Asia Vitale, la vittima dello stupro di Palermo avvenuto al Foro Italico la scorsa estate, è tornata a parlare a causa di un altro episodio di cronaca che la vede come protagonista. Suo malgrado, in passato era stata al centro di diverse polemiche, sia per la partecipazione al programma di Nunzia De Girolamo Avanti Popolo, che per aver aperto un profilo su OnlyFans, poi rivelatasi una fake news. In passato ha subìto una violenza da sette ragazzi e sembra che per lei non ci sia tregua. Dopo aver subìto quel terribile stupro di gruppo, ha dovuto in parte rivivere quell’incubo. Era nel centro storico, in piazza a Ballarò, in compagnia del fidanzato e di altre persone. Era passata da poco la mezzanotte, quando le si avvicina un’auto: in quella macchina c’era uno dei suoi presunti molestatori. Ma non era uno dei sette presenti la notte della violenza, quella del 7 luglio, perché loro sono finiti tutti in carcere. È altro ragazzo di cui Asia ha fatto il nome durante le deposizioni per gli abusi del Foro Italico, quando le forze dell'ordine le hanno chiesto se in precedenza ci fossero stati altri episodi di violenza. È lì che lei ha ricordato un’altra esperienza, avvenuta tra maggio e giugno. Ha fornito tutti i dettagli: luoghi e identità e altri elementi degni di un approfondimento. Da quel momento la procura di Palermo ha proceduto d’ufficio. Ma quindi chi è che ieri ha riconosciuto Asia? Un altro ragazzo indagato per violenza sessuale. Il motivo? Voleva che lei ritrattasse, esattamente come gli altri sette che sono in cella, le cui famiglie hanno minacciato la ragazza con lo stesso scopo e movente, Quando lui la vede tra la folla rallenta la macchina, abbassa il finestrino e comincia a insultarla.
Da lì un botta e risposta, poi lui sembra che se ne sia andato, ma si stava solo allontanando per tornare a piedi, con la madre e con un’arma. Hanno costretto Asia ad andare con loro fino a casa, ed è lì che l’hanno minacciata con un’arma. Su questo dà maggiori informazioni il fidanzato: “L'ho vista mentre la trascinavano via, se la sono portata fino a casa mentre io avevo un coltello puntato alla gola. Quando finalmente sono riuscito a liberarmi volevo dare l'allarme perché intervenissero le forze dell'ordine, ma ho avuto paura di peggiorare le cose. Anche le persone attorno a me mi hanno sconsigliato di farlo perché quel ragazzo era armato e poteva avventarsi su Asia”. Il fidanzato va quindi alla caserma dei carabinieri più vicina, ma mentre stava parlando con gli agenti si presenta Asia in “compagnia” del ragazzo indagato per violenza sessuale e sua madre: sono stati tenuti in caserma per diverse ore. Prima di tutti esce Asia, più o meno all’alba che racconta alla zia tutti i dettagli di quella notte. L'esperienza di essere trascinata con la forza e la minaccia di morte nella casa del ragazzo, le urla, i colpi ricevuti alle gambe: “Mi gridavano ci hai rovinato la vita, mentre mi picchiavano e mi dicevano che mi avrebbero uccisa”. Cosa che non hanno fatto, perché hanno deciso di portarla dai carabinieri per farle ritrattare quanto avesse detti in merito alla scorsa estate. Ma Asia spiega loro che “i carabinieri hanno proceduto d'ufficio, anche volendo non posso fare niente”. Che cosa rischiano ora i due soggetti in questione? I possibili reati vanno dalla minaccia aggravata al sequestro di persona.