Un gruppo di attivisti di Ultima generazione è sceso nuovamente in strada, stavolta in Viale Fulvio Testi a Milano: durante il blocco stradale le sei ragazze sedute sull’asfalto, incatenate a tre a tre, si sono spostate per permettere il passaggio di un’ambulanza e, una volta a bordo strada, sono state bloccate dalla polizia. Da qui è nato uno scambio verbale tra un altro attivita e un poliziotto che non è passato inosservato e che anche Il Foglio ha preso di mira. “Vogliono salvare il Pianeta ma non capiscono la differenza tra un’ambulanza e un pesce morto. Il teatro dell’assurdo ecologista” titola il quotidiano, che non risparmia insulti agli attivisti. “I ricordi sfocati del liceo giocano brutti scherzi. Vedi un video con alcuni dementi ambientali che bloccano una tangenziale e alzano il c*lo solo perché arriva un’ambulanza, e pensi sia una pièce di Ionesco adattata a Tik-Tok, una disperata comicità beckettiana. Attivi l’audio e l’unica vera somiglianza è con uno sketch dei Soliti Idioti, inarrivabile modello, evidentemente, anche per attivisti climatici”: è l’inizio dell’articolo che in poche righe chiarisce già che piega prenderà. Nel video che immortala il dialogo, l’attivista spiega che hanno lasciato che l’ambulanza passasse per correttezza ma ora vorrebbero riprendere il blocco in strada, aggiungendo che hanno comunicato al 118 di non far passare le ambulanze in quella strada: “Una fantasmagorica mancanza di attinenza con la realtà” commenta Maurizio Crippa. “Non decidete voi le tratte dell’ambulanza” risponde con bonton il poliziotto che cerca di illustrare la situazione.
“Sta arrivando la camionetta, te l’ho spiegato: o ti sposto io personalmente, o ti sposta quello con la camionetta, è lo stesso risultato. Capisci? In questo momento quel che dovevate fare lo avete fatto”. “Un dialogo perfetto. A Hollywood non avrebbero fatto di meglio” commenta l’articolo. L’“agente di Polizia con la pazienza di un maestro Montessori”, è un nuovo “Giobbe”: gestisce bene il dialogo a tratti surreali senza perdere la calma. Il “Nobel per la psicologia in divisa” spiega che non può farli tornare in strada per poi intervenire nuovamente: “Ci stiamo prendendo in giro se facciamo questo”. E continua: “Si chiama violenza privata è un reato e io devo intervenire, sono obbligato”. Ma l’attivista gli ricorda che ha scelto lui questo lavoro, non c’è obbligo, “noi scegliamo”. E arriva il tentativo di dare “un feedback per la prossima volta”: “Se volete fare dei negoziati…”. “Ma io non devo fare dei negoziati!” risponde l’agente. “Il teatro dell’assurdo è Disneyland, al confronto” commenta Il Foglio, che conclude la disamina del dialogo ricordando gli attivisti di Extinction Rebellion di Strasburgo, che hanno riversato del liquido verde nei canali di Colmar, causando una moria di pesci. “Ovviamente hanno negato che sia accaduto, come il collega italiano negava una correlazione tra ambulanza e diritto di passaggio”.