Gli anni di pandemia ci hanno malinconicamente abituati a vedere virologi ovunque. E no, non erano allucinazioni. C’erano proprio. Terminato (si spera) l’apice del Covid e quindi quello del successo televisivo (e non solo, vedi Burioni) dei virologi, ecco che alcuni si stanno ricollocando ed ecco che dunque ora li vedremo anche tra i candidati alle elezioni politiche del 25 settembre e, chissà, forse anche in Parlamento.
Tra questi, oltre al meno noto Pier Luigi Lopalco (candidato con il partitino del ministro della salute Roberto Speranza, Articolo 1), c’è a sorpresa anche la virostar Andrea Crisanti, che sarà capolista del Pd nella circoscrizione estero (per l’Europa). E pensare che solo due mesi fa riguardo alla propria ipotetica candidatura il virologo padovano aveva detto “Non ci penso proprio”. Lo aveva fatto ai microfoni di Un giorno da pecora, su Radio 1 Rai, lo stesso programma nel quale Crisanti (il meno convinto – e il più fuori sincronia – dei tre, ma non per questo meno corresponsabile) si era esibito nell’inquietante sedicente canzone “Sì sì sì, sì sì vax, vacciniamoci” natalizia con i colleghi Pregliasco e Bassetti (con quest'ultimo che ha sostanzialmente detto di vedersi bene come prossimo ministro della salute: “Penso però che, se uno ambisce a fare il ministro con un ruolo tecnico, debba mettersi in gioco e cercare i voti”, la replica di Crisanti oggi al Corriere).
Evidentemente poi Cristani ci ha pensato: “Sono onoratissimo di essere stato candidato dal Partito democratico”, ha dichiarato a caldo.
Subito è arrivato anche l’attacco di Salvini: “Il tele-virologo Crisanti candidato col Pd. Credo che ora si capiscano tante cose”, ha scritto su Twitter il leader della Lega, con il virologo a replicare: “Mi rivolgo agli elettori di Salvini e voglio dirgli che gli errori che ha fatto, le valutazioni, in politica estera, in sanità, in economia, sono la garanzia degli errori che potrà fare se avrà la possibilità di governare”.
Il virus dello scontro politico a quanto pare è già entrato in circolo. Ma è vero, come dice Salvini, che ora si capiscono tante cose? Alcune indubbiamente sì, ma altre meno. Vediamo quali.
Molti virologi o comunque medici addetti ai lavori durante l’emergenza pandemica hanno palesemente dimostrato il proprio appiattimento sulla politica (o viceversa), ma soprattutto nell’ultimo periodo Crisanti si era distinto per autonomia e per il suo andare “controcorrente”, tanto da diventare per certi versi una speranza per i no-vax o comunque per i no-green pass e i critici del rigidio approccio chiusurista portato avanti da Speranza. E ora che fa? Si candida proprio a fianco di Speranza?
L’apparente incoerenza è stata notata e sottolineata anche dal sito di Nicola Porro: “Il microbiologo si candiderà fianco a fianco con il ministro Speranza, pure lui nelle liste dem, nonostante i due siano stati più di una volta in disaccordo sulla gestione dell’epidemia. A marzo, per dire, Crisanti (che pealtro poco prima aveva comprato una villa del Seicento da quasi due milioni, ndr) sosteneva convinto che bisognava «liberalizzare tutto e subito a partire da fine gennaio. Non avrei aspettato, perché aspettare è stato controproducente»”. Quando si troverà con Speranza gli spiegherà anche che “la mascherina serve a poco” contro Omicron, come diceva pochi mesi fa?
Curiosa la spiegazione di Crisanti data oggi al Corriere: “Sull’operato del ministro Speranza non sono mai entrato in polemica. Penso che sia stato vittima di un sistema, tutto italiano, fatto di tecnici scelti prima del suo arrivo”.
Sul sito del conduttore di Quarta Repubblica viene evidenziato anche un secondo elemento: “Andrea Crisanti ha depositato nei mesi scorsi una perizia alla procura della Repubblica di Bergamo che indaga sulla prima ondata di Covid nella Val Seriana. Nell’occasione disse che erano emerse delle «criticità» nella mancata istituzione della zona rossa. Ma anche che chiudere la Bergamasca, come richiesto dal Pirellone, avrebbe potuto salvare molte vite. L’Ansa riportava una forchetta tra le 2mila e le 4mila vittime in meno. Senza dimenticare le criticità «nell’applicazione del piano pandemico nazionale anticovid». Non è un po’ strano che il controllore, per quanto tecnico della procura, alla fine si candidi con il possibile controllato (Speranza&co)?”