I costi dell’energia del 2024? Saranno in ascesa. Ma quelli del fotovoltaico saranno destinati a conoscere un ridimensionamento del 50%. Rendendo tale tecnologia più conveniente. Questo è l’outlook energetico per il 2024 prodotto da Otovo, giovane multinazionale attiva nel settore dell’efficientamento energetico e delle tecnologie green, che a fine 2023 ha messo in campo col suo ufficio studi un’analisi che presenta dieci trend per l’anno a venire. Il combinato disposto tra l’aumento generale dei prezzi energetici e il calo del fotovoltaico dà il ritmo all’intero sistema. “Per Otovo ormai è una consuetudine produrre analisi di questo tipo e le dieci previsioni sono un appuntamento fisso nella nostra giovane storia che ci ha portati, in pochi anni, a essere uno dei pochi player del fotovoltaico attivi in ben 13 Paesi”, dice a MOW Fabio Stefanini, Regional Manager di Otovo, che ha coordinato il lavoro di individuazione dei macro-trend per l’anno a venire. “Sul fronte del fotovoltaico”, osserva Stefanini, “stiamo assistendo a contesti che vedono un’eterogenesi dei fini: il sistema energetico si prevede destinato a un rincaro dei costi, ma il fotovoltaico può riprendere slancio proprio perché in questo 2023 in Italia ed Europa la sua corsa è, relativamente, rallentata”. In Italia, in particolare, “abbiamo avuto nell’ultimo biennio un boom delle installazioni: mediamente veniva installato meno di un GW l’anno, nel 2022 ne abbiamo aggiunti ben 2 GW in un solo anno grazie agli incentivi, al Pnrr, allo sconto in fattura, al Superbonus”, sottolinea il manager.
Nel 2023, “in larga parte abbiamo assistito alla coda lunga del 2022”, aggiunge Stefanini. “Il tempo medio che passa dalla progettazione e vendita di un piano per impianti fotovoltaici alla loro effettiva installazione è circa di sei mesi e dunque le prospettive del 2023 sono state condizionate in apertura di anno da quanto avvenuto nel 2022 con l’ondata di vendite e progetti. L’aumento delle connessioni alla rete di nuovi impianti, secondo le stime più attendibili, è durato fino a settembre-ottobre, prima che iniziasse un rallentamento dovuto al minor numero di progetti, vendite e installazioni previste per il futuro prossimo sulla scia della fine degli sconti in fattura, dell’aumento delle materie prime, dell’inflazione”, nota Stefanini. Un trend che riguarda tutta l’Europa e ha prodotto però un contesto favorevole per veder i prezzi calare. “Nei magazzini europei giacciono pannelli per 80 GW complessivi non ancora installati”, aggiunge Stefanini, “principalmente per il boom dell’export cinese” e questo ha ricondizionato al ribasso le aspettative di costo “anche perché sono calati anche i prezzi di tecnologie abilitanti come le batterie”. Dunque, “da un lato finiscono gli incentivi, dall’altro cala il prezzo. E il fotovoltaico può apparire una tecnologia matura capace di crescere ulteriormente in una fase critica per gli impatti economici e geopolitici sui settori energetici e sulle loro dinamiche. Del resto, questo serve anche ad adattare il mercato e i consumatori, che negli ultimi anni sono stati sottoposti a un’ondata di sconvolgimenti nei prezzi che si sono riflessi sui rincari delle bollette”, osserva Stefanini. L’intervento del mercato libero dell’elettricità può sul breve periodo “aprire a una fase di caro-bollette per molti dei 9 milioni di consumatori che vi saranno coinvolti”, osserva Stefanini ricordando che una prospettiva del genere “è stata sottolineata anche da Arera”.
“Secondo i dati dell’Osservatorio Italiano sulla Povertà energetica, il 12% delle famiglie italiane nel 2024 rischia di non riuscire a soddisfare bisogni primari come cucinare, illuminare e riscaldare la propria abitazione a causa dell'aumento dei costi legati alla situazione geopolitica. Questo fenomeno, comunemente definito come povertà energetica”, dice Stefanini, “rischia di condizionare negativamente i bilanci di molte famiglie e invita a pensare a una logica di sistema”. Stefanini aggiunge che “come Otovo siamo certi che prima o poi il mercato libero equilibrerà con le sue logiche i prezzi, ma pensiamo anche che il vero nodo da sciogliere sia quello della creazione di un sistema resiliente in cui non si pensi solo alle fonti di energia in sé ma al complesso delle tecnologie più mature”, citando come esempio “il fatto che parlare di fotovoltaico significa ormai parlare anche del fatto che un cliente acquirente di pannelli solari molto probabilmente comprerà anche l’alimentatore per batterie di auto elettriche o la pompa di calore, abilitatori del passaggio dalla generazione green alla transizione vera e propria del modo di consumare”. E in quest’ottica “occorre comunicare, sul fronte istituzionale, la grande maturità e opportunità di queste tecnologie". Come Otovo pensiamo che il passaggio decisivo da fare sia quello che ci porterà dall’essere una compagnia progettatrice e installatrice di impianti a una compagnia capace di governare servizi complessi legati alla transizione”, con l’efficienza energetica come obiettivo. Questo perché “è possibile avere una bolletta più bassa aiutando anche l’ambiente”. E tecnologie mature possono aiutare a prendere due piccioni con una fava.