Siamo fuori di testa, ma diversi da loro. Giorgia Soleri l'ha fatta fuori dal vaso, più del solito, inteso. L’influencer - scrittrice - modella, meglio nota per essere la fidanzata di Damiano dei Måneskin, nell'aggiornare la sua corposa cartella clinica e illudersi di rompere qualche tabù, spara battute sulla salute mentale, tema delicatissimo. Tutto si consuma nell'arco di un paio di giorni, quando la neo ventisette aggiorna i suoi seguaci sul nuovo percorso di psicoterapia, a causa dell'umore ballerino. Ragione per cui i fan le chiedono: “Puoi dire che gli psicofarmaci non sono per i matti (qualcuno lo pensa)?”. Alla domanda sensata l'attivista replica snocciolando con nonchalance quelli che assume. “Ma che problema c'è nell'essere matti?” si chiede. La bufera social è dietro l'angolo, e c'è chi insinua sia l'ennesimo tentativo per farsi pubblicità. Eppure stavolta la spettacolarizzazione del dolore nasconde più di qualche insidia. A spiegarlo è un vero professionista del settore, lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet che sottolinea quanto sia deleterio questo sistema comunicativo, specie per il desiderio d’imitazione. Per poi lanciare una stoccata: “È osceno che il disagio sia diventato oggetto di marketing”. E allude anche alla Ferragni e all'esibizione dei figli.
Giorgia Soleri elenca gli psicofarmaci che assume come fossero caramelle
Se questi sono gli influencer, stiamo messi male.
Come spiega l'esigenza costante di condividere malattie?
La necessità è ovvia, qualsiasi cosa è utile per accrescere il consenso e aumentare i follower. Quale altro scopo potrebbe avere? Il sistema funziona così. Ma se lo strumento social non ha etica, diventa dannoso. Si parla di problemi con chi ha competenza. Perché devono diventare bandierine di popolarità? Lungi da me credere che chi assume psicofarmaci debba vergognarsi, ma un conto è ammettere le proprie fragilità e un altro è stilare la lista della spesa.
Sono farmaci da assumere con ricetta medica
Immagino siano prescritti da uno psichiatra, ciò non toglie che il tipo di comunicazione sia deleterio, e in riferimento al desiderio d'emulazione. Non dimentichiamoci che esistono dei siti in cui sono facilmente accessibili. Allora, corriamo questo rischio? Ho speso tanto della mia vita professionale per far comprendere che un disagio psichico non si riduce solo all'assunzione di una pillola.
Non era meglio continuare con le foto hot per far parlare di sé?
A volte personaggio malata e personaggio modella coincidono. Nel mondo della moda, anoressia, bulimia, e altre patologie simili sono ordinarie. Basta pensare alla famosa campagna di Oliverio Toscani con la modella anoressica. Anzi, se qualcuno indagasse sugli psicofarmaci e altre sostanze che circolano in quel mondo, ne avrebbe conferma. Ma attenzione, le due narrazioni non hanno lo stesso valore. Per il motivo di cui sopra, se la comunicazione è alla ricerca di proseliti, con una foto in mutande al massimo qualcuno compra lo stesso intimo, altra storia è compilare una lista di farmaci del genere. Insomma, con quelli del diabete non avrebbe la stessa pubblicità. Non a caso parla di medicine contro l'ansia, per combattere la depressione e così via, stati d'animo comuni e che creano empatia. E il pericolo, come già rilanciato, è che qualcuno attraverso web o medici compiacenti, possa facilmente averne accesso. Non è una novità l'uso scriteriato di psicofarmaci a mo’ di droga.
Se lo scopo è proprio accrescere il personaggio...
Ripeto, non possono far finta di niente. Questo non è un momento qualsiasi per il Paese, la pandemia, specie sui giovani, avrà ancora effetti a lungo termine. Quindi un altro rischio, fornire la risposta sbagliata a un comprensibile disagio. Nessuno interviene?
Ad esempio chi?
Le autorità esistono, le segnalazioni esistono. Se un messaggio si traduce in problemi, mica possiamo star zitti. Anzi, spero intervenga il Ministro della Salute (Orazio Schillaci ).
Sa che la Soleri firma una rubrica di salute su Repubblica? (gruppo Gedi, Stardust)
Business business business.
Meglio esporre i figli come la Ferragni o le malattie come la Soleri?
Non le metterei sullo stesso piano, anche se... Chi esibisce i bambini non si rende conto dell'effetto che comporta. Metterli in mostra è pedagogicamente sbagliato. Poi ognuno fa quello che crede.
Che pensa della polemica sul cachet sanremese devoluto in beneficenza?
La beneficenza si fa in silenzio. Per tanti anni Alberto Sordi ha fatto del bene e anche in maniera generosa, ma senza farlo sapere. Malattie, figli, gesti eclatanti, non si può dare tutto per il successo, per farsi pubblicità. Alla fine lo si paga, perché non si è più credibili.
A un certo punto finisce il gioco
Certo, le malattie non sono inesauribili. Anche perché l'ansia non è dimostrabile, ma se dici di esserti spaccato il femore lo devi far vedere. È osceno che il disagio sia diventato oggetto di marketing.
Cosa consiglierebbe alla Soleri?
Non avrà 20 anni per sempre, e poi di ragazze belle è pieno il mondo. Quindi tiri fuori un vero talento, se ce l’ha.
Si potrebbe replicare che ha scritto un libro
Uno? Il problema comincia con i libri. Un libro in qualche modo si pubblica, e poi? Anni fa una certa ragazza (Melissa P? Allude chi scrive) si buttò nell'editoria con un libro sexy, e che fine ha fatto? Non si diventa Moravia con una pubblicazione. Il successo è una droga, devi saperlo mantenere.