La notizia del giorno è la prima intervista a Chiara Ferragni. Ma dopo averla letta molto bene c'è un aspetto che reputo piuttosto preoccupante. L'intervista è stata fatta dal Corriere dichiaratamente prima della notizia sulla separazione con Fedez. Ed è firmata da Giuseppe Guastella, giornalista giudiziario moto bravo. È da Candida Morvillo, che solo qualche giorno fa, è stata vista con Fedez in un locale. Insomma, un'amica di famiglia? Insomma il Corrierone mette in campo due pezzi da novanta. Eppure... eppure dopo averla letta quello che mi viene da chiedermi è: ma in Italia c'è ancora spazio per un’intervista diretta, vera, scomoda? Perché anche questa risulta essere piuttosto apparecchiata. Gli esperti vi diranno: è normale che sia così, è stata concordata. No. Non è normale. NON È NORMALE CAZZO.
Nessuna domanda sulla Meloni che l'ha attaccata. Nessuna domanda sulla Lucarelli. Nessuna domanda sui bambini che utilizza costantemente sui social proprio nel momento in cui si riconoscono i danni dell'esposizione dei minori ai social. Nessuna sulle frasi che il suo ufficio legale ha scritto nel ricorso all'Antitrust ("e comunque ho dato una gran visibilità all'ospedale"). E nessuna domanda sui falsi follower! Capisco che bisogna dare diritto di replica. Ok. Ma alcuni passaggi sono IMABARZZANTI. È una difesa d’ufficio. Non c'è manco la parvenza di un'intervista seria. La Ferragni si giustifica dicendo che hanno sbagliato analisi (ora non è più errore di comunicazione ma di analisi) e che sono un team di gente troppo giovane, sotto i 40 anni. Chiara, l'Italia è stata liberata dai fascisti da ragazzi appena diciottenni! Hai un'azienda che fattura milioni e parli di errori di leggerezza? E poi resta la domanda: è possibile che in Italia non ci sia più nessuno che accetta una vera intervista e che per spiegare la sua versione non riesca ad andare oltre alla proprio comfort zone? È questo il giornalismo che vogliamo? Forse, è quello che ci meritiamo.