Ma di cosa ci stupiamo? Lo scopriamo adesso che i giornalisti sono diventati dei marchettari e basta? E che non fanno più le domande che devono fare? Adesso si è svegliato il CDR del Corriere della Sera, ma ormai il giornalismo è tutto così. Dalla politica allo sport, dalla moda a qualsiasi altro argomento. Tutto una marchetta. È successo che il Corriere della Sera ha pubblicato un'intervista a Sinner. Una doppia pagina al cui interno venivano citati i brand personali di Sinner,m: Rolex e Gucci. Addirittura a un altro dei suoi soonsor, MSC crociere, è stato dedicato uno spazio a parte. Ma il degrado del giornalismo non si ferma qui oggi giorno, perché non solo tu prometti e dai la citazione ai brand, ma permetti anche che non puoi fare determinate domande. Infatti, nella lettera del CDR, è anche di questo che si lamentano alcuni giornalisti del Corriere della Sera. Benvenga la lettera del CDR, però ripeto: di cosa ci stupiamo? Ormai è tutto il giornalismo che è così: gli uffici stampa ti permettono di intervistare i personaggi solo se sei un giornalista disponibile a non fare domande, o a non pubblicare determinate cose; alcune cose si possono fare solo se c'è dietro l'interesse commerciale, appunto la marchetta.

È da anni che è così, ed è da anni che in Italia ormai non esiste nemmeno più un editore puro. Guardate che forse l'unico in Italia è quello di MOW, infatti la perdita di indipendenza ormai non è più solo nei confronti dei brand, ma anche come dicevo prima di politici e di attori, con la naturale conseguenza che il giornalismo vero, quello che rompe i coglioni, non può esistere più. Non esiste più. E guardate bene, il livello di civiltà di un paese si denota dal livello della sua stampa. Nella storia moderna è sempre stato così e sempre lo sarà. Piccola postilla, la prima cosa che ho notato tornando a Milano è stato uno striscione dove c'era scritto “ormai si vendono più giornalisti che giornali”. Ecco è proprio così.
