Una giovane ha raccontato di essere stata inseguita da due stranieri per le vie di Milano, e di essersi salvata solo grazie all’intervento di un tassista. Margherita, il nome della ragazza coinvolta, ha condiviso la sua terribile esperienza su TikTok. Il video è rapidamente diventato virale, accumulando oltre 3 milioni di visualizzazioni in poco tempo. Si tratta di una delle tante storie che, purtroppo, spesso si verificano a Milano dove camminare per strada la sera ormai, come documentato anche da MOW, non è per niente sicuro.
Margherita lancia un appello ai follower: “Per favore non sottovalutate il problema indifferentemente se siete ragazzi o ragazze. Ormai è diventato pericoloso anche attraversare la strada. Fate qualcosa per favore perché è impossibile vivere così. Milano è una città con prezzi folli e purtroppo ci sono molte persone che non possono permettersi di prendere sempre dei taxi. Molti ragazzi non hanno nemmeno la patente e i mezzi funzionano male dopo una certa ora. Molti penseranno che andare in giro in gruppi o di giorno sia più sicuro, ma fidatevi che non cambia assolutamente la situazione. Spesso queste persone vanno in giro con coltelli o corpi contundenti con i quali minacciano le vittime. Voi ragazzi state attenti per favore. Lancio un grido disperato alle autorità affinché facciano qualcosa per risolvere questa situazione che ormai è sfuggita di mano”.
Mentre Margherita racconta la sua traumatica esperienza, le lacrime scorrono, ma lei decide di proseguire per sensibilizzare il pubblico su quanto le sia accaduto: “La situazione sta sfuggendo di mano. Ho appena rischiato di essere stuprata o rapinata. Ero in centro a Milano, sono ancora in stato di choc, ma spero che questo video possa contribuire a far capire la situazione pericolosa che viene sottovalutata. Stavo attraversando la strada perché ero andata dalla mia amica che abita dall'altra parte della strada, letteralmente. Dovevo solo attraversare la strada. Ero al semaforo e vedo che c'erano questi due ragazzi extracomunitari, si vedevano che non erano brave persone e iniziano a puntarmi e a indicarmi, a urlarmi cose nella loro lingua. Inizialmente mi paralizzo e per fortuna il semaforo era rosso e io mi sono spostata verso un taxi che stava arrivando verso la mia direzione. Loro erano davanti a me, ma io mi sono messa in mezzo alla strada e ho urlato al taxi di fermarsi. Questi ragazzi iniziano a inseguirmi e a urlarmi delle cose in arabo. Non sapevo cosa fare, ero paralizzata, per fortuna questo taxi si è fermato e mi ha fatta salire. Se non fosse stato per lui probabilmente mi avrebbero violentata”. Margherita in lacrime e spaventata prosegue il racconto e spiega che il tassista le avrebbe raccontato di salvato un’altra ragazza la sera precedente proprio perché stava vivendo una dinamica simile dove, probabilmente, i persecutori erano le stesse persone.
Quante testimonianze simili dovranno emergere sui social media prima che le grandi metropoli come Milano e Roma decidano di affrontare seriamente il problema? Questi racconti agghiaccianti dovrebbero fungere da campanelli d'allarme, spingendo le autorità e la comunità a collaborare per rendere le città più sicure e cercare di rendere i mezzi di trasporto accessibili a tutti. È imperativo che azioni concrete siano intraprese per garantire la protezione di tutti i cittadini, indipendentemente dal genere, mentre si spostano nelle metropoli italiane sempre più insicure.