Cara Signora Annamaria Berrinzaghi, mamma di Fedez, si è appellata all’Italia in generale, come se fossimo tutti una massa unica non pensante la cui vita ruota intorno alla sua prole. Vorrei illuminarla sul fatto che non per tutti è così. Anzi, per molti di noi dover leggere sulle testate nazionali tutte le marachelle di suo figlio - e compagnia bella - è diventata una vera violenza psicologica da cui purtroppo per noi non c’è via di scampo. Di questo lei non ha colpa ma, specialmente dopo le ultime notizie (decisamente torbide e sulle quali Fedez non ha fatto chiarezza) su una circostanza piuttosto grave come un pestaggio che ha mandato un ragazzo in ospedale, farei meno la maestrina che giudica e un po’ meno rumore, provando a fare un po’ più di chiarezza (almeno per una volta).
In molti si sentono offesi a sentir pronunciare la parola “invidia”. Non solo è una bruttissima cosa, ma nasce dal volere ciò che di bello ha qualcuno altro. Nella storia di suo figlio, specialmente dalle ultime vicende, non vedo assolutamente nulla di bello né di costruttivo da invidiare. Anzi, solo una cosa: tante lezioni da imparare e tanti errori di comunicazione da non ripetere. Ringrazio l’universo tutti i giorni per la vita che ho ricevuto e la madre che mi è stata donata, perché io non cambierei una virgola. Con tutto il rispetto, da figlia di Ornella Muti non invidio nulla di Fedez, proprio per l’educazione, l’umiltà e la grande consapevolezza che mi ha impartito!