Sono davvero, ma davvero, ma davvero indignato. In Sicilia sta facendo scandalo quella che chiamano la corrente “turistica” di Fratelli d’Italia e pare, dicono, sussurrano, che la stampa nazionale stia cercando di censurare il caso a livello nazionale (ne parlano invece Il Fatto quotidiano e La Repubblica), caso che vedrebbe l’assessorato al Turismo e allo Spettacolo come una sorta di Spectre al cui vertice ci sarebbe il famigerato “Uomo 6”, al secolo Manlio Messina, ex assessore dell’assessorato medesimo, motivo per cui le chat di whatsapp, in questi giorni, sono intasate da La canzone di Manlio Messina, ossia Che uomo Sei di Patty Pravo (per il titolo, non per il testo). Adesso, l’inchiesta, l’indagine o quello che è risalirebbe alla famosissima e imprescindibile mostra a Cannes di una cosa tipo “le donne e la Sicilia”, qualche gigantografia di “fimmini” alla Pietrangelo Buttafuoco “taliàte” (guardate) dai maschi allupati. E va bene. Per questa mostra a Cannes si spesero tipo 3 milioni e qualche cosa di euri. Motivo per cui Renato Schifani bloccò la perpetuazione di questa “iniziativa” sulla quale, mi pare, è intervenuta o dovrebbe intervenire la Corte dei Conti.
Dopodiché, raccontano, è stato tutto un precipitare: assessori al turismo e allo spettacolo che perpetuavano (dicono) il “modello Messina”, la portavoce del presidente dell’Ars, Sabrina De Capitani, abbastanza gnocca, almeno dalle foto (detta “la califfa”, coinvolta nella mostra a Cannes grazie a una società che si chiama Absolute qualcosa, come la vodka), che voleva fare “business” grazie alla sua vicinanza con Gaetano Galvagno (fotografato spesso con Ignazio La Russa). Insomma: un bordellone. E io sono sempre più indignato! Voglio dire: ma come caz*o vi viene in mente di descrivere Manlio Messina come un genio del male. Del male, ovviamente, me ne fotto, non sono un giudice (a ognuno il suo mestiere). Ma voglio dire “genio”, a Manlio Messina, ma come vi viene in mente? Non solo perché, al momento, l’unico genio siciliano sono ovviamente io (chiedete in giro), ma proprio perché a Manlio, che conosco da quasi una vita, tutto gli potete dire: gli potete dire “bellicapelli”, gli potete dire “paninaro”, gli potete dire “organizzatore di serate in discoteca”, ma “genio” no, genio non glielo potete dire. Che poi genio di cosa? Di sfruttare la legislazione che dà alla politica il potere sul turismo, sullo spettacolo e sulla cultura? Bì, e pare che a sinistra sono stati rispettosi del turismo, dello spettacolo e della cultura.

Ovviamente, la magistratura sta indagando, e io non sono un magistrato e non so se si configurano reati ma, voglio dire, a Catania abbiamo avuto Enzo Bianco che voleva aprire la succursale del museo egizio torinese (“egizio”, a Catania, che minchia c’entra?) facendo ristrutturare non so quale edificio insieme a Dario Franceschini (quello che voleva fare la biblioteca degli inediti e la Netflix del cinema italiano – in rete trovate i costi), mentre il suo assessore alla cultura, Orazio Licandro (Orazio e Licandro, mi raccomando, da pronunciare con la “r” moscia, moscissima) veniva rinviato a giudizio, insieme al suo sindaco, Enzo Bianco per l’appunto, nell’inchiesta “Università Bandita”. E non è forse “cultura” l’università? E non è forse cultura la mostra dei siciliani, sempre fatta da Enzo Bianco con Orazio Licandro (con la delega alla “bellezza”) con la stupefacente collaborazione di Vittorio Sgarbi e Gianni Filippini che descrivevano (anche sulla cartellonistica) la mostra come “La più importante mostra del secolo secondo il New York Times”? (Tutto falso). Non sto dicendo che delinque la Destra come delinque la Sinistra. Sto dicendo, al contrario, che come NON delinque la Sinistra NON delinque neanche la Destra.

La Cultura, il Turismo, lo Spettacolo (“la piazza è mia, la piazza e mia!”, dice qualsiasi assessore alla cultura come il pazzo di “Nuovo Cinema Paradiso”, quando deve organizzare letture, teatro, mostre di dipinti orripilanti, sagre – la sagra è cultura – concerti, minchiate e via discorrendo) sono in mano alla politica. Il che non è una vergogna, è la legge che lo stabilisce (anche se per un assessore illuminato ce ne sono 200 scimuniti). Onde ragion per cui (io facciò pipì e tu me la stui – “me la pulisci”) è ovvio che Turismo, Spettacolo e Cultura siano maniere attraverso le quali la politica si fa i suoi affari. E chi si scandalizza per questo è un ipocrita. Bisogna scandalizzarsi invece per come descrivono Manlio Messina “e la sua banda” (come viene appellato in alcune intercettazioni): ossia come un genio del male. Del male, ripeto, me ne fotto. Ma “genio” a Manlio Messina, maddai. È un bravo ragazzo. Già c’avete detto che è in un qualche tipo di relazione con Giorgia Meloni (lo ha scritto Fabrizio Corona, c’è il processo in corso). Adesso ci dite pure che è un genio? Ma così poi si monta la testa.
