Jeremy Clarkson non ha nascosto le difficoltà che sta affrontando con il Diddly Squat Farm e il pub. La sua impresa non fattura granché e in occasione dell’ultimo articolo prima di Natale aveva raccontato il “disastro totale” (lo ha definito così) del 2024, con ladri di bicchieri, bagni costantemente intasati, così incredibili, multe e un margine di guadagno bassissimo. Mentre per i boccali di birra rubati sembra aver trovato una soluzione (ne abbiamo parlato qui), la crisi finanziaria ha degli aspetti più strutturali, che potrebbero rendere il 2025, “un anno critico”, come è critico per gli agricoltori: “E noi saremo dalla loro parte”. Per questo nei primi mesi del 2025 il pub resterà chiuso? Nell’ultimo post che ripercorre le attività svolte nel 2024, Clarkson ha anche segnalato che il locale non sta affrontando un periodo di crescita economica come sperava. In tutto il 2024, il profitto è stato di sole 150 sterline.
Questo nonostante la popolarità della sua impresa grazie alla serie Prime video. L’anno che Jezza si lascia alle spalle è stato contrassegnato, tuttavia, anche dai problemi di salute e da un’operazione d’urgenza per un dolore di tipo cardiovascolare che inizialmente il conduttore aveva confuso con un infarto. Ora che ha degli stent è tornato a casa, ma non può mangiare carne e deve ridurre al minimo gli sforzi. Per questo chiuderà? Già a Natale si era lamentato per le sue condizioni e per i consigli del medico. Non potendo fare nulla, anche la gestione dei suoi locali e della sua impresa iniziano a essere un problema. Il 25 dicembre, infatti, il pub è rimasto chiuso. Descrivendo la sua esperienza alla guida di una fattoria e di un locale, Clarkson si è espresso così: “Quando ho deciso di dedicarmi all'agricoltura, ero fermamente convinto che avrei piantato dei semi nel terreno e poi mi sarei appoggiata a un cancello al sole, masticando pigramente un filo d'erba mentre la brezza gentile e le api trasformavano i miei semi in gustose prelibatezze. Ero ancora più ingenuo quando ho comprato il Farmer's Dog, il mio pub nei Cotswolds. Pensavo che avrei trovato uno chef che si sarebbe impegnato in cucina, trasformando i prodotti della mia fattoria in cibo, e che sarei stato libero di appoggiarmi al bancone tutto il giorno, sorseggiando qualche pinta della mia birra mentre chiacchieravo con i locali dalle scarpe robuste. Mi sbagliavo”.