Dopo Belve, senza nemmeno uno stacco pubblicitario a far da ponte, di martedì notte su Rai 2 inizia un programma coloratissimo, tutto mossette e buoni sentimenti. Si chiama 'La Fisica dell'Amore' e alla conduzione troviamo il Professore-TikToker Vincenzo Schettini, due milioni di follower solo su Instagram. Esordiente in questo ruolo tv, il nostro ha il ciuffo di Arturo Brachetti in capo e lo scopo di rendere le materie scientifiche accessibili al grande, giovane pubblico. Proprio come fa da tempo sui social. La melassa da cui l'intero show è permeato può risultare respingente oppure glassare i ventricoli dello spettatore, questione di gusti personali. L'impressione è comunque quella di avere di fronte un enorme reel buonista che supera i 60 minuti, cariando i denti e provocando una impennata glicemica non indifferente. Ma questo è proprio lo stile di Schettini, così ha racimolato l'enorme seguito social che si ritrova oggi, quindi c'è chi lo apprezza (tante, tantissime persone) e buon per lui. Già alla vigilia della partenza del programma, grosse testate nazionali lo hanno intervistato incensandolo a prescindere, il giornalista Lorenzo Tosa ha scritto del Professore un lungo post al sapor di oro e mirra, l'accoglienza della stampa è stata, in generale, ottima. Come buoni, va detto, sono anche gli ascolti. La Fisica dell'Amore, dunque, è un esperimento tv che sembra essere riuscito, nonostante l'altissimo tasso di retorica al saccarosio che ne scudiscia ogni puntata dal principio alla fine. Però la neonata star Vincenzo Schettini non ne è ancora abbastanza compiaciuta. Non del tutto. Cosa lo sta contrariando? Sotto cotanta pioggia di elogi, è spuntata anche una critica. Una critica soltanto. Arriva dal sito TvBlog che gli contesta, con garbo, lo spiccato accento barese e una gestualità eccessiva. Due dati di fatto, non certo mere illazioni. E allora il Professore 'buono' si adira, posta lo screen della recensione in pasto al suo paio di milioni di follower. Non può non sapere, Schettini, che così facendo aizza i propri seguaci contro l'autore di quelle righe che di televisione scrive per mestiere. Della questione, si occupa perfino AdnKronos parlando sin dal titolo di "critiche al vetriolo" contro la webstar. Nei commenti, si legge il supporto di personaggi celebri e meno celebri che esprimono solidarietà a Schettini per l'onta ricevuta, come non fossimo di fronte all'attaggiamento di un bulletto capriccioso incapace di accettare che possa essere considerato meno di eccellente. Una vicenda da raccontare per quello che è, non per come sta venendo narrata. Eccoci.
Innanzitutto, una premessa: chiunque esordisca in tv dovrebbe prima di ogni cosa ringraziare. Ringraziare chi gli ha dato opportunità (e cachet), ma anche coloro che si prendono la briga di scrivere di lui (o lei). Esistono tantissimi programmi, specie in seconda serata, di cui gli spettatori non sanno assolutamente nulla. Passano inosservati perché nessuno o quasi ne parla. Schettini ha avuto una copertura spropositata rispetto anche solo alla collocazione oraria del suo show divulgativo. E ricca di elogi. A prescindere dai contenuti della trasmissione, il nostro esordiente è stato fortunato, molto fortunato, ancora prima di cominciare. Chiunque abbia scritto una recensione del programma, se il programma l'ha visto, è stato sveglio fino all'ora dei licantropi per vederlo alle prese con ruote di biciclette, BigMama e giovane pubblico in studio dallo sguardo perennemente estatico a favor di camera. Insomma, ci vuole rispetto per il lavoro altrui. Nonché per l'attenzione. Perché avere due milioni di follower adoranti su Instagram non concede automaticamente il patentino alla assoluta perfezione, né quello da conduttore senza macchia. In un mondo in cui Antonella Clerici ha 'saputo di sugo' per dieci anni, ora ci toccano i capricci del Prof Schettini, nel piccolo schermo da due minuti. E dovremmo pure comprenderlo, dargli ragione, sostenerlo. Per carità.
Troviamo davvero urgente che il novello 'conduttore' capisca una questione: Rai 2 non è Instagram, non gli appartiene. Indubbio, quindi, (ri)trovare lì persone che lo apprezzano e altre, magari fuori dalla sua pur immensa bolla di consenso, che invece proprio non lo reggono. Non sono "hater", spesse volte è semplicemente gente che cambia canale perché respinta dal suo modo di comunicare, quello stesso modo di comunicare che ha comunque conquistatato tanti. Il Prof Schettini deve starci, anche perché in genere, e questa è una grande e scomoda verità con cui si impara a fare i conti fin dalle elementari, non si può piacere a tutti. E quando non si piace, è davvero infantile montare un caso di Stato: la critica di TvBlog, per altro scritta da un autore di Barletta, è stata tacciata di anti-meridionalismo, è stata letta alla stregua di "attacco personale". Ma cosa commentare di un 'conduttore' se non il modo in cui parla e si muove davanti alla telecamera? Potremmo aggiungere che gli è pure andata bene: da queste parti, a prima vista, ci era sembrato uno zio anziano dei 'Me contro Te'. E le successive puntate andate in onda finora non hanno fatto che confermare l'impressione iniziale. Odiamo Schettini, dunque? No, gli auguriamo il meglio. E anche di poter migliorare.
A questo punto non possiamo che soffermarci sul cortocircuito: un Professore che dedica la prima puntata del proprio show su Rai 2 alla lotta contro il bullismo, decide poi, appena riceve mezza critica da parte di chi di tv scrive per mestiere, di esporre questa persona alla pubblica gogna. Sostanzialmente incentivando l'adorante plotone di follower (stiamo parlando di due milioni di persone, mica bruscolini) a scatenarsi contro "il nemico", colui che ha osato mettere nero su bianco le fragilità alla conduzione del loro beneamato. È vero che il nostro, furbescamante, taglia fuori dal post nome del 'reo' e testata. Ma quanto ci vuole oggi a scoprire di chi si tratta? Bastano due secondi su Google. E infatti lo sciagurato già viene citato nei commenti. Anzi, fioccano reel che lo accusano di "anti-meridionalismo" e di aver attaccato, criticando Schettini, la comunità Lgbtqia+ tutta. Questa deriva è grave: se un conduttore dovesse essere omosessuale e non di Aosta, sarebbe dunque d'obbligo elogiarlo a prescindere per non offendere l'intero Sud Italia e svariati orientamenti rainbow? Ricattatario a dir poco, comodissimo per i personaggi che dovessero rispondere almeno a una delle due categorie (o a entrambe). Ma non funziona né mai funzionerà così.
"Benvenuto nel mondo dei critici tv. Inutile veleno visti i risultati ottenuti. Falli parlare amico mio", commenta Anna Pettinelli sotto al post di Schettini. Da che mondo è mondo, infatti, i programmi più visti sono anche quelli di maggior qualità. Una tesi brillante, inoppugnabile. Ma se un soggetto tiene due milioni di follower, deve avere ragione per forza, c'è da battersi per lui che si sente offeso semplicemente perché ha messo un piedino fuori dalla propria gigantesca bollla di consenso e non è abituato a sentirsi dire d'esser meno che perfetto. Una storiaccia di superbia e arroganza che, incredibilmente, sta commuovendo il web. Golia scende in campo contro Davide e tutti fanno il tifo per il gigante, spernacchiandone il rivale perché, ovvio, mica potrà mai vincere. Davide, però, in questo caso non voleva vincere. Stava semplicemente lavorando, fino a notte fonda, per consegnare una recensione il mattino seguente. Povero stronzo. Una bella gogna social era il minimo che dovesse aspettarsi. Se la merita proprio. A leggerla così, ossia per come è andata, pare esarcebata iperbole, invece è, pari pari, quanto sta accadendo nel qui e ora. E, non importa come vi verrà raccontata in altri luoghi, oltre a non avere il minimo senso, fa schifo. Vogliamo davvero andare avanti così? Con questi finti buoni(sti) che scalpitano per distruggere sul nascere ogni tipo di (legittimo) contraddittorio, passando pure per pore vittime? Schettini deve accettare la possibilità che esista qualcuno nell'intero universo che possa non ritenerlo "pronto per la tv" senza per questo fare piazzate e innescare, pur implicitamente, spedizioni punitive. Il pubblico, intanto, ha solo da capire quando e se cambiare canale. O dove lasciare davvero il cuore. I numeri, le spunte blu, i sorrisoni contagiosi non sono per forza garanzia di vittoria. Di certo, non a livello umano. Heart reaction?