"È stato uno stupro a tutti gli effetti. Continuava [Rocco Siffredi, ndr] a sputarmi addosso, diceva che mi piaceva". È una delle testimonianze, quella di Gloria, più sconvolgenti raccolte da Le Iene. L'inchiesta – firmata da Roberta Rei (autrice anche dei servizi dedicati a una accusa di molestia, nel 2024, da parte di una giornalista sempre contro Rocco Siffredi) e Francesco Priano – riporta al centro un tema troppo spesso ignorato: il consenso reale nelle produzioni pornografiche. Per la prima volta, alcune attrici del settore hanno deciso di denunciare presunti abusi subiti sul set.
Nel servizio, le parole delle performer, tra cui Lera, Gloria e Ophelia Dust (e altre rimaste anonime), tracciano un quadro inquietante. Le donne raccontano situazioni in cui i limiti stabiliti prima delle riprese sarebbero stati violati, dando luogo a episodi di violenza fisica e psicologica. Secondo le testimoni, alcune scene avrebbero incluso pratiche chiaramente non previste dai contratti o che le ragazze si erano apertamente rifiutate di fare.
Un elemento particolarmente critico riguarda l’utilizzo dei cosiddetti "video di consenso", registrazioni che dovrebbero certificare l’assenza di coercizione. Tuttavia, secondo le attrici, in diversi casi tali video sarebbero stati girati prima delle riprese, rendendoli inutili sotto il profilo legale.

Una delle testimonianze più forti proviene da una performer, Lera, che sostiene di essere stata costretta a subire un rapporto anale contro la propria volontà. "Siffredi avrebbe continuato nonostante il mio no", ha raccontato. "Mi insultava, mi sputava addosso. Per me è stato uno stupro vero e proprio. E davanti alle telecamere. È stato violento due volte", ha detto, spiegando di aver perso sangue dopo l’atto.
Ma le presunte violenze non si sarebbero fermate ai set. Un'altra donna racconta un episodio avvenuto in un bagno, lontano dalla troupe: "In quel momento ho sentito di essermi dissociata dalla realtà. Non so se ero viva, se ero morta. Lui ha continuato così per dieci minuti. E io non urlavo, non parlavo".
Nel servizio vengono mostrati anche spezzoni girati a Budapest, durante dei casting condotti da Siffredi. Una testimone afferma di essere stata costretta a pratiche che aveva esplicitamente rifiutato: "Mi ha costretta a fare cose anali su di lui con la bocca e con le dita. E io non volevo. Gliel’ho detto. Ma continuava a insistere, mi ha costretta".
In seguito al suo rifiuto di girare una scena di sesso anale, l'attore avrebbe proposto un'alternativa altrettanto degradante: "Devi urinarmi addosso. Se non fai l’anale, devi dimostrarmi in un altro modo che ti devo pagare".
Raggiunto dalle telecamere de Le Iene, Rocco Siffredi ha rigettato ogni accusa: "Forse in qualche scena sono stato un po’ esagerato, ma non ho mai costretto nessuna. Il mio modo di vivere il sesso è intenso, ma sempre consensuale. Non sono uno stupratore pervertito". L’attore ha parlato di un complotto ordito ai suoi danni: "È una manovra internazionale contro di me", ha dichiarato, promettendo di fornire ulteriori dettagli in futuro.
