Ormai parlare di sesso biologico tra uomo e donna è come parlare del sesso degli angeli. Sembra superfluo in qualsiasi discorso politico o tra intellettuali. Perché? Perché si dà per assodato che queste differenze non esistano. Un esempio che viene portato a favore dell'idea che non esistano biologicamente solo due sessi è l'individuo intersex. Ora alle Olimpiadi almeno un individuo probabilmente intersex, Imane Khelif, si scontrerà con la pugile italiana Angela Carini, come vi abbiamo raccontato. E vi abbiamo già spiegato che le regole del Comitato olimpico non possono dire nulla in proposito, perché dal 2000 non esistono più test specifici per individuare il sesso delle atlete. Ma cos’è l’intersessualità? Sicuramente non è un terzo sesso come alcuni sostengono. Gli intersex “nascono con caratteristiche sessuali (tra cui genitali, gonadi e modelli cromosomici) che non si adattano alla tipica nozione binaria di corpo maschile o femminile. Gli esperti stimano che fino all'1,7% della popolazione nasca con caratteristiche intersessuali” (definizione delle Nazioni Uniti, The Office of the High Commissioner for Human Rights). E questo è quello che sappiamo.
Intersessualità: un terzo sesso oltre a maschio e femmina?
Come spiegato in questo articolo scientifico di Wolfgang Goymann, Henrik Brumm e Peter M. Keppler, Biological sex is binary, even though there is a rainbow of sex roles, uscito per la rivista BioEssays nel 2022, i sessi biologici sono, sotto ogni punto di vista, due. Il consenso tra i biologi è chiaro. Quello che può variare è la differenziazione sessuale, che non riguarda tuttavia l’esistenza di più di due sessi (o di nessuno dei due). “Negare il sesso biologico, - secondo lo stesso articolo - per qualunque nobile causa, erode il progresso scientifico. Inoltre, e probabilmente anche peggio, rifiutando semplici fatti biologici, riviste scientifiche influenti possono aprire le porte dell’inondazione a ‘verità alternative”. Ovvero ai complottismi. L’idea che esistano più di due sessi, e che la persona intersex sia all’interno di questo ventaglio di possibilità che vanno da maschio a femmina, si basa sulla convinzione che il sesso sia uno spettro. L'idea dello spettro, di cui maschio e femmine sono solo estremi (o uno dei tanti gradi), è diventata famosa grazie a un articolo uscito nel 2015 su Nature, una sorta di bibbia per chi sostiene che i sessi non siano solo due. Nel paper si legge: “Il sesso può essere molto più complicato di quanto sembri a prima vista. Secondo il semplice scenario, ciò che conta è la presenza o l’assenza di un cromosoma y: con esso sei maschio e senza di esso sei femmina. Ma i medici sanno da tempo che alcune persone si trovano a cavallo del confine: i loro cromosomi sessuali dicono una cosa, ma le loro gonadi (ovaie o testicoli) o l'anatomia sessuale ne dicono un'altra”. Questa posizione è stata però criticata proprio a partire dalla qualità di questo articolo, la “bibbia” e anche il primo dei pezzi che abbiamo citato ne parla: quello che cambia è la differenziazione sessuale (le nostre parti intime esteriormente), non i sessi, che restano due. In un articolo divulgativo di Zachary Eliott, A Response to Nature’s ‘Sex Redefined’ uscito per il Paradox Institute, si spiega perché la tesi dello spettro non è molto solida per vari motivi. E anche un ricercatore in genetica della Standford ha spiegato la quesitone con un altro pezzo, In Humans, Sex is Binary and Immutable. Una cosa interessante da notare è questa. La maggior parte dei paper e degli articoli che troverete con una breve ricerca su Google (diciamo tutti quelli nelle prime cinque/sei pagine di risultati) cita come fonte determinante proprio l’articolo del 2015 uscito su Nature, Sex Redefined. In sostanza, le ricerche più lette in proposito (non tutte scientifiche, alcune sociologiche o filosofiche) si affidano letteralmente a un singolo articolo. Un po’ poco non trovate?
L’intersessualità può essere un problema per la salute?
Gli intersex, che sono l’esempio determinante per i difensori dell’idea che i sessi non siano solo due, hanno un fenotipo non identificabile con la classica distinzione maschio/femmina, ma nella maggior parte dei casi hanno comunque una configurazione cromosomica xx o xy. In questi casi non abbiamo grandi problematiche sul piano medico, tranne la probabile infertilità. Nei casi in cui abbiano invece combinazioni differenti, con un terzo cromosoma, si parla di deviazioni nello sviluppo sessuale con causa sconosciuta e tendenzialmente sono eventi associati a problemi di salute di vario tipo. Gli studi fatti finora sono stati condotti su altre specie, e sono legati per esempio all’esposizione a pesticidi agricoli. Alcuni studi mostrano come il numero crescente di bambini intersex possa essere legato all’esposizione a elementi chimici tossici (The Increasing Prevalence in Intersex Variation from Toxicological Dysregulation in Fetal Reproductive Tissue Differentiation and Development by Endocrine-Disrupting Chemicals, 2016). Una delle accuse che viene fatta a chi ritiene che gli individui intersex non rappresentino un terzo sesso “normale” è che considerarli malati sia una questione ideologica e non oggettiva. Ma davvero è ideologico credere che sia un problema l’esposizione a sostanze tossiche in grado di portare a deviazioni dello sviluppo sessuale (che non riguardano tutti gli individui intersex, ovviamente)?
Il sesso conta
Non dovrebbe importarci nulla del sesso delle persone se il sesso non contasse. Ma il sesso conta e negarne l’esistenza o imbrogliare le carte, come si sta facendo nel caso di Imane Khelif alle Olimpiadi di Parigi 2024, è un problema. Ma in che senso il sesso conta? Per esempio, possiamo dire ragionevolmente che un uomo non avrà mai un tumore all’utero. Un altro caso, meno sfacciato, è l’Alzheimer. Alcune ricerche mostrano come questa malattia segua sviluppi diversi negli uomini e nelle donne. Forse l’Alzheimer non ha letto l’articolo del 2015 e segue ancora la distinzione tradizionale e bigotta tra due sessi? L’Alzheimer è di destra? Il sesso conta anche per una diagnosi cardiologica e, ovviamente in ginecologia. Ma al di là della medicina, è proprio nello sport che il sesso fa la differenza. La migliore velocista donna alle Olimpiadi del 2021 non sarebbe arrivata in nessuna delle 3 batterie della semifinale dei 100 metri uomini. Questo, chiaramente, non significa che le donne siano inferiori, semplicemente che l’uomo e la donna possiedono caratteristiche differenti che permettono loro di avere prestazioni differenti. L’uomo è, mediamente, più forte e veloce di una donna. Chiaramente la donna più veloce del mondo è più veloce di un uomo qualunque e più veloce di migliaia di persone. Tuttavia non sarà più veloce del più veloce under 16 maschio (categoria allievi) al mondo. Figurarsi del più veloce tra gli atleti olimpionici. Anche i muscoli sono di destra?