Italia contro Germania, ma non siamo a un Mondiale di calcio né a un Europeo. Il campo di battaglia, se così può essere definito, coincide con l'economia. Anzi: l'Economia, con la “e” maiuscola, perché i protagonisti della vicenda che stiamo per raccontare coincidono con veri e propri colossi, italiani e tedeschi. Da un lato troviamo la banca Unicredit e Mediaset, o per meglio dire MediaForEurope (Mfe), la controllata Fininvest che ha inglobato la vecchia Mediaset; dall'altra ecco Commerzbank, seconda banca tedesca dopo Deutsche Bank, e Prosiebensat, secondo gruppo radio televisivo europeo per numero di famiglie raggiunte, con sede in Baviera e presente in vari stati con leadership in Germania, Austria, Svizzera. Cosa sta succedendo? Il gruppo di Piazza Gae Aulenti ha comprato il 9% del citato istituto bancario teutonico, mentre la creatura di Pier Silvio Berlusconi potrebbe lanciare molto presto un'offerta ostile su Prosiebensat. A quale fine? Unicredit si muove per rafforzare la sua attività nell'ottica italiana di creare una super banca europea per rivaleggiare con i rivali statunitensi (e non solo). Mediaset, invece, ambirebbe da tempo a plasmare i contorni di un polo media paneuropeo, dopo aver inglobato, ormai un anno fa, il controllo totale di Mediaset Espana.
Mfe, ha scritto Repubblica, starebbe aspettando da ben cinque anni che il management di Prosiebensat ceda le attività non strategiche del gruppo per ridurre i propri debiti e investa sul core business delle tv. Il tempo sta però per scadere. La prossima primavera, quando verrà nominato il nuovo presidente della stessa Prosiebensat, il voto di Mfe sarà decisivo. Non è tuttavia da escludere che la situazione possa risolversi ben prima, soprattutto se Berlusconi Jr. dovesse lanciare un'offerta ostile e scalare la torta del gruppo, già controllata al 29%. Il vento, almeno a guardare dai numeri, è favorevole a Mfe. Nell'ultimo anno la società tedesca è arrivata a toccare una capitalizzazione dal valore di 1,3 miliardi di euro mentre la stessa Mfe è salita a 2,2 miliardi: quasi il doppio. A Berlino faranno di tutto per scongiurare quella che, dal punto di vista della Germania, sarebbe una debacle. Nel frattempo, la presunta strategia di Marina e Pier Silvio Berlusconi è interessante: potrebbe seguire, come ha evidenziato Dagospia, la volontà di riaccreditarsi in Europa per rilanciare Mediaset e Forza Italia (pista per alcuni da prendere in seria considerazione dopo l'incontro andato in scena tra Marina e Draghi).
E a Berlino come stanno reagendo alla doppia “minaccia” portata avanti da Unicredit e Mediaset? "Attacchi non amichevoli, acquisizioni ostili non sono una buona cosa per le banche ed è questo il motivo per cui il governo tedesco ha preso una posizione chiara in questa direzione", ha dichiarato il cancelliere tedesco Olaf Scholz riferendosi al caso Unicredit-Commerzbank. E pensare che, fino a un paio di decenni fa, la Germania veniva comunemente definita “locomotiva d’Europa”, era il motore economico del continente e qualsiasi governo sognava di replicare il suo modello. L’immagine tedesca, perfetta e invidiata da mezza Ue, ha iniziato a sgretolarsi con lo scandalo Volkswagen nel 2015. Da quel momento in poi il populismo ha fatto breccia anche a Berlino. Dove, senza più la guida della cancelliera Angela Merkel, la politica sembrerebbe essere andata in tilt. E con lei, l'economia.