Chiara Ferragni in copertina sull’Espresso truccata come il Joker (si presume in post produzione. Scandalo a corte, il settimanale fondato nel 1955 e famoso per le grandi inchieste, prima tra tutte quella intitolata “Capitale corrotta, nazione infetta” e che proprio l’8 marzo se ne esce con una copertina così sessista, da mero clickbait e chi più ne ha più ne metta? Non ci sono più i settimanali d’inchiesta di una volta e nemmeno L’Espresso di una volta, negli ultimi anni prima messo in vendita in abbinamento obbligatorio con il quotidiano La Repubblica per poi essere ceduto nel 2022 ad altri editori. Lo scandalo c’è tutto, ma chi deve lamentarsi non è la Ferragni, ma al massimo il sindacato dei pagliacci – ammesso esista – e tutt’al più i detentori dei diritti del Joker, DC Comics e Warner Bros. che siano.
Andiamo per ordine: il Joker è si è un pagliaccio, ma soprattutto è il villain di Batman. è il villain per eccellenza in assoluto, non soltanto in ambito DC Comics; nel multiverso Marvel soltanto Loki (parere personale, per carità) può reggere il confronto. Al cinema il Joker è stato interpretato in maniera sublime da Jack Nicholson, Heat Ledger e Joaquin Phoenix. Allargando la prospettiva, non dimentichiamo che l’attuale miglior giocatore nell’NBA è Nikola Jokic. Il suo soprannome? Joker. Si può tendere ad escludere che il fuoriclasse dei Nuggets si vesta come il Joker ad Halloween, ma il soprannome non risulta gli abbia mai dato fastidio. Anzi.
Viva i pagliacci
Infine veniamo ai pagliacci in quanto tali. Chi scrive si dissocia sempre quando il termine pagliaccio viene utilizzato nell’accezione dispregiativa: un pagliaccio è un professionista che si allena e lavora seriamente, esaltato non soltanto al circo ma in letteratura, nell’opera, al cinema, da Charlie Chaplin e Buster Keaton ai giorni nostri, senza ovviamente dimenticare Federico Fellini. Per dirla alla Pirandello, il pagliaccio è un’erma bifronte che all’apparenza ride ma dentro di sé piange e che starà sicuramente piangendo lacrime amare in questi giorni per la copertina de L’Espresso.