I riflettori in questo periodo sembrano essere tutti puntati su Enrico Mentana su chi lo circonda. C’è stato il caso di Dario Fabbri, che noi per primi abbiamo sentito sulla questione laurea o non laurea, ma non è ora di dire basta? Perché dopo che ne ha parlato tutta la stampa italiana, dopo che sono intervenute le telecamere de Le Iene a fare chiarezza, dopo i mille tweet, possiamo andare avanti e occuparci di altro che non sia, ancora, Dario Fabbri o ci piace restare su questo tema? C’è una netta distinzione tra informazione e accanimento mediatico che non è ben nota a chi scrive e cerca in ogni modo di massacrare il malcapitato di turno. C’è gente che gode nel vedere il fallimento di un nemico e allora è lì pronta a girare il coltello nella piaga, ma questo a che pro? E fino a quando? Siamo tutti esseri umani e per definizione fallibili. Siamo quotidianamente esposti a una moltitudine di opportunità che possiamo giocarci bene o male, siamo davanti all’errore ogni secondo, e spesso lo schiviamo senza nemmeno accorgercene. Quando toccherà a noi di sbagliare vorremo solidarietà, un minimo di empatia e non tutta Italia che ti dice che sei un cretino. Spoiler: sbagliamo e sbaglieremo tutti. Ma abbiamo in mano uno strumento fondamentale, che è quello della narrazione delle vicende. E ciò che è fondamentale è la cura con cui lo facciamo, ricordandoci che quando scriviamo, tronfi del nostro saper scrivere, parliamo di esseri umani con una coscienza e sensibilità (si spera). Questo vuol dire nascondere le notizie? Mai. Ma c’è modo e modo di darle e bisogna sapere quando è il momento di fermarsi.
Poi c’è stato il giallo lanciato da Affari Italiani che riguarda sempre Open e in particolare il vicedirettore e “fact-checker” David Puente. È giornalista? Non lo è? Ma non vi sembra che ci sia un tempismo un po’ sospetto? Prima Fabbri, ora Puente - che ha risposto che sì, è giornalista - e nel mezzo qualche stoccatina ad Alice Mentana in quanto “figlia di”. La risposta di molti quando si chiede conto di determinate critiche rivolte a Enrico Mentana è che “è antipatico però eh, se la tira” e quindi? Pure fosse vero, pure se vi stesse antipatico, dobbiamo fare la crociata a uno dei giornalisti più competenti che abbiamo? Commette degli errori? Certo. Ciò però non giustifica questo improvviso interesse nei suoi confronti. Quanto a Fabbri, è poi emerso il fatto che sarà proprio Alice Mentana (Ceo del gruppo Open da febbraio 2023), nel coordinamento della rivista “Domino” a parlare, durante il festival Libropolis di Pietrasanta, con Dario Fabbri. E quindi? Alice Mentana ha tenuto a precisare al direttore di MOW Moreno Pisto che quella programmata non era un’intervista a Fabbri, ma un racconto da parte di entrambi sulla rivista Domino, che hanno lanciato insieme lo scorso anno (lui come direttore editoriale e lei come coordinatrice del progetto). Dopodiché sappiamo benissimo (e se facciamo finta siamo dei cretini noi, non loro) che la maggior parte dei personaggi sceglie con estrema cura in quali programmi televisivi andare, da quale giornalista farsi intervistare, come e quando intervenire. Il fatto che sia Alice Mentana a dialogare con Fabbri non fa che rispondere alla banale regola non scritta per la quale si tende a parlare con le persone di cui ci si fida piuttosto che con un giornalista o una persona qualunque. E la laurea? Ci starebbe un “chissenefrega” a caratteri cubitali.