Nonostante l’amministrazione Trump abbia recentemente revocato una serie di regolamenti ambientali imposti dalla California, tra cui il divieto di vendita di auto a combustione interna entro il 2035, Stellantis sarà comunque costretta a rispettare tali norme. Il motivo? Come spiega un articolo pubblicato da MilanoFinanza, a determinare questa situazione è un accordo vincolante firmato nel 2024 con il California Air Resources Board (Carb), l’agenzia ambientale statale, che obbliga il gruppo automobilistico a rispettare le politiche ambientali future dello Stato, indipendentemente da cambiamenti legislativi federali. Il patto, siglato dall’allora Ceo Carlos Tavares, fu pensato per evitare un lungo e costoso contenzioso con le autorità locali in cambio del perdono per precedenti violazioni ambientali. Tuttavia, le condizioni dell’accordo sono molto stringenti: entro il 2028, più della metà delle auto vendute da Stellantis in California dovrà essere a zero emissioni (Zev), percentuale che dovrà salire al 68% entro il 2030. Questi obiettivi appaiono ambiziosi per un gruppo ancora in ritardo sul fronte elettrico. Nel 2024, Stellantis ha venduto negli Stati Uniti solo 531 unità della Fiat 500e, suo unico modello full electric disponibile allora. Nel 2025 ha introdotto due nuovi veicoli a zero emissioni, Jeep Wagoneer S e Dodge Charger Daytona, ma le vendite restano limitate: circa 5.000 unità nel primo trimestre, ovvero meno del 2% del totale. Anche le vendite di ibridi plug-in, pur in crescita (oltre 103.000 unità nel 2024), rappresentano meno dell’8% del volume complessivo.

A peggiorare lo scenario, i principali concorrenti, come Ford e General Motors, potrebbero ora godere di regolamenti ambientali meno severi, avendo evitato accordi vincolanti con la California. I concessionari californiani del gruppo esprimono preoccupazione per un futuro in cui i marchi Stellantis rischiano di diventare meno competitivi, a causa di obblighi normativi che non gravano sui rivali. Anche Ferrari si confronta con una realtà di mercato più difficile del previsto. Secondo un’esclusiva di Reuters riportata da MilanoFinanza, la casa di Maranello ha deciso di posticipare il lancio del suo secondo modello completamente elettrico, inizialmente previsto per il 2026, almeno fino al 2028. Alla base della decisione, la domanda estremamente debole per vetture elettriche ad alte prestazioni nel segmento del lusso, che sta spingendo l’intero settore a riconsiderare strategie e investimenti sull’elettrico. Ferrari ha introdotto modelli ibridi a partire dal 2019 e si appresta a presentare il suo primo modello full electric nell’ottobre 2025, con un lancio a tre fasi che culminerà nelle prime consegne previste per ottobre 2026. Si tratterà di un veicolo fuori dagli schemi Ferrari: più grande delle classiche berlinette ma non un SUV, con un prezzo superiore ai 500.000 dollari. Il progetto, sviluppato anche con il contributo del designer Jony Ive (ex Apple), sarà simbolico e destinato a basse tirature.

Diversa invece la visione per il secondo modello elettrico, concepito come un vero e proprio «game changer» per la strategia EV del Cavallino. Tuttavia, il piano è stato rinviato già due volte, e ora il debutto non avverrà prima del 2028. Le fonti riferiscono che la domanda attuale per una sportiva elettrica di fascia alta è pressoché nulla, rendendo insostenibile l’obiettivo di produzione previsto (5.000-6.000 unità su cinque anni). Il rinvio offrirà anche l’opportunità di perfezionare la tecnologia interna, ma la causa principale resta la carenza di una domanda stabile. Ferrari ha scelto di non commentare le indiscrezioni, ma non è l’unica a ricalibrare le proprie ambizioni elettriche. Lamborghini, ad esempio, ha rinviato al 2029 il lancio del suo primo modello EV, mentre Porsche ha ridimensionato i piani dopo risultati deludenti per le sue Taycan e Macan EV. Maserati (gruppo Stellantis) ha invece annullato l’elettrificazione del suo modello MC20. Il quadro che emerge è quello di un’industria automobilistica divisa tra la spinta normativa all’elettrificazione e una domanda, soprattutto nel lusso, che fatica a decollare. Da un lato, Stellantis è vincolata da accordi rigidi in uno dei mercati più esigenti del mondo. Dall’altro, Ferrari e altri marchi di fascia alta si vedono costretti a rivedere i tempi dell’elettrificazione, preferendo la cautela alla corsa alla produzione. La rivoluzione elettrica, almeno per ora, sembra più lenta del previsto.