È un dramma che lacera, quello che sta vivendo la ginnastica italiana, e, con essa, tutti noi che crediamo nella leggerezza dell’impresa sportiva, salvo poi dover fare i conti con la fragilità sottile che la sostiene. Lorenzo Bonicelli, 23 anni, lombardo di Abbadia Lariana, studente modello di Economia all’Università Mercatorum e orgoglio della Ghislanzoni Gal di Lecco, è oggi il corpo spezzato di questa fragilità.
Alle Universiadi estive di Essen, in Germania, nel bel mezzo della terza rotazione agli anelli, qualcosa è andato storto. Nel silenzio innaturale che segue ogni tragedia, si sono mossi subito i soccorsi: “Immediatamente soccorso dall’équipe medica dell’organizzazione tedesca e dai responsabili sanitari di Fisu e Cusi”, si legge nel comunicato ufficiale della Federginnastica, “il ventitreenne di Lecco […] è stato trasportato al vicino Policlinico universitario”. Nessuna corsa, nessuna urgenza nella sintassi della nota, ma la realtà è lì, cruda: un intervento chirurgico alle vertebre cervicali, un coma farmacologico, una squadra che si ritira, una comunità che si stringe.
“Forza Bonni!” recita il messaggio finale della federazione, nella commozione che non sa più scegliere tra l’incoraggiamento e la preghiera laica. E intanto, nessun bollettino ufficiale. Il silenzio, in queste ore, è la risposta più straziante. Steve Butcher, ex direttore della Federazione internazionale di ginnastica, prova a colmare il vuoto dal suo profilo Facebook: “Lorenzo è in coma farmacologico dopo l’intervento chirurgico. Ci vorranno almeno dieci giorni per conoscere le sue condizioni. Tutta la famiglia della ginnastica prega e fa il tifo per il pieno recupero!”

Ma chi è Lorenzo Bonicelli?
Il suo curriculum è già quello di un possibile predestinato: la prima gara internazionale nel 2017 all’Austrian Future Cup; un bronzo a squadre ai Mondiali juniores di Szeged, Ungheria, nel 2019; la ripartenza post-pandemia con la World Cup 2022 di Parigi dove sfiora la finale alle parallele e l’argento alla sbarra agli Assoluti; nel 2023, la prima Universiade conclusa all’ottavo posto e, soprattutto, il pass olimpico con la squadra ai Mondiali di Anversa, uno storico traguardo che – come sottolinea Sky Sport – mancava all’Italia da dodici anni. Il suo attrezzo del cuore? La sbarra. Ma ora deve fare purtroppo i conti con le conseguenze degli anelli. E a tutti gli altri non resta che attendere e sperare.