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"Israele controlla la rete globale". Aldo Giannuli, il più grande esperto di spionaggio sul caso Equalize. Dietro Paragon c'è il governo? "Possibile, ormai l'intelligence è come il calciomercato"

  • di Gianmarco Serino Gianmarco Serino

17 ottobre 2025

"Israele controlla la rete globale". Aldo Giannuli, il più grande esperto di spionaggio sul caso Paragon: "ormai l'intelligence è calciomercato"
“Non è impossibile che ci sia il governo dietro, l’intelligence è come il calciomercato.” Così lo storico Aldo Giannuli commenta lo scandalo dei dossieraggi che intreccia politica, finanza e servizi segreti. Dalla guerra a Gaza al controllo delle reti mondiali, dal caso Equalize alla corsa al Quirinale, la partita del potere italiano si gioca su informazioni scambiate come azioni, e sullo sfondo c’è sempre lo Stato...

di Gianmarco Serino Gianmarco Serino

Con la guerra a Gaza è tornato al centro del dibattito pubblico il tema dell’operato dei servizi segreti israeliani in Italia e lo scandalo dei dossieraggi si è ingrossato e si è sgonfiato ciclicamente come una marea tant’è vero che una notizia in più, o una in meno, ormai non fa più differenza. L’opinione pubblica è assolutamente indifferente alla gravità di un problema sistemico. Con la globalizzazione delle società di massa, sempre più interconnesse a livello informativo su tutte le dimensioni e in ogni loro settore, ormai il calciomercato delle informazioni è normalità, ad ogni ora del giorno e della notte. Questo è quanto ci ha detto Aldo Giannuli, storico e più grande esperto di spionaggio e di strategia della tensione. Giannuli, nella sua lunga carriera, è stato consulente durante le indagini sulle stragi in Italia nel periodo degli anni di piombo e conosce approfonditamente i segreti che le pieghe della storia nascondono in documenti riservati, sotto la polvere degli archivi di stato. Il 7 novembre uscirà nelle librerie con il suo prossimo volume, “I servizi segreti e la guerra”, edito da Ponte alle Grazie, così lo abbiamo chiamato per fargli qualche domanda sulle ultime notizie relative al caso Equalize, non altro che il principio dello scontro tra il polo bancario milanese e romano, in vista delle prossime elezioni legislative, e infine, della corsa al Quirinale, che ormai, non è così lontana.

Benjamin Netanyahu ansa
Benjamin Netanyahu Foto Ansa

Dopo la guerra in Israele, qual è il ruolo che esercitano i servizi segreti di Tel Aviv in Italia? Alcuni esperti hanno parlato del fatto che la nostra cyber security sia tutta in mano a Israele

Ma non solo la nostra. Guardate che qui si sottovaluta pesantemente il controllo che Israele ha sulle reti di comunicazione mondiali. La rete Telecom, per esempio, passa dal Mar Rosso e arriva fino in Corea del Sud e un tratto fondamentale di questa passa per Israele, ma non è la sola. Israele viene visto come un piccolo paese ricco, con delle buone forze armate, molto litigioso, niente di più. Non si è capito però che pur avendo una dimensione limitata dal punto di vista demografico e geografico, è una grande potenza. Sicuramente fra le prime dieci al mondo, vuoi per il ruolo dell’intelligence, vuoi per il presupposto di questo, ovvero il controllo di gran parte delle reti comunicative mondiali. Non so se sono riuscito a essere chiaro.

Certo, certo, assolutamente sì

Inoltre, Israele non gode solo del grande vantaggio tecnologico e finanziario, che non guasta, ma anche di uno straordinario bacino informativo, perché, giustamente dal loro punto di vista, la comunità ebraica internazionale è solidale con Tel Aviv. Questo non vuol dire che tutti gli ebrei siano spie, ovviamente, ma che gli agenti dell’intelligence, magari sotto le mentite spoglie di giornalisti, analisti, professori, poliziotti o altro, hanno un grande irradiamento all’interno della società civile e non. Un agente dei servizi può muoversi a suo agio in gran parte dei Paesi del mondo interagendo con ogni parte della società, raccogliendo notizie. Chi gliele fornisce lo fa senza rendersene conto. Ecco, questo è un vantaggio straordinario di Israele che viene sempre sottovalutato.

A proposito di spionaggio, in questi giorni Il Fatto Quotidiano è invaso di notizie interessanti. Beniamino Lopresti, ex presidente di Milano Serravalle-Milano Tangenziali, oggi parte offesa nel procedimento Equalize, sostiene che il mandante del dossieraggio ai suoi danni sia Attilio Fontana

Il mondo dell’informazione, anche qui, non ha confini precisi e netti. È fatto di giornalisti, agenzie investigative, avvocati, che per loro natura ormai, con il nuovo codice di procedura, possono fare attività investigativa. Ora, tutto questo determina un sistematico mercato di informazioni. Già vent’anni fa, vedendo le carte del Ministero dell’Interno, a un certo punto mi imbattei in una cosa che mi colpì. In quegli archivi si era tenuta traccia dei rapporti extraconiugali di un grande calciatore dell’Inter. Ma perché la polizia politica faceva dossieraggio sull’amante del grande giocatore dell’Inter? Lo capii per puro caso molto tempo dopo, quando del tutto incidentalmente trovai un altro fascicolo, il ritaglio di un giornale scandalistico che riportava quella notizia. E capii una cosa, che del tale giocatore non gliene fregava assolutamente niente, però quello era oro informativo da scambiare, per esempio, con la stampa scandalistica, che a volte poteva avere notizie interessanti di interesse politico.

aldo giannuli omnibus la7
Aldo Giannuli a Omnibus su La7 Omnibus La7

Ma quindi Beniamino Lo Presti dice qualcosa di plausibile oppure no?

Può essere. Perché no? Se io faccio un contratto assicurativo, voglio sapere qual è la condizione della compagnia e quindi mi rivolgerò a chi può darmi la notizia più completa sul suo stato di salute. Tutto il mondo degli affari vive di informazioni. Se il prezzo del grano aumenta o diminuisce, io, che investo nel settore, voglio sapere come stanno veramente le cose il giorno prima. Ovviamente quello mi chiederà qualche informazione in cambio. Ecco, il problema è che il mondo dell’informazione non è separabile dalla società e non ha confini interni. Forse sto dicendo una cosa che scoraggerà molta gente, ma i dossier talvolta li facciamo anche noi per cose minime. Quindi pare strano? Beh non lo è affatto.

Il 3 ottobre 2022, al Comitato Esg, Lo Presti segnala un’incompatibilità, Stefano Cecchin, appena nominato direttore area ambiente, è anche presidente dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale. L’avvocato Fabio Fedi, vicepresidente, gli dice: “Guarda che questo qui lo devi proteggere, perché è dei servizi”. Da lì Lo Presti segnala il dossieraggio ai suoi danni

Guarda, tutto questo è assolutamente illegale, capiamoci, ma normale, nel senso che accade regolarmente. Perché sicuramente c’è qualcuno che ha interesse a piazzare il tale avvocato in quella posizione, no? E si trova in mano una carta per fare pressioni. Ora, questa carta può essere un fatto lecito o illecito. Però secondo voi quanti si fanno scrupoli? Nel mondo degli affari è la normalità. Illegale, siamo d’accordo, immorale, siamo d’accordo. Ma è la regolarità del funzionamento del mondo degli affari, del mondo politico, del mondo militare, del mondo dell’informazione. Ora mi chiederai, che si può fare? Non ne ho idea.

Più che altro adesso volevo chiederti, se allarghiamo un po’ lo sguardo, non è un caso isolato. Stamattina, sempre sul Fatto quotidiano è uscito un articolo su Flavio Cattaneo, anche lui spiato con Paragon, insomma anche lui ha ricevuto questo messaggino che gli notificava di essere sorvegliato da uno spyware, dopo che è successa la stessa cosa a Caltagirone

Nel mondo dei grandi affari non esiste uno che non sia spiato, e non esiste uno che non spii. E’ un po’ come in guerra, dove non esiste una vera differenza tra spionaggio e controspionaggio. Questa tendenza ha una progressione geometrica. Una volta c’era il calciomercato, si faceva una volta all’anno all’Hotel Gallia di Milano. Adesso il calciomercato è continuo, durante tutto l’anno, in qualsiasi posto. Talvolta un giocatore, nel giro di una stagione, viene comprato e venduto un paio di volte, no?
Vero
La stessa cosa sta succedendo nella finanza. Cioè, mentre prima una scalata finanziaria era un fatto piuttosto eccezionale, adesso invece… è finita la guerra delle Generali ma solo perché fra poco inizierà la guerra per il Monte dei Paschi, e poi ci sarà la guerra sul problema del polo romano contro il polo milanese. Questa è la premessa della prossima guerra d’affari. Ogni guerra d’affari è la premessa della successiva. Adesso io mi aspetto uno scontro feroce tra polo milanese e polo romano in vista delle elezioni che al più tardi saranno nel 2027. Siamo alla fine del 2025, manca un anno e mezzo. E un anno e mezzo è il minimo per cominciare a fare alleanze, liste, impostare una campagna elettorale. Ma quella campagna elettorale avrà sicuramente effetti sugli assetti di potere finanziario, quindi sulla guerra tra polo romano e polo milanese. E questo è quello che è successo finora, è la premessa di quello che succederà, secondo me, già subito dopo Natale.

Ma secondo te questa cosa ha anche a che fare con il Quirinale? In questi giorni si parlava molto, si è parlato spesso di Meloni al Quirinale. Ne ha parlato Sallusti alla Festa del Sole, citando poi anche Gianfranco Fini, riabilitando un po’ la sua figura. E poi ne ha parlato Piantedosi, insomma ne parlano un po’ tutti.
No, Meloni al Quirinale non me la vedo, anche perché, diciamo, è un po’ troppo giovane. Si voterà nel ’29, perché Mattarella non si dimette neanche un giorno prima. E a 61 Meloni che fa? Va in pensione? Non è nel costume dei nostri politici, che ancora a 90 anni pensano al loro futuro politico.

Ignazio La Russa al salone nautico di Genova ansa
Ignazio La Russa al salone nautico di Genova Foto Ansa

Però tornando allo scontro tra polo milanese e quello romano. Molti dicono che comunque Graphite circoli perché è stato messo in giro dal governo, nel senso che l’autorizzazione a utilizzarlo è governativa. Tu che ne pensi, è vera questa cosa o ci sono più sfumature da considerare?

Non abbiamo prove, ma è un’impressione. Ormai siamo in uno stato di guerra permanente. Per esempio, a proposito di Meloni al Quirinale, chi è il suo principale avversario? Non Mattarella, ma La Russa. La ragazzina ha già avuto la presidenza del Consiglio e lui che sta da una vita lì, sarebbe il primo a iniziare una guerra interna contro la Meloni se questa tentasse di prendersi anche il Quirinale. Mancano tre anni pieni per l’elezione del presidente. Secondo me, Mattarella a un terzo mandato ci sta pensando. Naturalmente dichiarerà che non è assolutamente interessato, farà un biglietto per le vacanze a Cuba… ma queste sceneggiate le conosciamo. E poi la presidenza della Repubblica è sempre stata la caccia grossa, con tutti gli agguati possibili e immaginabili. Perché devi fare i conti con mille grandi elettori che votano su scheda. Per cui in teoria io dovrei votare per te, ma siccome c’è quella nomina che tu non mi hai dato io non ti voterò. Ora, in una situazione del genere c’è una regola fissa che vale per i papi e anche per i presidenti della Repubblica, i candidati che nascono troppo presto non arrivano mai al traguardo. Vero, vero, come il Papa. Perché ti esponi al cecchinaggio già da un sacco di tempo prima. Il modello a cui voi dovete guardare è quello di Papa Leone XIV. Sino a un mese prima nessuno faceva il nome di Prevost come papabile.

C’era solo un giornalista americano, se non sbaglio, Andrew Spannaus, che ci aveva azzeccato

E che probabilmente l’ha detto perché voleva cecchinarlo.

Però magari si dice Meloni per non dire La Russa

Oppure vogliono scombinare il gioco di qualche altro, perché presto ci saranno pure le elezioni politiche. E voi sapete che risultati ci saranno? Certo. Sulla carta la Meloni non ha sfidanti, perché la Schlein non esiste. I Cinque Stelle, secondo me, sono in caduta libera. Agli interni Salvini più freddure di quelle che sta facendo, non può fare. Tajani è un cagnolino addomesticato. Quindi, sulla carta, dovrebbe vincere le elezioni. Ma chi può dire?

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