Kanye West ha appena annunciato l'uscita di un nuovo album e ha presentato un brano inedito durante il suo spettacolo allo stadio Wuyuan River di Haikou, in Cina, Paese nel quale il rapper non si esibiva da 16 anni. A partire da settembre, invece, c'è stata una repentina inversione di tendenza con apparizioni, concerti e iniziative andate in scena proprio oltre la Muraglia. Andiamo con ordine: l'album di Ye, che segue le due uscite Vultures di inizio anno, si intitola Bully, mentre il singolo Beauty and the Beast. Durante il live, inoltre, West ha anche presentato una nuova versione di 530, un brano tratto da Vultures 2. L'artista americano non ha fornito indizi al pubblico in merito all'uscita di Bully anche se non sono da escludere ritardi, come accaduto a Vultures, posticipato per mesi nonostante dovesse uscire il 10 febbraio, e a Vultures 2, previsto per l'8 marzo poi scalato al 3 agosto. Questi, dunque, i contorni della storia. Ci si potrebbe però chiedere cosa leghi Ye alla Cina, e cosa spinga Pechino a riservare una simile accoglienza mediatica al rapper.
Ye ha portato il suo tour mondiale di listening party sull'isola di Hainan, come da programma. Lo stadio sportivo Wuyuan River Sports di Haikou, il 15 settembre, si è trasformato in un paradiso per 40.000 fan dell'hip-hop. Il pubblico presente, si legge dai resoconti apparsi sui media cinesi, è esploso di gioia quando il rapper ha dichiarato "Ti amo, Haikou" all'apertura del suo spettacolo. La performance, durate tre ore, ha convinto i suoi fan locali, colpiti in positivo dall'impegno messo in mostra da Ye nel creare un legame con loro. Il 16 settembre, il giorno dopo il concerto, hinews.cn ha riferito che il concerto di West è stato il primo grande spettacolo internazionale a Hainan da quando è diventata una provincia. Il concerto "ha brillato ad Haikou nonostante sia stato duramente colpito dal tifone Yagi, mostrando al mondo la resilienza e l'apertura della città", ha scritto il sito cinese. L'evento ha anche "rafforzato l'immagine di Haikou come capitale dell'intrattenimento e ha mostrato al mondo il fascino culturale e lo stile urbano della città", ha aggiunto la pubblicazione. E pensare che in Cina i media statali avevano più volte criticato la musica hip-hop. Nel 2018, Xinhua aveva condannato le canzoni del rapper cinese PG One perché insultavano apertamente le donne e promuovevano l'uso di droghe tra i giovani. "Questi artisti, che mancano di rispetto all'industria e al pubblico, non possono diffondere pace e amore. Anche se hanno vinto dei premi, non meritano un posto sul palco dell'hip-hop", si esprimeva l'agenzia nazionale cinese.
Il vento è dunque cambiato. Ye ha pensato bene di sfruttare la potenzialmente immensa fanbase cinese, trait d'union con quella asiatica, per far crescere il proprio nome in un continente in continua ascesa (l'Asia). Sul fronte opposto Pechino ha intenzione di affidarsi alla musica delle star occidentali in chiave soft power. Il fatto, inoltre, che il lavoro del rapper abbia superato qualsiasi censura o diffidenza politica, lascia intendere che West abbia davvero intenzione di investire sulla Cina. La provincia Hainan, intanto, continua a costruire il suo status di area duty-free e a consolidare la nomea di "Hawaii della Cina". Duclis in fundo, nei giorni a ridosso delle esibizioni di Ye, la moglie Bianca Censori è stata avvistata in quel di Haikou. Le sue foto sono rimbalzate sui social cinesi suscitando reazioni contrastanti dei netizens in merito al suo look (un top semitrasparente e leggings), tra chi lo considerava audace e chi molto meno succinto di altri mostrati in passato. Anche così prende forma il soft power made in China.