Deciso, forse duro, ma con tanta voglia di vincere anche con i colori della Ferrari. Filtra questo dalle prime parole di Lewis Hamilton a Spa, tredicesimo round stagionale, dopo un inizio ben lontano dai sogni e dalle speranze che avevano accompagnato il sette volte campione del Mondo a Maranello. Parla a tutto tondo descrivendo una Ferrari sì in crescita, ma meno reattiva rispetto ad altre squadre, aspetto su cui tocca intervenire subito per tornare a vincere, unico obiettivo di questa sua avventura in Rosso.

“A Maranello ho partecipato a tante riunioni con Vigna, Elkann e Vasseur, ma anche a riunioni tecniche con Serra” ha spiegato Sir Lewis in conferenza stampa, soffermandosi poi non solo sulla SF-25, ma su tutta l’organizzazione della Scuderia. “Ho preparato dei documenti con i vari problemi della macchina e con i cambiamenti che potremmo adottare in squadra. Il motivo per cui li ho scritti è che vedo un enorme potenziale: niente si avvicina alla passione, ma è un’organizzazione enorme e ci sono molte parti in movimento, ma non tutte funzionanti a pieno regime”.
È chiaro, senza giri di parole: per vincere bisogna migliorare, tanto in pista quanto a Maranello. E se in passato aveva dichiarato di star sfidando gli ingegneri della Ferrari per progredire, davanti ai media presenti in Belgio ha puntato dritto al management della squadra: “È per questo che il team non ha avuto il successo che ritengo meriti. Penso che sia mio compito sfidare ogni ambito, in particolare chi è al vertice e prende decisioni”, ha aggiunto, prima di ribadire ancora una volta la sua voglia fare la storia con i colori della Ferrari, cosa che in passato ad altri grandi non è riuscita. “Negli ultimi 20 anni la Ferrari ha avuto piloti straordinari come Raikkonen, Alonso e Vettel, tutti campioni del mondo. Qui però Fernando e Sebastian non hanno vinto e mi rifiuto che ciò accada a me. Dunque, faccio uno sforzo in più: ho avuto la fortuna di fare esperienze in altri due grandi team e, anche se ci sono differenze di cultura, se si dovessero fare le stesse cose si otterrebbero gli stessi risultati. Sono qui per vincere e questo è un momento cruciale per me”.

Non lascia spazio ad alcuna interpretazione: c’è bisogno di reagire dopo un inizio tanto in salita, nonostante l’ambizione e la speranza di lottare per il Mondiale che aveva scandito le giornate fino all’esordio di Melbourne. In tal senso, Spa rappresenterà anche un primo banco di prova per la nuova sospensione posteriore, riprogettata per arginare alcune delle difficoltà legate alle altezze della SF-25. Dopo l’esordio del Mugello è filtrato un cauto ottimismo, eppure per Sir Lewis serve migliorare anche sul piano degli sviluppi, finora non al passo degli avversari: “Vedremo finalmente di cosa sarà capace questa macchina? No. Domani testeremo la nuova sospensione. La cosa positiva è che ci sono nuove parti che stanno arrivando. Il nostro ritmo di sviluppo, però, non è stato quello che mi aspettavo”. Per la sospensione Spa rappresenta un primo test, ma non definivo, visto che il formato Sprint potrebbe essere un ostacolo alla comprensione degli aggiornamenti: “Ottimizzare il nuovo pacchetto in una Sprint è difficile. Bisognerà massimizzare il tempo in pista e le informazioni raccolte da entrambe le auto”.

Un Media Day pesante, tra una difficoltà e l’altra della Scuderia. Eppure, qualche risata c’è stata, specie quando in conferenza stampa Hamilton è stato il protagonista di un siparietto tutto da ridere con Kimi Antonelli, che ne ha preso il posto in Mercedes. All’italiano era stato chiesto se avesse un contratto valido per uno o due anni e, dopo la risposta di Kimi - “Bella domanda da 1 milione di dollari…” -, ecco che interviene l’inglese scatenando le risate di tutti in conferenza: “È il tuo stipendio un milione di dollari? Sei contento del contratto, vero? Ti dico io come trattare con Toto Wolff, non preoccuparti”.
