Sono una fumatrice ed essendo una fumatrice non ho alcun diritto civile. Devo stare zitta, lo so, perché "puzziamo", "non siamo in grado di rispettare chi ci sta intorno", "non meritiamo di far parte di questa società". Avulse dal contesto, sembrano frasi che qualunque razzista medio indirizzerebbe agli extracomunitari per argomentare il proprio odio malcelato. Dal primo gennaio 2025, a Milano c'è una bella novità: il divieto di fumare all'aperto, per le strade del capoluogo meneghino, ovunque. Le sanzioni per chi viene beccato con la 'bionda' tra le mani vanno dai 40 ai 240 euro. La regola per evitar multe è ridicola assai: assicurarsi di accendersene una "a distanza di almeno 10 metri" da altre persone. A parte che nessuno esce di casa con metro e righello, in qualsiasi momento un passante può sbucare dall'angolo, rendendo così il fumatore improvvisamente 'colpevole'. Ciò a dire che fumare per le strade di Milano sostanzialmente non si può. E allora perché, visto che inquina, visto che fa male alla salute, lo Stato continua a venderle, per altro a prezzi sempre maggiorati? Per guadagnarci sopra il più possibile. Sono una fumatrice ed essendo una fumatricenon ho alcun diritto civile. Ma una richiesta: piuttosto di prenderci tutti per il culo in questa brutta maniera, levate Marlboro & Co. dal commercio. Ma non vi conviene, vero?
La vita di un fumatore, in queste prime due settimane del 2025, è ancora più stressante del solito. Passeggiando per strada, la voglia di nicotina viene, ma al solo pensieri di accendersene una, si sente un criminale. Subito, visualizza una pattuglia di caramba, o chi per essi, che gli viene incontro a sirene spiegate, sanzionandolo male per il folle gesto. Questo mentre, parlo per me, vivo in una zona in cui ogni sera è Capodanno: fuochi d'artificio colorano il cielo notturno, come segnale, lo sanno pure i sassi, che sia arrivata la droga nel quartiere. Possibile mai che io debba essere multata mentre poco più in là, nella mia stessa via, qualcun altro sta almeno almeno spacciando alla grande? Sì. Ed è ridicolo, per dirne il meno.
Il grosso problema, poi, è il cortocircuito messo in atto da questo nuovo, mirabile divieto: io pago (sempre di più, non si contano le maggiorazioni sul prezzo del pacchetto che vengono inflitte di mese in mese) per usufruire di un prodotto perfettamente legale che è lo Stato a mettere in commercio. Lo stesso Stato, però, pur continunando a metterlo in commercio, mi rende impossibile o comunque molto molto difficile farne uso. Anzi, me ne sanziona apertamente l'uso. Non per banalizzare ma, se facesse la stessa cosa con l'alcol, saremmo tutti in piazza, per una buona volta, a protestare per il nostro sacro diritto al gin tonic, all'aperitivo rigenerante post lavoro. L'alcol fa forse meno male del fumo? No. Anzi, è catalogato tra le droghe pesanti. Peggio, dunque, della cannabis, per esempio. Ma nessuno oserebbe muoversi contro i drink, un po' per i localari già provatissimi dalle ridicole restrizioni pre-durante-post Covid, molto per le persone che, come detto, giustamente si metterebbero in assetto da sommossa.
E con ciò non voglio certo dire che l'alcol dovrebbe essere vietato. Credo profondamente che ognuno abbia il sacro diritto di avvelenarsi come gli pare, la vita è dura è per tutti, fino a che non fa del male al prossimo. Sto solo affermando che lo Stato, nella persona di Beppe Sala Sindaco di Milano, qui si sia abbatuto sull'unica minoranza senza diritti, quella dei fumatori, perché chi ne fa parte non sta simpatico a nessuno. Quindi, è passibile di qualunque ingiustizia, se la merita. Verissimo che molti di noi siamo incivili: ciccano per terra, fumano addosso a sconosciuti, non si fermano nemmeno di fronte ai passeggini. Cristallino anche che nelle principali città europee e USA questo divieto sia già in atto da mo' e, presumibilmente, rappresenti l'obiettivo finale di tali stitici provvedimenti anche qui da noi. E sia.
Il senso di presa per il culo immane, comunque, resta: se io fumo da quando avevo 14 anni è perché sono una testa di cazzo e me l'accollo senza protestare. Se io fumo da quando avevo 14 anni, però, è anche perché al tabacchi mi hanno sempre venduto Marlboro, a me come ai miei compagnucci di scuola, senza battere ciglio. Certo, c'era qualche adesivo che imponeva il divieto della vendita di sigarette ai minori. Adesivo che non poteva far altro che assistere, perentorissimo, a tale compravendita. Su scala quotidiana.
Arrivati a questo punto, arrivo a formulare un pensiero estremo, un pensiero che va contro ogni mio (già inesistente) distinto e piacere da fumatrice: smettetela di vendercele. Se lo Stato tiene tanto alla nostra salute e all'inquinamento (risibile che una mia cicca possa contribuire così tanto alla questione, ma lasciamo correre se no facciamo notte), potrebbe semplicemente togliere dal commercio questo 'bene'. Invece di continuare a guadagnarci sopra, a guadagnare sopra la nostra suddetta salute, per di più inquinando. Simpatici o meno, pure noi fumatori siamo consumatori. Consumatori di un prodotto legale per cui tocca sborsare sempre più denaro ritrovandosi poi nella quasi totale impossibilità di farne uso. Che siate o no dei 'nostri', immaginiamo che sareste incazzati pure voi. Mettete gin tonic, pizza, quello che vi pare al posto di "sigarette", ponetevi per cinque minuti nelle nostre sporche scarpe e capirete come mai, pur costretti a tacere perché a nessuno importa dei nostri diritti, stiamo subendo un'ingiustizia che serve soltanto a ingrassare le casse dello Stato coi nostri soldi, soldi che spendiamo per non poter nemmeno usare ciò per cui li tiriamo faticosamente fuori. Bella roba, avanti così.