con Rocco, lei faceva carte false per partecipare a quei set. Ma veramente carte false.

Quindi, praticamente, sarebbe più una polemica legata alla visibilità?
Assolutamente sì. L’anno scorso venni contattata da un agente, non so di chi, non mi ricordo neanche, che collaborava con una mia ex collega, e mi disse: “Guarda, io vorrei fare una cosa, mettere insieme più persone, addirittura scrivere un libro, e andiamo a fare un po’ di casino, smontiamo questa figura". C’è gente che ci sta. Anzi, mi venne anche detto: “Facciamolo prima che lo facciano gli altri". Ma non è solo lui. Anche varie agenzie, quelle che si occupano un po’ di promozione o curano i social e quant’altro, la prima cosa che proponevano era: “Ma perché non fai una bella intervista contro Rocco?” Cioè, questo ti voglio spiegare. Era uno degli argomenti che più volte veniva proposto, perché sapevano che avrebbe fatto hype. E con la persona che in questo momento sta facendo il famoso servizio, quello che va in onda in più puntate, ci ho anche comunicato telefonicamente, dicendole: “Guarda che comunque non è proprio così. Mettiamo in evidenza anche quello che è successo, che vada anche a comprovare che non è tutto demoniaco, quello che è stato rappresentato".
E che cosa ti ha risposto?
Che non le interessava. Va avanti con la sua idea. Va avanti con la caccia alle streghe, in questo caso. È un anno che lavora a questo servizio. Se uno le dice: “Ok, ci sono cinque persone che sparano a zero contro di lui, ma guarda che ce ne sono altrettante che hanno visto i fatti e possono provare che non è così”, una persona seria, nel suo campo, dovrebbe dire: “Benissimo, il servizio mette in onda tutte e due le opinioni". Invece questo servizio vuole esclusivamente mettere in onda quello che lei ha in testa. Allora non fai informazione. Esprimi le tue opinioni. Non è comunque un’informazione da divulgare a livello nazionale, con milioni di italiani in prima serata. Marika, ti faccio l’esempio, perché appunto io ho iniziato con lei, mi ha fatto il provino, quello famoso fuori dal set, era entusiasta, ha fatto l’Academy e poi le cinque scene con me. Ha avuto tempo di pensarci, perché sono passati mesi. L’abbiamo fatta nell’arco di un anno. E nell’arco di quell’anno lei era entusiasta e ha voluto fare di tutto per fare queste scene. Tant’è che non stava neanche bene di salute, ma mi diceva: “No, assolutamente, questo per me è troppo importante. A Rocco io gli devo tutto". Allora, se tu me ne parli in questa maniera, dicendo “gli devo tutto”, come fai a tirare fuori dal cilindro il fatto che mesi prima lui abbia abusato di te, fuori dalle scene? Cioè, se sei stata abusata, non vai poi a parlarne in questa maniera entusiasta. A meno che non sei lobotomizzata, ma non mi sembra che sia in queste condizioni, e quindi diciamo incapace di intendere e di volere.
L'altra attrice ha detto: "Ha fatto un an*le con me, cosa che io gli avevo proibito di fare. Mi è anche uscito il sangue".
Bisogna inquadrare le cose in un certo modo. Io sono stata sul set più volte e ho quasi sempre fatto scene anali, anche con Rocco, anche in limousine, anche in modo molto, molto hardcore, non mi è mai successo. Eppure sono un metro e 57 per 46 chili. Se la preparazione non viene fatta, o comunque la ragazza ha già magari un suo problema, è normale che si possa rompere qualche capillare. Questo a prescindere, anche se la persona lo avesse fatto privatamente col proprio partner.
Quindi diciamo che la "violenza" è anche parte integrante del sesso?
Se io vado a girare una scena con Rocco, non mi posso immaginare che faccio una scena soft, come la farei con il mio ragazzo. È una scena hardcore. Ed è normale. Quando finiscono le scene con Rocco, addirittura dice a tutti i partecipanti “Scordatevi la telecamera, in questo momento dovete solo fare sesso". Quindi comunque lascia anche molta libertà. Io non mi sono mai sentita obbligata a fare una cosa piuttosto che un’altra. Però, ripeto: è comunque un set hardcore. Quindi è normale che si faccia anal. Ma tante volte, molto spesso, certe ragazze talune arrivano sul set anche non proprio in condizioni ideali, nel senso che molto spesso hanno abusato di droga oppure arrivano sotto uso, che hanno bevuto troppo alcol, spesso il loro corpo non è neanche pronto. Se io arrivo su un set completamente devastata dagli stravizi del giorno precedente, è ovvio che non mi sento bene.

Come funziona il consenso sul set, si firma un contratto prima?
Sì, nel mondo dell'hard funziona così: prima della scena vengono firmate le liberatorie, vengono fatte le foto o i video-consensi con la liberatoria in mano e il documento nell'altra mano. In quel momento si dice: “Oggi è il 18 aprile, io, Benny Green, sono consapevole, autorizzo il filmato, nessuno mi ha costretto”. Comunque, nelle mani ho una liberatoria che spesso è generica, in cui autorizzo l’utilizzo delle immagini e dichiaro di aver partecipato volontariamente alla produzione. Quella liberatoria stessa, ormai, va inserita obbligatoriamente nei siti per poter vendere i video. Cioè, anche io, se volessi vendere un mio video o mettere un trailer su Pornhub, non potrei farlo, spero che il buon “revenge” lo impedisca, se prima non ho inserito, insieme al video, le liberatorie. Quindi è impossibile che una persona giri una scena senza aver firmato una liberatoria.
E viene specificato anche il genere di scena che si andrà a girare?
Sì, viene specificato: scena anale, scena lesbo, scena... quello che sia. Come ho fatto, insomma. Questo è normale. Ma in ogni caso, io sono consapevole di quello che sto girando, e se non firmo, non posso vendere la scena. È impossibile che produzioni come la Evil Angel, che è una delle grandi distribuzioni americane con cui lavora anche Rocco, abbiano messo in vendita delle scene senza le autorizzazioni. Cioè, è fantascienza pura. La scena viene bloccata.
Una delle accusatrici: “Dicevo che non lo volevo fare, ma lui continuava a sputarmi addosso, a dirmi ‘Lo vedi che ti piace, tr*ia?’ Per me è stato uno stupro, anche davanti alle telecamere. È stata una doppia violenza”. Ma è legittimo parlare di stupro?
Posso fare un esempio? Quando ho girato con lui è stato molto molto spontaneo. Devo dire la verità: cercava comunque di trascinarmi nella scena parlandomi piano nell’orecchio, dicendomi: “Concentrati, Benny, quanto mi piace in questo momento". Ogni attore ha, durante la scena, un suo modo di comunicare con l’attrice. Non sono tutti uguali. Ci sono quelli che hanno un atteggiamento molto protettivo, ci sono quelli che istigano molto al sesso in modo forte. Io ho girato con un attore americano molto noto, anche abbastanza grande di età, che per sua caratteristica è molto hard, quindi rude anche durante le riprese. Per cui va poco per il sottile, ti butta più sulla provocazione erotica. Ma in quel momento, nessuno ti blocca con le mani o ti obbliga a fare qualcosa. Se tu sei su un set, e sai che stai per avere un rapporto, che sia orale, anale, doppio, quello che sia, in quel momento ti aspetti quel tipo di interazione. Nessuno può venirmi a dire che non se lo aspettava. Oppure che non si aspettasse un blowjob molto intenso.
Quindi dici che non si può parlare di stupro, perché avrebbe potuto fermare la scena quando voleva?
Assolutamente sì. Mi è successo, ad esempio, durante una scena, tra l’altro era l’unica gangbang che ho fatto, di quelli famosi di Rocco, che sono andata in bagno più volte. Ho detto: “Scusate, vado un attimo in bagno”. Anche durante una scena a tre, con Rocco e Marika, io sono andata in bagno perché avevo avuto delle piccole perdite. Era un lato B... ovviamente con le luci e la telecamera non è una cosa che si deve vedere. Quindi abbiamo fermato la scena un attimo, e sono andata in bagno. E ripeto, sono minuta. Non sono un colosso di donna. Neanche Marika lo è, anzi, lei è anche molto sensibile da quel punto di vista. È una persona che, per motivi suoi personali, durante i rapporti è molto delicata. E allora mi chiedo: se lei era entusiasta, e si è fatta tutte le tappe su e giù per l’Italia con Rocco, come può aver subito, sin dall'inizio, uno stupro?
Secondo te, Rocco ne uscirà?
Secondo me? Sì. Obiettivamente è una persona che ha molta forza economica, mediatica e quant’altro, quindi questo lo aiuta. Ha anche molte conoscenze, quindi sicuramente questo giova. Vero è che, come ti dicevo prima, purtroppo per le eccessive violenze che si verificano ormai quotidianamente in Italia, è ovvio che in questo momento la policy sia totalmente a favore delle donne, e mi sembra, come ti dicevo, anche corretto. Quindi da una parte c’è questo. Dall’altra, il fatto che fa più rumore quando si butta giù un colosso. Perché comunque, l’italiano, o anche lo pseudo giornalista, ha più voglia di vedere crollare un colosso che di dargli supporto. Perché viviamo quasi tutti di invidia. E quindi lo attaccheranno molto, ne sono certa. Io penso che nel momento in cui verranno fuori le liberatorie e tutto il resto, queste persone dovranno difendersi. E si dovranno difendere, perché penso che poi a quel punto ci saranno forse denunce per diffamazione e simili. E non so quanto convenga a queste ragazze, che sono per lo più giovani, inesperte, ignoranti, e questo lo dico senza paura di essere attaccata, spesso non sono proprio lucide, per via di vizi vari e utilizzo di sostanze. Quindi non so bene dove vogliano arrivare. Io sono in ottimi rapporti con Rocco, quindi lui sa che dico quello che penso, e sa anche che sono sempre molto lucida e razionale.
