Il professor Gianfranco La Grassa è senza dubbio uno dei più importanti studiosi del marxismo in Italia e in Europa. Docente di economia politica all'università di Pisa tra il 1972 e il 1981 e dal 1979 all'Università Ca' Foscari Venezia, autore di innumerevoli saggi su Marx e la società capitalistica, l’arzillo professore, oggi 88enne, è stato allievo del senatore del PCI Antonio Pesenti e del celebre economista francese, Charles Bettlheim. Sempre fuori dagli schemi - fu in polemica con il PCI sin dai primi anni ’60 - il professor La Grassa è cresciuto a pane e Karl Marx. E oggi ha una sua ben precisa idea della “sinistra” rappresentata dal Pd di Elly Schlein e dei sindacati, all’indomani delle polemiche sul Primo maggio tra Giorgia Meloni e Maurizio Landini.
Professore, ha visto cosa ha combinato Nanni Moretti con il suo ultimo film Il sol dell’avvenire? Ha riscritto la storia, come se il Partito comunista italiano nel 1956 si fosse dissociato dall’invasione russa dell’Ungheria. Da una petizione di una sezione di partito. Ovviamente è un film, però…cosa ne pensa?
Premetto che non ho visto il film né andrò a vederlo. Di Moretti mi è piaciuto solo Ecce Bombo. Per quanto riguarda il 1956, io c’ero e ho vissuto quei giorni, ero un militante del PCI in quel periodo. Molti erano i critici; anche il mio maestro Antonio Pesenti (conosciuto però nel 1959). In pratica, l'organismo dirigente (sembra perfino Togliatti) erano molto perplessi su quell’evento. C’era sicuramente del malcontento in Ungheria e qualcosa sembrava non funzionare ma c’era altresì la convinzione che un Paese come quello non si potesse distaccare dall’Unione Sovietica, altrimenti sarebbe crollato tutto. Non era pensabile. Dopotutto era impensabile che anche un Paese della NATO lo facesse e si allontanasse dagli americani. Ad eccezione della Francia, ma lì c’era Charles De Gaulle.
Ha sentito della polemica, nei giorni scorsi, tra il segretario generale della Cgil Maurizio Landini e il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni? Secondo Landini era inopportuno convocare il consiglio dei Ministri durante la Festa dei Lavoratori. Chi ha ragione?
Onestamente non ho mai capito perché si debba festeggiare la giornata del lavoro senza lavorare: semmai è il contrario, bisognerebbe lavorare il doppio. È tanto tempo che penso questo. Lo dico come battuta, ma fino a un certo punto.
Ha ragione Meloni, quindi?
No, non ha ragione, perché non ha convocato il cdm per i motivi che intendo io.
Che ne pensa allora dei francesi che sono scesi in piazza, anche il Primo maggio, per protestare - tra le varie cose - contro la riforma delle pensioni da poco approvata dal governo?
La Francia è più seria quando si organizza. Giustissimo protestare contro la riforma delle pensioni, ma non noto, al momento, manifestazioni per argomenti più importanti, come una vera e propria richiesta di autonomia contro la colonizzazione americana. Preferirei delle manifestazioni su questo piano, se devo essere sincero.
Ecco, sulla politica estera e sull’atlantismo ci sono differenze tra Elly Schlein e Giorgia Meloni?
La Meloni è persino stata sorprendente, in negativo, perché faceva tanto l’indipendente, salvo poi essere la più convinta a sostenere l’Ucraina e l’invio di armi. All’opposizione poteva far finta di essere diversa, ma ora che è al governo sta cercando di accreditarsi come una delle più fedeli agli Stati Uniti, peraltro a un’amministrazione democratica.
Sì, ma Schlein che impressione le ha fatto?
Mi ha molto sorpreso il fatto che sia stata votata una che mi sembra tutto tranne che di grande levatura. Lasciamo stare l’intervista a Vogue, che mi ha lasciato basito. Ma non è solo quello: quello che dice è sempre banale. Mi pare di scarsissimo valore, probabilmente adatta a questi tempi dove si scelgono personaggi pressoché anonimi e di nessun peso. Un po’ dappertutto è così, a dir la verità.
Quali sono i riferimenti di Schlein?
La sinistra Usa. Il Pd è colonizzato dagli americani.
Diciamo che non sembra aver letto Marx…
Forse nel Pd sanno a malapena che esiste. Per carità. Ma questo già a partire dal famoso trio D’Alema,Veltroni e Occhetto, io penso che di Marx sapessero davvero poco. E D’Alema l’ho anche conosciuto.
Quando?
A Pisa, quando era studente e ha dato l’esame di economia politica con Pesenti, alla facoltà di giurisprudenza (di cui La Grassa era assistente, ndr). Onestamente non ricordo se l’abbiamo interrogato su Marx o meno. Rimane una persona molto intelligente.
Quindi è in quel periodo che la sinistra ha dimenticato Marx? Quando c’è stata la svolta?
Io ero contrario del PCI già dagli anni ’60. Ho avuto la tessera del partito dal ’53 al ’63. Ritenevo fosse già un partito in via di socialdemocratizzazione. Poi nel ’63 c’è stata la famosa rottura tra Unione sovietica e Cina, e ho sposato la linea maoista cinese.
Fu cacciato?
Ho provato a convincerli delle tesi maoiste, ma ero giovane. Me ne andai io. Per alcuni anni ho frequentato i marxisti-leninisti, non gli operaisti, che non potevo vedere. Poi già dalla fine degli anni ’60 il PCI ha cominciato a tessere rapporti con gli Stati Uniti e la Nato, perché si era accorto che l’Unione Sovietica era in una fase già di relativo declino. L’Eurocomunismo fu quello.
Abbiamo parlato della sinistra: ora parliamo un po’ anche di questa destra al governo.
La destra non è peggiore della sinistra, le politiche degli uni e degli altri non sono affatto differenti. In politica estera sono perfettamente uguali. Per cercare di differenziarsi gli uni giocano a fare gli anticomunisti e gli altri gli antifascisti. Fanno ridere perché sono fenomeni storicamente chiusi, anche se qualcuno alza ancora il pugno chiuso. E non si possono più riprendere.
E la Cina?
É un Paese guidato da un Partito comunista ma non è un Paese comunista. È molto diverso. Nessun marxista serio parla mai di Paesi comunisti, perché il comunismo era qualcosa in divenire. Si parla semmai di costruzione del socialismo. Sono ignoranti gli anticomunisti, e sono ignoranti anche gli antifascisti.
Molti hanno cambiato idea per opportunismo, intende?
Democristiani e liberali sono diventati antifascisti solo quando è caduto il fascismo. Lasciamo stare…chi ha fatto la resistenza sono stati i comunisti e, in parte, socialisti e Giustizia & Libertà.
E del 25 aprile cosa ne pensa?
La verità è che il fascismo non esisteva già più dal 25 luglio 1943, con l’arresto di Mussolini. La Repubblica di Salò era quasi una barzelletta, uno stato fantoccio creato dai tedeschi. Il fascismo era già morto. Infatti non li chiamavamo più fascisti ma repubblichini.
Che giudizio dà, dunque, del fascismo?
Un giudizio sostanzialmente negativo, anche per motivi diversi. Inizialmente aveva anche connotazione anche sociale, diciamo, ma successivamente Mussolini al governo si è schierato apertamente con le strutture capitalistiche italiane. Era al servizio del grande capitale e ha difeso le strutture capitalistiche che erano tutt’altro che progressive. Era un capitalismo abbastanza arretrato, quello italiano.