Giorgia Meloni è come la sua foto per il Time, dritta, forte, potente. L'ha scattata Paolo Pellegrin, uno dei fotografi italiani più affermati a livello internazionale. Un volto scolpito nella luce, lo sguardo fermo, diretto. Una fotografia che non cerca abbellimenti né scorciatoie estetiche, ma si concentra sull’essenziale, proprio come la donna che ritrae: determinata, concreta, priva di orpelli superflui (e questo è sia un pro che un contro). Un’immagine che racconta, senza parole, la personalità della premier italiana.
Paolo Pellegrin, nato a Roma nel 1964, è un maestro della fotografia contemporanea. Ha iniziato studiando architettura alla Sapienza, ma presto ha seguito la sua vera vocazione, iscrivendosi all’Istituto Italiano di Fotografia. La sua carriera è costellata di riconoscimenti: dieci World Press Photo Awards, una Leica Medal of Excellence, l’Olivier Rebbot Award, il prestigioso Robert Capa Gold Medal Award, solo per citarne alcuni. È stato fotografo per Newsweek per oltre un decennio, e membro effettivo della celebre agenzia Magnum Photos dal 2005.

La sua fotografia è sempre stata un viaggio nelle zone d’ombra del mondo: guerre, migrazioni, crisi climatiche. Libri come Kosovo, 1999–2000: The Flight of Reason, As I Was Dying o Heart of Darkness ne testimoniano la profondità dello sguardo e la coerenza stilistica. Nel 2022 ha esposto alle Gallerie d’Italia di Torino un ambizioso progetto sul cambiamento climatico, frutto di anni di lavoro nei luoghi più estremi del pianeta.
Oggi vive a Ginevra, ma continua a viaggiare e a raccontare. E anche quando si confronta con un volto noto della politica mondiale come quello di Giorgia Meloni, Pellegrin non cambia approccio: la sua lente indaga, sottrae, rivela. Il risultato è una fotografia che non cerca l’effetto, ma la verità. Una verità tagliente, netta, che parla al lettore prima ancora che l’intervista cominci.
