Che Carlos Sainz sia uno dei piloti dal carattere più piccante non è certo una novità: lo spagnolo si è sempre distinto come uno dei protagonisti più indipendenti della griglia di Formula 1, con opinioni forti e mai banali. Intervistato nel podcast High Performance, Sainz ha affrontato argomenti particolarmente caldi, che continuano a far discutere il paddock, soprattutto alla luce dei recenti movimenti ai vertici dei team. Ha lasciato la Ferrari giusto in tempo, prima di vedere messo in discussione anche il ruolo di Fred Vasseur. E non ha firmato con la Red Bull - nonostante il desiderio fosse concreto, come confermato dallo stesso figlio d’arte - proprio alla vigilia di quella che si sta rivelando una stagione di smarrimento. Tra licenziamenti, cali di performance, piloti altalenanti, la Red Bull fatica a ritrovare il proprio equilibrio e Max Verstappen inizia a guardarsi intorno per il suo futuro: la tensione è palpabile. E Carlos Sainz avrebbe potuto essere una delle soluzioni più efficaci per la squadra ora guidata da Laurent Mekies, ma a quanto pare non gli è stata nemmeno concessa una minima possibilità.

Sainz ha iniziato la sua carriera in Formula 1 proprio sotto l’ala del programma giovani della Red Bull, debuttando nel 2015 con la Toro Rosso al fianco di un giovanissimo Verstappen. I due condivisero il box per una stagione e mezza, ma la rivalità tra loro emerse rapidamente mentre cercavano entrambi di attirare l’attenzione del team principale. “La gente da fuori non vede tutto. È vero, abbiamo avuto una rivalità nel nostro primo anno insieme in Toro Rosso, ma era una rivalità sana. Ora andiamo d’accordo. Se questo è stato il motivo per cui non mi hanno voluto accanto a Max, non lo capisco: saremmo stati una coppia davvero forte in Formula 1” ha infatti spiegato il pilota della Williams.

E sulla paura di essere sovrastato dal suo modus operandi, che lascia tutti i compagni del quattro volte campione del mondo letteralmente a gambe in aria, Sainz non ha dubbi: “Tutti faticano da compagni di squadra di Max. Io no: quando correvamo insieme è stato tosto ma non impossibile. È un talento pazzesco, uno dei migliori della storia. Ma quell’anno insieme mi ha dato la fiducia per sapere che posso competere con chiunque”.
Il suo anno in Williams sta procedendo in maniera tutto sommato positiva, nonostante le varie difficoltà legate a una monoposto decisamente meno competitiva rispetto a quelle a cui Carlos Sainz era abituato. Adattarsi al nuovo mondo che lo attendeva a Grove non è stato semplice, ma oggi lo spagnolo parla già di un team che somiglia quasi a una famiglia, pur non essendo passato nemmeno un anno dal suo arrivo. Le motivazioni che lo avevano spinto a scegliere proprio la squadra capitanata da James Vowles sono sempre state chiare: la Williams ha garantito a Sainz l’opportunità di svincolarsi dal contratto qualora si presentassero opzioni migliori all’orizzonte.
Con il cambio regolamentare previsto per il 2026, molti team stanno cambiando rotta alla ricerca di un nuovo equilibrio, e una volta completata la prima stagione con le nuove vetture, è probabile che il mercato piloti diventi ancora più dinamico, aprendo spazio a scambi e nuovi ingressi. Quindi Carlos Sainz, con il senno di poi, sarebbe potuto essere la scelta ideale per la Red Bull: un pilota che, nonostante le difficoltà, ha sempre dimostrato un'incredibile capacità di adattamento, riuscendo a performare anche in contesti completamente nuovi. Liam Lawson e Yuki Tsunoda, invece, non sono riusciti a trovare la quadra, né dopo una gara, né dopo cinque e i risultati di tale incostanza si vedono e pesano.

