Il Fatto quotidiano titola la prima pagina di oggi così: «Il missile russo è ucraino: guerra mondiale rinviata». E anche noi ne avevamo parlato. Peccato per i tanti bellicisti nostrani. Ma poi, siamo sicuri di poter reggere il colpo della devastazione nucleare? Siamo così avanzati, è vero, ma ci ricordiamo come si pesca o come si coltiva? «Molte persone saranno rimaste inorridite nell'apprendere questa settimana che una madre di quattro figli nel Kent si è vista recapitare una fattura di 20 centesimi per sostituire una matita che il suo bambino di dieci anni aveva rotto mentre era a scuola. Per la maggior parte delle persone, una matita è una cosa banale. È usa e getta. Non è niente. Ma se ci si ferma a riflettere un attimo, non lo è affatto... La settimana scorsa mi è stato detto che le probabilità che Putin usi un'arma nucleare nel prossimo futuro sono solo di 13 a 1. Mi sembra una buona scommessa, perché è un'ipotesi che non si può escludere. Mi sembra una buona scommessa, perché se non la usa, si vince alla grande. E se lo farà, non avrà importanza perché il denaro sarà comunque inutile. Ciò di cui avrete bisogno sono invece cose semplici. Come le matite». È l’ultima provocazione di Jeremy Clarkson. Il problema, scrive, è l’incapacità di fronteggiare la minaccia nucleare sul fronte dei bisogni primari.
«L'ultima volta che il mondo ha affrontato la minaccia concreta di una guerra nucleare era il 1962 e, allora, molte persone nel mondo avevano abilità semplici. Sapevano costruire telefoni con barattoli di latta e curare il mal di testa con le foglie che trovavano nei boschi. Ora, invece, nessuno sa fare nulla. Non sono un prepper nato. Non ho un furgone con un sistema di riciclo dell'urina, una gallina e un kit di pronto soccorso pieno di iodio». Siamo disarmati di fronte a quello che definisce un «inverno nucleare polveroso e buio». Tutti coloro che stanno provando a immaginare di sopravvivere nel caso di una guerra nucleare, magari in un bunker attrezzato, non si rendono conto che «non sapranno cosa sta succedendo perché non avranno la minima idea di come si costruiscono le batterie per la loro radio a transistor. Molti non sapranno nemmeno cosa sia una radio a transistor. E poi si renderanno conto di non saper fare il rullo compressore e dovranno usare una pietra liscia».
Ma dunque cosa fare? Clarkson, a metà tra ironia e fatalismo, sentenzia: «Se sapessi che un missile sta per arriva a Chipping Norton, mi metterei in un campo e abbraccerei la luce». Ricorda quasi un Aiace dei nostri giorni, meno idealista e più sconsolato. Disincantato forse, ma non per questo meno lucido.